Daniele Capezzone è dannatamente bravo, estremamente intelligente e pure simpatico, pensa e dice cose che normalmente non si sentono dire nell’Italietta nostra, ed è anche un politico e un comunicatore di questo secolo (e dico tutto: Capezzone ha addirittura un fans club!). Se c’è un politico che in questi mesi di governo del’Unione ha saputo sostenere coraggiosamente la modernizzazione dell’Italia, l’apertura della società, l’efficienza del sistema Italia, la lotta alle corporazioni (e recentemente anche la libertà sessuale: uippe!) quello è stato Daniele. Era da tempo che mi chiedevo con ammirazione come avesse fatto il buon Capezzone a schivare i colpi dei tirannosauri ed ecco che, voila, oggi mi imbatto sul sito del Corriere nella polemica bella tosta scoppiata qualche giorno fa durante la direzione radicale. La vicenda ha tutta l’aria di una tipica resa di conti tra generazioni: alla fin fine i perpetui possono anche essere carismatici e straordinariamente dotati, ma sempre perpetui rimangono.
Marco Pannella – che pure io considero un padre della patria per aver consegnato agli italiani i diritti dei paesi civili negli anni 70: se non fosse stato per lui altro che PACS, staremmo ancora a discutere del divorzio – è del 1930, Prodi al confronto è praticamente un ragazzino. I radicali, al contrario degli altri partiti, hanno avuto la capacità (o soltanto, diciamo così, la buona sorte) di trovarsi un leader innovativo e capace, di 42 (diconsi: quarantadue) anni più giovane del leader storico, perfettamente in grado di guidare il partito e di ricoprire, come già fa molto bene, importanti responsabilità nelle istituzioni. In un paese governato dai padri nobili – che dico: dai nonni nobili – Marco Pannella ha oggi, raggiunta tonda tonda l’età di Leonid Brežnev, la splendida e imperdibile occasione per andarsene in pensione ed indicare ai suoi coevi, gli egemoni degli anni ‘20 e ’30, quelli che qualsiasi siano i limiti di legge in pensione non ci vanno proprio mai, che un vero leader è colui che non ha paura di consegnare il paese al proprio futuro.
2 risposte a “Età pensionabile: mai”
Il problema è purtroppo sempre il solito. In Italia è impossibile anche solo ipotizzare un cambio generazionale.
E purtroppo anche i Radicali non stanno riuscendo a farne a meno..
Pannella ha combattuto tantissime giuste battaglie, merita tutto il rispetto possibile ma sarebbe anche ora che lasciasse spazio ad altri.
E Capezzone a me sembra la persona giusta.
Ivan, Condivido al 100%. Purtroppo per Daniele, Pannella soffre di “Castrite acuta” e come il leader cubano non si rende conto che è l’ora del buon ritiro.
La cosa più triste è che viene ancora appoggiato dalla Bonino & co.
Saluti di stima.