2 Novembre 2006

Si deve studiare l'evasione fiscale e non confonderla più con la ricchezza

Attualità

Nella “sinistra e i ricchi” Piero Ostellino consiglia oggi sul Corriere a Fassino, impegnato a “recuperare il rapporto con i ceti produttivi”, di non confondere la ricchezza con l’evasione. Parrebbe un consiglio superfluo, invece non lo è, visti i risultati magri, molto magri in termini di efficacia comunicativa del governo di centrosinistra.
D’altronde per combattere l’evasione occorre conoscerla e, quindi, studiarla: Giacomo Vaciago sul Sole 24 ore pone correttamente l’attenzione su questo aspetto finora forse poco considerato.
E.M.

3 risposte a “Si deve studiare l'evasione fiscale e non confonderla più con la ricchezza”

  1. Antonio Manunta ha detto:

    Parole sante quelle di Ostellino sul Corriere di qualche giorno fa. Una cosa è essere ricchi, altra cosa è essere evasori. Per assurdo il ricco evade di meno, perchè dichiara. I maggiori evasori sono i finti poveri, quelli che usufruiranno della rimodulazione delle aliquote Irpef. Sono gli autonomi (non tutti è meglio precisarlo) che hanno la possibilità di non denunciare tutto quello che guadagnano poiché non controllati adeguatamente. Le tabelle sul reddito pubblicate recentemente parlano da sole: insegnanti che guadagnano più di gioiellieri, dentisti e architetti poco al di sopra della soglia di povertà. Essere ricchi non è un reato, evadere lo è invece tre volte: primo perchè si usufruisce di servizi (strade, scuole, ospedali) pagati da altri, secondo perchè si fa pagare più tasse a chi già le paga e infine perchè si ruba allo stato. Nella concezione che la sinistra dovrebbe avere della ricchezza, e che Ostellino ha segnalato a Fassino, i manifesti di
    Rifondazione (tanto per intenderci quelli con scritto “Anche i ricchi piangano”) non hanno alcun senso. Sono lesivi dell’ immagine di una coalizione che dichiara di voler rappresentare tutti gli italiani.
    La deriva classista, in una maggioranza precaria e afflitta da mille problemi, non può che rendere le cose ancora più difficili

  2. Firma ha detto:

    La concezione della ricchezza come peccato ha trovato tanto spazio nella cultura cattolica così come nella sinistra, che stizza.
    Siamo lontani anni luce dall'”etica protestante e lo spirito del capitalismo” teorizzata da Max Weber.

  3. Antonio Manunta ha detto:

    Ieri Renato Brunetta, una persona per la quale non nutro alcuna simpatia, nella trasmissione “Anno Zero” ha fatto un ragionamento interessante: nella concezione cattolica il denaro e la ricchezza sono visti quasi come un peccato, nella concezione protestante la visione della ricchezza e del lavoro per costruirla hanno una diversa connotazione. Secondo l’etica protestante chi aveva successo nel lavoro e negli affari era illuminato. L’analisi mi sembra condivisibile, che poi possa servire a giustificare l’evasione è un altro discorso