3 Novembre 2006

La linea

Diario

“Dobbiamo trovare un equilibrio tra la necessità di costruire un partito unico e l’esigenza di non disperdere identità, appartenenze e valori di ciascuna delle forze che concorrono all’impresa, antiche e giovani. Un partito non è un insieme di gazebo e primarie sotto lo sguardo paterno del leader, chiunque esso sia. Ma è del tutto superata l’antica forma partito fatta di clero che spiega, interpreta, dirige, santifica, condanna e fedeli che ubbidiscono ed evangelizzano. La soluzione potrebbe consistere in un “partito plurale”, costituito attraverso un patto che consenta alle diverse forze che lo compongono di mantenere la propria identità all’interno di un comune disegno strategico”. Luciano Violante a Gavino Angius dalle colonne de L’Unità.
Traduzione. Caro Gavino non ti preoccupare, da tutto questo baccano sul partito democratico non verrà fuori nulla, le primarie sono per fortuna soltanto uno sbiadito ricordo e, se è vero che la gente non si fida più di noi e non ci segue più, se è vero che la nostra credibilità come classe dirigente si è totalmente esaurita, pazienza. Quello che conta è che gli apparati qui non corrono nessun rischio, con buona pace di Prodi, dei prodiani, dell’Ulivo e di chi pensa che ci sia bisogno del nuovo in questo paese.

2 risposte a “La linea”

  1. Squonk ha detto:

    Ora, che Prodi e i prodiani non siano uomini “di apparato”, insomma.

  2. alberto ha detto:

    … e non dimentichiamo che Mario può anche fregiarsi – unico tra i blogger nostrani – del prestigioso Premio dedicato al Sommo cavadenti verde!
    http://www.onemoreblog.org/archives/009671.html