8 Novembre 2006

Un prete

Diario

Ho aperto la pagina web di Repubblica sul matrimonio di Luca e Francesco in Spagna dicendomi che ovviamente non avrei fatto un post su questo argomento. Mi sono occupato di gay italiani sposati all’estero già altre volte e come tutti sapete sono abbastanza riluttante a parlare troppo di cose gay, a questo punto non tanto per evitare di essere il campione di una causa che mi riguarda troppo da vicino ma soprattutto per il fatto che l’inerzia della politica su questo tema è talmente incivile e vergognosa che per me, l’unico extraparlamentare di sinistra del Paese (dato che anche Caruso fa il deputato, il titolo mi spetta di diritto), sarebbe come sparare sulla croce rossa.
E poi invece ho letto l’articolo di Alberto Custodero (leggetelo anche voi) e non ho letto gran che di Luca e Francesco: al contrario, ho letto di Don Franco Barbero, sacerdote e guida di una comunità di base, sospeso a divinis da Joseph Ratzinger quando ancora, scaldandosi i muscoli per la promozione, guidava la Santa Inquisizione. E dopo anni ho letto parole pronunciate da un uomo di fede che mi hanno toccato il cuore. Non solo perché erano parole di comprensione dell’amore tra due uomini ma perché per la prima volta da un tot di tempo ho letto parole di pietà, parole di accoglienza, parole che vanno al di là della rigidità della norma canonica, che non puntano il dito ma guardano dritto dentro l’anima: “Per noi, la fede è superiore alla legge ecclesiastica che va presa per quello che vale visto che non è mai uguale nel tempo. Noi, con tranquillità, diciamo: una cosa è la dottrina della Chiesa, un’altra il dono di Dio della fede che libera dall’obbedienza – e in questo caso schiavitù – della norma. Ebbene, quando due uomini o due donne hanno capito che quel loro amore è un dono di Dio, davanti a lui ritengono di essersi sposati. È questo il significato che i gay danno alla cerimonia nuziale che non ha valore di fronte alla legge civile, ma costituisce un cammino di fede”.

9 risposte a “Un prete”

  1. fra' Tricidio ha detto:

    E noi diciamo NO a questa visiun modernistica del matrimonia, che es un sacramentua fatto dal pontifexper unir homine e foemine, minga tuta quel antra sbamburaglia de pecator.
    Pentes omnia, per il santissimo nomine de Dominus Vobiscum Etcum Spirito Tuo, segnor nostro in de l’anima dei mortua sanctissima marires! Amine, andè in pax, in nomine Cristua.

  2. fra' Tricidio ha detto:

    E noi diciamo NO a questa visiun modernistica del matrimonia, che es un sacramentua fatto dal pontifexper unir homine e foemine, minga tuta quel antra sbamburaglia de pecator.
    Pentes omnia, per il santissimo nomine de Dominus Vobiscum Etcum Spirito Tuo, segnor nostro in de l’anima dei mortua sanctissima marires! Amine, andè in pax, in nomine Cristua.

  3. fra' Tricidio ha detto:

    E noi diciamo NO a questa visiun modernistica del matrimonia, che es un sacramentua fatto dal pontifexper unir homine e foemine, minga tuta quel antra sbamburaglia de pecator.
    Pentes omnia, per il santissimo nomine de Dominus Vobiscum Etcum Spirito Tuo, segnor nostro in de l’anima dei mortua sanctissima marires! Amine, andè in pax, in nomine Cristua.

  4. fra' Tricidio ha detto:

    E noi diciamo NO a questa visiun modernistica del matrimonia, che es un sacramentua fatto dal pontifexper unir homine e foemine, minga tuta quel antra sbamburaglia de pecator.
    Pentes omnia, per il santissimo nomine de Dominus Vobiscum Etcum Spirito Tuo, segnor nostro in de l’anima dei mortua sanctissima marires! Amine, andè in pax, in nomine Cristua.

  5. Bella segnalazione e bella storia, quella di Don Barbero, che ho girato ad alcuni miei amici che hanno il dono della fede.
    Le persone, i preti come lui, fa piacere sapere che esistano.
    Ciao.

  6. paola ha detto:

    Ho letto solo poco fa quell’articolo, trovando le parole di Don Barbero illuminate e commoventi.
    Poi sono passata dal tuo blog, solo per dirti che sono contenta di aver votato per te alle primarie dell’unione e che mi è piaciuta la tua veemenza allegra nell’intervento dell’altra sera da Crozza (registrato per l’occasione perchè io la tv non la guardo mai).
    Così, trovare questo tuo commento ha rafforzato ancora di più quel che pensavo. Un abbraccio e tanta stima.
    Paola

  7. Francesco ha detto:

    per fortuna stavolta non abbiamo niente da invidiare alla Spagna.
    Un paio di mesi fa mi guardavo un programma su La7 (guarda caso sempre lei!!!) dove la conduttrice/protagonista, etero, faceva un viaggio “nel mondo lesbico italiano” (espressione orribile, me ne rendo conto, ma non saprei come altro definire il programma, era proprio un on the road); ebbene, durante i suo viaggi lei incontrava due donne e mamme abitanti in un paesino di montagna (del torinese mi pare), che non solo non venivano additate dalla comunità come dei mostri (dicevano: “ci conoscevano prima, sanno chi siamo e vogliono bene alla nostra bimba”!), ma addirittura la loro famiglia era riconosciuta persino da un sacerdote (ovviamente ex, sospeso pure lui per le sue idee troppo liberali), che vedeva in loro quel riflesso dellì’amore divino che dovrebbe essere la luce guida dei fedeli!!!

    mi colpì molto quella puntata, perché mi confermò una volta di più che non è solo un manipolo di disgraziati rovina-famiglie e senza-Dio a considerare naturale una famiglia omosessuale, ma lo fanno anche sacerdoti e anziani montanari che riescono a vedere oltre il pregiudizio e conoscere le persone!

  8. neroinchiostro ha detto:

    Ecco un degno rappresentante del Dio in cui credo, che mette l’Amore in testa agli argomenti e non la filosofia o altre convenienze.

    La Chiesa ha tentato in tutti i modi di farlo tacere. Sono contento di vedere che almeno Repubblica ha ancora una sua libertà di pensiero.

  9. Emanuele ha detto:

    Ho letto anch’io l’articolo di Don Franco, mi è piaciuto, è una bella storia, e soprattutto ha colto sul vivo la questione fede e gay…. anche se il regime di clandestinità descritto mi soffoca, d’altra parte capisco bene qual’era il clima che si respirava all’epoca.
    Ho partecipato ad un matrimonio di due amici (maschi) a Berlino due anni fa, e devo dire essere stato un avvenimentio che mi ha segnato nel profondo. Ovviamente non tanto per il fatto che a sposarsi fossere due uonimi, ma quanto per le qualità di quei due uomini e delle persone presenti (genitori, fratelli, sorelle, bambini). Ce ne fossero di matrimoni così…. Bax E