Alfonso Pecoraro Scanio pubblica sul suo blog l’appello di Parigi che l’Italia ha sottoscritto insieme ad altre 40 nazioni al termine della Conferenza sulla governance ecologica mondiale.
L’umanità sta preparandosi da sola il disastro. Ieri a cena con amici a Londra si scherzava, ma nemmeno poi tanto, sul riscaldamento globale e sull’onda che ci cadrà in testa quando avremo provveduto a sciogliere la calotta artica. Tina, che fa l’insegnante di italiano alla London School of Economics mi raccontava di una sua amica che a giorni avrà un bambino e di lei che si sforza di non fare mai battute apocalittiche davanti a quest’amica il cui orizzonte di speranze (e di timori) sta ora per allungarsi a tutta l’aspettativa di vita del nascituro. “In fondo non credo di dover davvero preoccuparmi: mia figlia ha già trent’anni”, scherzava Tina, e mi ha fatto specie rendermi conto che stiamo cominciando ad avere, e a tentare di esorcizzare, la paura di non consegnare non a dei vaghi posteri ma alla generazione immediatamente successiva alla nostra lo stesso mondo che abbiamo ricevuto in eredità.
Firmo l’appello di Parigi, dunque, e vi invito a fare lo stesso. Per la figlia di Tina che ha trent’anni e soprattutto per il figlio dell’amica di Tina che nascerà tra pochi giorni a Londra con un sole di primavera a febbraio.
5 risposte a “Firmiamo l'appello di Parigi”
Oltre a firmare appelli, potresti cominiciare a compensare le emisisoni di tutti i ivaggi aerei che fai su e giu per l’europa.
Vedi qui di cosa parlo:
http://www.matteorizzolli.net/coopcons/files/200701_P12-14_Volo.pdf
Mia figlia Maria ha meno di 8 mesi e io sono più che preoccupato per il futuro catastrofico che sembra attenderla. Sostengo Greenpeace, sono un maniaco della raccolta differenziata, spengo la luce quando esco da una stanza. Poi vedo i miei vicini buttare nello stesso sacco (trasparente, complimenti al comune di Seveso!) carta, plastica, avanzi di cibo. E’ una sciocchezza, è vero, ma se il poco che io come individuo (noi, come famiglia, in realtà) è, di fatto, “azzerato” dalle famiglie che mi stanno attorno (ma non hanno figli anche loro, maledizione!?), che faccio? Dichiaro l’indipendenza del mio appartamento e chiedo l’ammissione a Onu e Fifa?
Sono ecologista sin da bambino e ho sempre provato a vivere la cultura ambientalista.
Ho sottoscritto anch’io nel mio piccolo l’appello di Parigi.
La centralità della questione ambientale non dovrebbe essere in discussione nei programmi dei partiti politici di qualsiasi orientamento e non è tollerabile darle una priorità secondaria.
Ben vengano le iniziative di Parigi e ben venga l’interesse del ministro che, anche se rimane molto da fare, si sta rivelando un buon ministro.
Aderiamo tutti, lo faccio anche per mia figlia che nascerà tra tre mesi.
Un abbraccio,
luigi
sono d’accordo con Andre del bene.
Sì questo ministro (dell’ambiente) si dà da fare è la prima volta che si vedono dei risultati concreti sull’ambiente ed ecologia e come anche nella difesa che il suo partito porta nell’estensione dei diritti civili (vedi Pacs). Fino ad ora la vera politica di sinistra la vedo attraverso i Verdi PDC e PR. peccato che i DS si stanno imparentando con La Margherita(Binetti, Rutelli-Ruini ecc).