21 Febbraio 2007

Pensieri e parole

Diario

Prodi si è dimesso.
1. Veramente buffo che il governo cada sulla politica estera. Non ho mai avuto particolare simpatia per Massimo D’Alema, ma la politica estera di questo governo (Afghanistan incluso: vedi Zapatero) è stata secondo me l’unica cosa che meriti veramente di essere ricordata.
2. Sebbene l’oscena legge elettorale abbia ridotto la maggioranza ad un filo, la stessa oscena legge elettorale ha consentito ai segretari dei partiti di scegliersi, uno ad uno, faccina per faccina, tutti i senatori e tutti i deputati seduti in parlamento. Chi ha deciso in modo totalmente cinico e a fini esclusivamente speculativi di candidare ed eleggere gente come Sergio De Gregorio (ma anche come Franca Rame che, con tutto l’affetto, c’entra con Di Pietro come il cavolo a merenda) porta una precisa responsabilità politica che a questo punto non può più essere ignorata.
3. La migliore fotografia del Paese dei perpetui è quella di un governo che, esattamente come se 60 anni non fossero mai passati, cade per volere di Giulio Andreotti.
4. Ma questa volta, ci sarà qualcuno che si assume la responsabilità dell’accaduto?

30 risposte a “Pensieri e parole”

  1. Stefano ha detto:

    Cito Beppe Grillo: “(Cadere) per Kabul no. Bastava chiedere a Gino Strada per sapere perchè”.
    Mi dispiace, ma non la vedo così: la politica estera del governo Prodi è stata assolutamente disastrosa. Qualcuno, tra gli elettori dell’Unione voleva che andassimo in Libano? Qualcuno, tra gli elettori dell’Unione, si beve la storia (trita e ritrita) della missione di pace (di nuovo, vedi Gino Strada)? E la base di Vicenza? Perchè nessuno ha pensato di sentire i cittadini? Perchè propinarci la balla della coerenza con quanto stabilito dal precedente esecutivo? Ancora Grillo: “Napolitano ha dichiarato appena dopo la manifestazione di 200.000 persone a Vicenza che: Complimenti per il tempismo ungherese”. Idem per la Tav. Complimenti a tutta la sinistra.

  2. Cristiano ha detto:

    se Di Pietro non avesse candidato De Gregorio quello sarebbe arrivato in parlamento comunque, con un Mastella, un Rotondi o chissachecosa grazie ai voti delle sue associazioni che coincidono largamente con una non trascurabile fetta di elettorato di Di Pietro (andatevi a vedere le percentuali di IDV nei seggi esteri).

    Tanto valeva imbarcarlo.

    Tra l’altro, con il senno del poi, se De Gregorio non fosse stato candidato, i 26000 voti che hanno fatto vincere Prodi sarebbero andati da un’altra parte e non staremmo quindi neanche a parlare di caduta di governo Prodi…
    e probabilmente, visto come si sono svolte le ultime elezioni, NON STAREMMO NEANCHE QUI A PARLARE…

  3. salvo ha detto:

    mmm..non era il migliore dei mondi possibili, no davvero. però adesso la veggo buia.

    Ti verrò a sentire il 27 a Latina.Sarà bello vedere qualcosa di valido in questa città paludosa

  4. stark ha detto:

    La cosa su Andreotti l’ho pensata uguale uguale. Rammarico.

  5. out of habit ha detto:

    bello tornare a casa e sentire mio fratello (che vota an) sfottermi per quanto successo. sono delusa, come tutti penso, ma credo anche che per come si sono svolte le cose fosse solo questione di tempo. era abbastanza inevitabile. o meglio, se solo avessero preso con più serietà e l’impegno di guidare un paese e non come il solito gioco di poltrone…

    sinceramente, Ivan, spero tu voglia ritentare, come ad ottobre 2005 e anche di più, e anche se non ci conosciamo personalmente mi ci butterei anima e corpo perchè credo nelle tue idee, e in questo clima così deludente sono una bella speranza per me che ho solo 20anni e una vita davanti.

  6. daria ha detto:

    cosa dovrebbe spingermi a votare di nuovo?
    io alle primarie ti ho votato.
    ecco se un giorno ti candiderai tu tornerò a votare.
    per ora, niet.

  7. doni ha detto:

    La prossima volta che si svolgeranno delle elezioni in questo sfolgorante paesello voterò per il mio cane.

  8. paulo ha detto:

    Io mi trovavo all’estero prima che si svolgessero le elezioni. Mi giocai l’equivalente delle famose redistribuzioni dei redditi su base fiscale, attuate in seguito con la finznziaria, per comprarmi il biglietto di andata e ritorno. Purché si facesse qualcosa di buono, non chiedevo la luna, ma non volevo il berlusca, mai più.

    Il mio mandato elettorale non è mai stato tradito in questi mesi? Certo che qualche volta è stato tradito, e mi sono incazzato, ma non per questo speravo che si arrivasse a questo. Ma è chiaro a questo punto che il mandato di un elettore di Rifondazione o Pdci è più importante del mio, perché il suo non può essere tradito, pena la caduta del governo. Per la cronaca, anche io sarei capace di farmi nobile con questi metodi, e guadagnarmi il paradiso dei pacifisti e dei socialmente giusti e puri.

    Io il viaggio me l’ero fatto perché piano piano le cose migliorassero, se avessi saputo che due senatori mi avrebbero obliterato in un battibaleno me ne restato fuori. E mi chiedo chi me l’ha fatto fare di sopportare in silenzio le me…te che non stvano bene a me. Adesso passo per fesso due volte.

  9. Barbara ha detto:

    Ci meritiamo questa squallida fine.
    E complimenti al senatore Taglia-qualcosa e al sen. Rossi per i loro sanissimi principi.
    Chè a casa se li potranno lucidare col Sidol per ore ed ore.
    Sono inca…..a pallaaaaaaaaaa !!!
    Sgrunt !

  10. Barbara ha detto:

    Errata Corige: l’altro sen. è Turi-qualcosa..

  11. Guido ha detto:

    Ma ci pensate?
    Si ricomincia con Bondi e Cicchitto, le leggi ad personam, le televisioni, il conflitto di interesse (quello nostro con quello di Berlusconi…).
    Adesso che, almeno un pelino, la crisi dell’economia sembrava allentare la presa.
    Non ne posso più: c’è gente che arranca a lavorare 12 ore al giorno per tenersi a galla, perché l’Italia NON FUNZIONA PIU’.
    Ma svendiamo il territorio a qualche multinazionale spagnola!
    Ma di che cosa campa la gente?
    Proviamo a mandare a lavorare gli imboscati di rifondazione che pascolano negli enti pubblici!
    Vediamo un po’ se poi hanno ancora voglia di fare gli “scherzetti”.
    A me pare che con tutte le scemenze che stiamo combinando in Italia ci stiamo giocando le ultime possibilità di non avere come unico futuro quello di diventare la Cuba (di Batista) dell’Europa.
    Quanto a D’Alema, la differenza la fa il fatto che avere delle capacità non è un’opzione superflua.
    In mezzo a una banda di cazzoni raccattati, uno che ha un po’ di sale in zucca, a parte la simpatia, forse alla fine fa vedere la differenza.
    Purtroppo la classe dirigente italiana, incluso, e forse in primo luogo, quella politica, è una banda di cazzoni raccattati o, in alternativa, di delinquenti abituali. Siamo decisamente a corto di gente, appena un minimo, capace e onesta.

    E’ solo uno stato d’animo, di uno che rientra alle 8:30 dopo essere uscito alle 07:50 e vede il telegiornale, convinto di avere fatto la propria parte.

    Non lo postate.
    Guido.

  12. Corinna ha detto:

    Ivan – mi sono svegliata stamattina (abito in California) e quando ho letto le headlines sul Corriere e Repubblica mi è venuto un tuffo al cuore – sono veramente amareggiata – Andreotti che nel 2007 riesce ancora a cambiare la storia italiana – le fazioni che continuano a vincere sul bene comune – ma la politica è dialogo, mediazione, e questi anni bui di Berlusconismo non hanno insegnato niente ai due signori che hanno votato contro? Si dice che ci vuole una classe politica nuova, giovani, come te, ma invece vedo tanti che sono rassegnati, non vogliono votare piu’ – la questione è che non si sa piu’ che pesci pigliare – che cosa dobbiamo fare per cambiare come vanno le cose in questo paese????

  13. alessandro ha detto:

    Non darei la colpa ad Andreotti – anche perché vorrebbe dire che il governo finora andava avanti grazie al suo appoggio, che è l’argomento un po’ specioso della destra. Magari ha ragione Ivan a dire che fa una certa impressione (eufemismo) il fatto che ci sia ancora lui di mezzo in questa situazione. Ma il governo lo hanno fatto cadere due senatori della cosiddetta sinistra radicale, non ci prendiamo in giro. E non prendiamoci in giro neanche sulla fragilità di questo governo: se non fosse caduto sull’Afghanistan sarebbe forse caduto sui DICO, con qualche cattolicone deciso a non transigere sui principi, proprio come i due senatori di oggi. Purtroppo la legge elettorale e la volontà politica degli italiani hanno dato al governo (ora ex-governo) Prodi numeri risicatissimi. Comunque capisco in pieno la rabbia di Paulo: in effetti con il sistema che ci troviamo, e che è più proporzionale che maggioritario, il voto di chi ha votato il solito partitucolo all’uno o due per cento, come a suo tempo con il PLI, il PRI o il PSDI, finisce col contare di più. E il bello è che i candidati se li sono scelti i partiti! Belle scelte, non c’è che dire… Ora scommetto che faranno il governo tirandoci dentro l’UDC (Casini ha già alluso alla sua disponibilità, dicendo che ci vuole una pausa di riflessione) e i DICO ce li possiamo scordare per un bel pezzo…
    Saluti dal Brasile

  14. paulo ha detto:

    A costo di rendermi fin troppo ppopolare fra di Voi, per l’occasione mestamente Dico:

    “Stop all the clocks, cut off the telephone,
    Prevent the dog from barking with a juicy bone,
    Silence the pianos and with muffled drum
    Bring out the coffin, let the mourners come.

    Let aeroplanes circle moaning overhead
    Scribbling on the sky the message He Is Dead,
    Put crepe bows round the white necks of the public doves,
    Let the traffic policemen wear black cotton gloves.”

  15. Alessandro Focareta ha detto:

    solo una parola che è venuta meno: responsabilità.

  16. Andrea ha detto:

    ho 25 anni, amo la politica, anche se negli ultimi anni ho vissuto all’estero A-M-O il mio paese, sono un elettore di questo governo.. non era il massimo, ma mi piaceva: i dico, ancora il mediterraneo in politica estera, padoa schioppa e il tentativo di ridare serietà e solidità alla cosa pubblica. dopo tanti anni di berlusconi leggere di politica e identificarsi in un provvedimento, sembrerà banale, ma non ci ero abituato. ero un “cittadino contento”, non in paradiso, no, ma nel migliore dei mondi possibili sì.
    Due, scusate il termine, stronzi che credono ancora (cito le bio di repubblica) alla quarta internazionale comunista -io mi ero fermato alla terza, non so voi- fanno cadere un governo che con i suoi difetti non era comunque affatto male. e lo scopro a lezione, tam tam di messaggi della comunità di italiani alla lse di londra, mi veniva da piangere. non scherzo no, mi veniva da P-I-A-N-G-E-R-E.
    come è possibile? non ci credevo. due estremisti irresponsabili, pininfarina e andreotti.. buttano un paese nel caos. non ci volevo credere.

    passato lo shock, il disgusto, il disprezzo, la rabbia…da giovane di sinistra, culturalmente e politicamente, mi dico: e in italia chi mi ci fa tornare?

  17. Fra ha detto:

    Sono triste.
    Non ho più voglia di rimanere deluso per l’ennesima volta.
    Basta, basta, basta!
    C’è voglia di cambiamento, cambiamento reale!

  18. Marta Meo ha detto:

    Rossi e Turigliatto, remeber, Rossi e Turigliatto.
    Per piacere finiamola di parlare di Andreotti, finiamola di parlare di complotto della chiesa…
    Abbiamo forse firmato un programma di 281 pagine con Andreotti? NO.
    Andreotti fa la sua parte e basta.
    Il problema è che a questo punto o andiamo a Canossa e cerchiamo di rendere più solida al centro la coalizione oppure andiamo a votare.
    E vince la destra. Una destra peggiore di quella dell’anno scorso.
    Più arrogante ancora e che non si sarà rinnovata in niente.
    Vincerà la destra anche perchè a me come a molti la sola idea di fare campagna elettorale per qualcuno che era al governo – oggi – mi fa venire maldipancia.
    E se sarà un Prodi bis quante volte ancora dovremo vedere Napolitano rientrare a Roma in tutta fretta per ricevere il professore dimissionario dopo essere andato in minoranza al senato?
    Per poi vedere il Professore gigioneggiare e dire “mi dimetto” e due minuti dopo dire “se non volete non mi dimetto” e poi sentire gli altri dire “siiiii facciamo il Prodi bis, tris… e chipiunehapinemetta?”
    Sarà bene che Napolitano annulli tutti i suoi impegni fuori porta per i prossimi anni…
    e a questo punto forse la cosa più importante da fare è tirare fuori i banchetti e raccogliere le firme per il referendum elettorale…

  19. Roberto ha detto:

    1) Ma com’è che Grillo, che parla di tutto e tutti, e che normalmente apprezzo, sui Dico non si esprime?
    2)Ma siamo sicuri che dietro a questa pantomima sulla politica estera non ci sia in realtà una manovra del Vaticano che con l’appoggio di Andreotti & CO. ha fatto in modo di eliminare alla radice il “problema” Dico?

  20. Sciltian ha detto:

    Ivan, secondo me una soluzione interessante potrebbe essere un governo politico a guida Bertinotti, senza ministri comunisti. E dovresti sostenere l’idea anche tu: Bertinotti è legittimato dall’essere arrivato secondo alle primarie.

    Il fatto che sia anche il presidente della Camera, secondo me, è meno rilevante. Se vogliamo dare un senso alle primarie, certo.

    Presidente della Camera potrebbe ridiventare Casini, così almeno si cerca di dividere ulteriormente le due opposizioni.

  21. Olmo ha detto:

    Io dico, caro Ivan, che dovresti iniziare a scaldarti i muscoli, e fare anche in fretta.
    Io sto iniziando a rimboccarmi le maniche.

  22. Mario ha detto:

    Di tutti i commenti che ho letto, quello che più mi ha colpito è quello di Alessandro. Per quello che dice, certo. E per la sua età, 25 anni.
    Secondo me andrebbe recapitato d’urgenza a tutti i dirigenti di tutti i partiti dell’Unione, accompagnato da una lettera contenente una sola parola e tantissime firme.
    La parola è: DIMISSIONI
    Le firme sono le nostre.
    E sarei curioso di sapere quante se ne raccolgono, di firme.
    Così facciamo le prove generali.

  23. Davide Martini ha detto:

    Come ho scritto nel blog:

    1- Con l’ultima legge elettorale i deputati e i senatori non vengono determinati in base alle prefernze degli elettori, bensì dai segretari di partito. Nonostante ciò questi stessi segretari non sono in grado di richiamarli all’ ordine.

    2- Determinante per la vita politica del Paese è Giulio Andreotti ( 87 anni, me ne parlava spesso mo nonno quando ero piccolo). Da non sottovalutare la possibilità che lo stesso abbia utilizzato questo stratagemma per sbarrare la strada ai DICO, considerate le sue avanguardistiche osservazioni in merito ( «Non sarebbe male se tutti, compreso Prodi, si andassero a rileggere Dante: i sodomiti nella Divina Commedia finiscono all’inferno. Non c’è un quarto girone che si crea per decreto legge.» Poi il senatore a vita ci spiegherà dove vanno i mafiosi ? ) e la sua mai nascosta sudditanza al Vaticano.

    3- Il Presidente del Consiglio ( Prodi) è lo stesso di dieci anni fà, il Ministro degli Esteri e Vicepresidente del Consiglio ( D’Alema) è quello che ha costitito il successivo governo riparatore , l’altro Vice del Presidente del Consiglio (Rutelli) è quello che ha perso le elezioni successive. Il Presidente della Camera (Bertinotti) quello che ha fatto cadere il primo governo dell’ attuale Presidente del Consiglio.

    4- I Democristiani ( vedi UDC ) ora si sfregano le mani all’ idea di un bel ribaltone.andreotti

    5- Si punta il dito contro le manifestazioni di dissenso anche all’ interno della stessa maggioranza, senza considerarle la semplice espressione del desiderio di dialogo.

    6- I DICO e i diritti degli omosessuali diventano un miraggio.

    7- Ci si prepara al solito pasticciaccio di Governo raffazzonato con a capo un ex democristiano ( ci scommettiamo ?)

    8- L’età media dei soggetti coinvolti oscilla tra i i 60 e i 90 anni.

    Ma la Prima Repubblica non era finita ?!?!?!?

  24. MICHELE METTA ha detto:

    PER RIFLETTERE, da La Repubblica, articolo di Claudio Tito:

    “O CI MUOVIAMO nel perimetro di questa maggioranza oppure si va a votare. Subito”. La televisione era sintonizzata sul canale del Senato. Aveva seguito il dibattito fin dal primo minuto. Anche durante il pranzo insieme a due dei suoi fedelissimi Di Giovanni e Ovi, il monitor era rimasto lì, davanti agli occhi. Stava facendo il punto della situazione sui prossimi passaggi del governo in tema di politica economica. E proprio in quel momento si è acceso il display di Palazzo Madama.

    Un momento di pausa. Stupore. E poi lo sfogo: “L’avevo detto che avremmo perso. Lo sapevo. Era chiaro, troppe polemiche, mai compattezza. Il Partito Democratico sempre in discussione. Mi sono fatto bucare il costato in continuazione…”. Quindi tanto silenzio. Fino a quando Romano Prodi non ha preso il telefono. “Pronto Flavia”, il fiume in piena è proseguito con la moglie rimasta a Bologna: “Io mi dimetto”.

    Poi con tutti gli altri. Con i “prodiani doc” e con i leader dell’Unione, arrivati subito dopo a palazzo Chigi. E con il presidente della Repubblica. “Fai bene a dimetterti – gli dice per telefono Giorgio Napolitano – perché il rinvio già c’è stato, dopo quel voto su Parisi. Ora servono soluzione che garantiscano una effettiva stabilità alla legislatura”.

    Tensione e clima di ghiaccio al primo vertice con Massimo D’Alema, Francesco Rutelli, Enrico Letta, Arturo Parisi e Giulio Santagato. Lo stato d’animo del professore andava a corrente alternata: rabbia e rassegnazione si inseguivano. Nonostante quel “lo sapevo”, sperava di poter superare anche questo tornante.

    Di fronte alla frana, però, punta l’indice: certi errori forse si potevano evitare. Ad esempio la replica del ministro degli Esteri. Il premier avrebbe preferito una linea diversa dal vicepremier. “Ha forzato troppo, è stato troppo pesante. Che bisogno c’era di essere tanto duri? Non ce n’era bisogno. Ora mi deve dire perché l’ha fatto”. Anche l’ultimatum lanciato martedì scorso a Ibiza non lo aveva affatto convinto. “Non ha proprio funzionato niente”.

    Il fantasma del ’98 dunque alla fine si materializza. Come allora, il capo dell’Unione vuole la resa dei conti. Vuole “fare chiarezza in modo definitivo”. E agli alleati lo dice subito. Il reincarico che Scalfaro gli diede nove anni fa brucia ancora come un errore da sottolineare con la matita rossa. “Un altro mandato al buio non lo accetto, sia chiaro. Il mandato deve essere blindato. Resto, se ho la certezza di avere una maggioranza di ferro e se voi mi darete più autonomia. Dovete mettervi in testa che questo Paese ha bisogno di essere governato da questa maggioranza. Punto e basta. Io non sto qui a pietire. Per quanto mi riguarda, poi, la maggioranza non cambia. Se no, si va al voto”.

    Parole pesanti come pietre per i presenti. E che in pochi hanno apprezzato. “Guarda che forse bisogna essere più prudenti, vediamo come si mettono le cose – lo interrompe D’Alema -. Se andiamo al voto, riconsegniamo il Paese a Berlusconi per dieci anni. Al Senato il problema c’è, risolviamolo. Andiamo avanti, ma per governare davvero e non per tirare a campare. Con la stessa maggioranza, si tira a campare”.

    Il presidente dei Ds difende la sua tattica. Ricorda che “un momento di chiarezza era indispensabile da tempo. Non ho forzato la mano, ho solo cercato chiarezza”. A suo giudizio, però, una via d’uscita ancora c’è. E non una nuova fiducia sic et simpliciter. L’Unione, questo esecutivo guidato da Prodi, deve pensare ad “allargare” la sua maggioranza. A chi? Ai centristi. All’Udc, se possibile. Dando in cambio la riforma elettorale, anche il modello tedesco. Un percorso stretto, lo sanno tutti. Ma che per la Quercia va comunque sperimentato. “Abbiamo due strade – osserva Piero Fassino – o un allargamento stretto ad alcuni singoli esponenti centristi. O, più difficile, lanciare un ponte all’Udc”.

    Su questa strada, stavolta il patto tra D’Alema e Fausto Bertinotti è di ferro. L’idea di espandere l’Unione adesso ha aperto una breccia anche nel Prc. “A questo punto – è il ragionamento di Franco Giordano – Prodi dovrà guadagnarsi qualche consenso in più. Naturalmente senza snaturare il programma di governo”.

    Certo, Rifondazione privilegerebbe “l’allargamento stretto”. Sta di fatto, che il fronte si è comunque aperto. La Margherita ci va con i piedi di piombo. Sa che ogni passo può essere interpretato come una cedevolezza alle larghe intese. A quelle evocate da Silvio Berlusconi lanciando in pista Franco Marini (“così in cambio ci danno la presidenza del Senato”), Giuliano Amato o Lamberto Dini. Francesco Rutelli non si sbilancia. Né al vertice di Palazzo Chigi né all’ufficio politico dei Dl. Facendo comunque insospettire alcuni dei suoi che temono la voglia del vicepremier di infilarsi negli eventuali spazi che si apriranno durante la crisi di governo. Basti pensare che al consiglio dei ministri la più decisa nella difesa del Professore è stata Rosy Bindi: “O con te o alle elezioni”. Davanti ai tanti “non mollare”, però, c’è stato un D’Alema che si è limitato ad aspettare: “Decide Napolitano”.

    La partita quindi è solo all’inizio. Ma, come dice Arturo Parisi, stavolta “non ci sono stati complotti, il problema è solo politico e come tale va affrontato”. Prodi è pronto a giocare le sue carte solo alle sue condizioni, cercando solo qualche voto in più come quello di Marco Follini. La prima tappa, allora, sarà il reincarico. Per il premier un problema difficilissimo. Anche perché “vedrete che in ogni caso nessuno vorrà andare al voto. E se non ci saranno le mie condizioni, allora me ne andrò. Mi dimetterò anche da deputato. Torno a fare il professore a Bologna”.

  25. mariarosa ha detto:

    Sono anni che mi chiedo perché,con tutto che noi italiani siamo in generale un popolo di gente piuttosto sveglia,non riusciamo a dimostrare a noi e al mondo quanto siamo in gamba.
    Il politico diventi un PROFESSIONISTA con tutti i requisiti che sono capacità,eticità,senso di responsabilità ,rispetto nei confronti del cliente.Possiamo noi CLIENTI pretendere di avere al nostro servizio persone preparate ?Abbiamo ottime università,aggiungiamo un corso di lingue ,un corso di storia e aggiornamenti obbligatori.
    Possiamo pretendere che queste persone non abbiano alcun carico pendente con la giustizia?
    Possiamo pretendere che concordino con il cliente i lavori da eseguire prima di redigere le pratiche burocratiche necessarie?I rappresentanti sul territorio e le sedi di partito non servono solo ad emettere proclami.Possiamo pretendere che rendano conto della bontà del loro operare periodicamente; che ,se dovessero commettere errori, se ne assumano la responsabilità e cerchino di riparare;che quando il loro incarico arriva a conclusione ne ricevano solo un compenso limitato allo specifico e non onori e privilegi a vita?……e via dicendo.
    Coraggio,iniziamo noi,paghiamole tasse,chè i soldi non si autogenerano,smettiamola di fare i ragazzini viziati,quelli che siccome la vita è difficile si autorisarciscono,con il superfluo più assurdo(senza contare il rispetto dovuto alle persone che fanno veramente fatica a vivere);iniziamo però a pretendere di retribuire gente seria.
    Oggi mi sento presuntuosa:egregio sig Prodi abbia maggior coraggio e si faccia aiutare a comunicare meglio i significati che stanno alla base dei singoli atti che compie il Governo,cerchi qualcuno che l’aiuti a coinvolgere il Suo elettorato :a volte l’entusiasmo aiuta a superare la fatica

  26. Marco ha detto:

    Chi comanda in Europa, ecco alcuni, a mio parere, significativi esempi:

    Italia
    Sergio Pininfarina – Torino 8 settembre 1926 – età 81
    Giulio Andreotti – Roma 14 gennaio 1919 – età 88
    Francesco Cossiga – Sassari 26 luglio 1928 – età 79 (un teenager).
    Romano Prodi – Scandiano 9 agosto 1939 – età 68
    Silvio Berlusconi – Milano 29 settembre 1936 – età 71
    ————————-
    Spagna
    Jose Luis Rodriguez Zapatero – Valladolid 4 agosto 1960 – età 47
    ————————-
    Svezia
    Fredrik Reinfeldt – Stockholm 4 agosto 1965 – età 42
    ————————-
    Germania
    Angela Merkel – Hamburg 17 luglio 1954 – età 53
    ————————-
    Francia
    Dominique de Villepin – Rabat 14 novembre 1953 – età 54
    ————————-
    Grecia
    Konstantinos A. Karamanlis – Atene settembre 1956 – età 51
    ————————-
    Regno Unito
    Tony Charles Lynton Blair – Edinburgh 6 maggio 1953 – età 54
    ————————-
    Finlandia
    Matti Vanhanen – Jyväskylä 4 novembre 1955 – età 52

  27. Roberta ha detto:

    Io la penso come Michele Serra sulla Repubblica di oggi…
    Bastaaaaa qualcuno cambi tutto!!!

    L’AMACA
    I Cavalieri dell’Ideale
    di MICHELE SERRA:

    SI CAPISCE, uno ha tutto il diritto di coltivare i suoi ideali integerrimi. E di sentirsi eletto dal popolo lavoratore anche se è stato spedito in Senato da una segreteria di partito. Uno ha tutto il diritto di rivendicare purezza e coerenza, così non si sporca la giacchetta in quel merdaio di compromessi e patteggiamenti che è la politica. Però, allora, deve avere l’onestà morale di non fare parte di alcuna coalizione di governo. E deve dirlo prima, non dopo. Deve farci la gentilezza di avvertirci prima, a noi pirla che abbiamo votato per una coalizione ben sapendo che dentro c’erano anche i baciapile, anche i moderatissimi, anche gli inciucisti. A noi coglioni che di basi americane non ne vorremmo mezza, ma sappiamo che se governano gli altri di basi americane ne avremo il triplo.

    Invece no: questi duri e puri se ne strafottono della nostra confusione e della nostra fatica. Prima salgono sulla barca della maggioranza, poi tirano fuori dal taschino il loro cavaturaccioli tutto d’oro e fanno un bel buco nello scafo, per meglio onorare la loro suprema coerenza e la nostra suprema imbecillità. Un bell’applauso ai Cavalieri dell’Ideale: tanto, se tornano Berlusconi e Calderoli, per loro cosa cambia? Rimarranno sul loro cavallo bianco con la chioma al vento.

  28. de Cairolis ha detto:

    D’Alema, dì qualcosa di destra

  29. Giuseppe A. Veltri ha detto:

    Abbiamo la classe politica peggiore del mondo occidentale. Punto.

  30. alessandroid ha detto:

    SALVO LIMA, DICO NO A PRODI

    Con la sua astensione, l’immarcescibile Giulio Andreotti, ha sancito l’ennesimo collasso di Prodi. Una vicenda che vent’anni fa sarebbe stata tutta interna alla DC, ora assume toni sinistri. Anzi, centrosinistri.

    Visto anche il non-voto del confindustriale Pininfarina, qualcuno dice che in realtà è stata anche la vendetta di Montezemolo per le scelte troppo a sinistra di Prodi. Insomma, Angelo Vendicatore e Belzebù coppia che di fatto ha silurato il governo Prodi. Che ve lo DICO a fare.