10 Marzo 2007

Basterebbe spiegare il perché

Diario

Splendido articolo di Chiara Saraceno sulla Stampa di oggi sulla bocciatura delle nomine proposte al CdA della Rai dal Direttore Generale Cappon. Saraceno dice, beh, abbiamo assisitito al solito uso della Rai a fini politici; peccato però che nessuno abbia notato che tutto il pacchetto di nomine Cappon era fatto di soli uomini e che lo stesso CdA che le ha esaminate e bocciate è fatto solo di uomini. E non si contano i consessi, gli organi e i collegi dove gli uomini sono la totalità – a parte qualche caso dove l’unica donna fa la foglia di fico, vedi la Corte Costituzionale.
Devo dire che non capisco proprio perché questo problema non si risolva una volta e per tutte. O meglio, lo capisco benissimo: il problema non lo si risolve perché a nessuno, centro-sinistra incluso, interessa risolverlo.
Nelle migliori aziende del mondo, quelle più avanzate in materia di “diversity management” dove il problema dello sviluppo del talento femminile è considerato un tema essenziale per il business si è sviluppato il concetto dei “candidate slates”, o liste dei candidati. Il principio è che per ogni posizione bisogna sempre assumere il miglior candidato, chiunque sia, e senza quindi imporre alcuna quota rosa o di altro colore, ma prima di fare una scelta il manager responsabile deve elencare al livello di management superiore tutti i candidati che sono stati considerati per la posizione e spiegare perché alla fine si è scelto il candidato vincente, quali siano cioè le caratteristiche che lo hanno fatto prevalere sugli altri.
Così alla fine si verificano due fondamentali requisiti del processo. Il primo è che un manager che consegna liste di candidati tutte fatte di maschi è un manager che per principio non solo non assume, ma nemmeno valuta candidati donne (ma la stessa cosa può applicarsi all’etnia, all’orientamento sessuale eccetera). E un manager così si auto-evidenzia come il collo di bottiglia che causa il problema, il che non costituisce evidentemente una nota di merito. Il secondo è che bisogna sempre spiegare perché il prescelto è migliore degli altri candidati e questo obbliga a fare scelte che, anche quando non sono basate su criteri oggettivi al 100%, sono almeno comprensibili in astratto e magari anche condivisibili con i candidati non vincenti.
Il sistema funziona solo se c’è una volontà dall’alto di farlo funzionare, naturalmente. Quindi la prossima volta che Cappon arriva con le nomine, il CdA farebbe bene a chiedergli una “candidate slate”, costringendolo a spiegare chi abbia considerato per quelle posizioni e come sia arrivato alle relative decisioni. E lo stesso quando poi si deve nominare lo stesso CdA della Rai e ogni altro ente o collegio o dirigente pubblico, e su su fino al momento in cui il Presidente della Repubblica guarda la lista dei ministri consegnatagli per la firma.
In fondo, si tratta semplicemente di assumersi una responsabilità. E stai a vedere che così la prossima volta che si fa un governo di donne ministro ne abbiamo di più e non tutte ad occuparsi di bambini, malati, di giochi e di sport.

4 risposte a “Basterebbe spiegare il perché”

  1. restodelmondo ha detto:

    Bella idea, in teoria. Ma in pratica temo che ci siano sempre modi di giutificare la discriminazione, tanto più in una lingua di sfumature come l'”italiano politico”.

    Ti faccio un esempio personale: l’esaminatore di scuola guida che non voleva farmi passare l’esame perché “non guidi con grinta”. Dopo aver passato mezz’ora a fare battute a doppio senso sulla leva del cambio, e avermi chiesto di andare a 65km/h in città. Ovviamente, i maschi esaminati prima di me avevano passato l’esame dopo 10 minuti. (Alla fine ho passato l’esame prendendolo per sfinimento, complici i 40 gradi all’ombra del luglio milanese.)

  2. “diversity management” è il futuro, basti vedere le politiche avvenieristiche di Apple Inc.

  3. bitstorm ha detto:

    In italia i pregiudizi sessuali resistono vivi e vegeti anche in campi che si occupano di tecnologie e che dovrebbero essere all’avanguardia anche nelle politiche di pari opportunità di carriera.
    Anche all’università materie come la costruzione di impianti di controllo automatizzati sono appannaggio maschile e la presenza femminile viene vista come bizzarra e viene apertamente schernita.

  4. Issac ha detto:

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