19 Dicembre 2005

Identità e pluralismo

Diritti

Il presidente del Senato, Marcello Pera, intervenendo al convegno Il dovere dell’identità organizzato dalla Fondazione Magna Carta, ha affermato che «il matrimonio eterosessuale rispecchia un ordine morale e deve essere tutelato», motivando in questi termini: «la discriminazione nel matrimonio di persone dello stesso sesso, non è discriminazione: è un divieto morale dettato dalla nostra identità ».
(Fonte: AGI, 17 dicembre 2005)
Di quale identità si fa portatore Pera? Può darsi un’identità comunitaria che esplicitamente neghi il fatto ineludibile dell’esistenza di plurime identità individuali, concrete, sensibili e presenti nella quotidianità e nella storia? Si può dare, in effetti, solo ponendo la comunità al di sopra degli individui che la compongono. Assumendo un particolare prodotto della storia e della cultura, come l’eterosessismo, enucleandolo dalla rete di relazioni umane che l’ha generato, obliando le sue condizioni storiche e materiali (tra cui l’oppressione delle donne e dei gay), sottraendolo al suo essere fatto umano, cioè nato e passibile di trasformarsi e morire, ed elevandolo a ideale trascendente, tradizione non scritta e immodificabile, passato che schiaccia il presente, astrazione che paralizza la vita. Progetto neo-comunitarista? Di certo eminentemente totalitario. (Da un manuale fascista per le scuole superiori: “La dottrina fascista nega l’individuo come ente a sé e astrattamente agente, per affermarlo parte indissolubile della collettività, nel cui ambito deve coordinare la propria attività. Nega l’umana felicità come piacere materialmente tangibile ed esalta coraggiosamente gli ideali del dovere e del sacrificio, come rispondenti alle più intime aspirazioni della nobile natura umana.”). Il fatto è che lo Stato italiano di identità già ne possiede una: è molto più umile di quella prefigurata da Pera, e certo non degna della sua attenzione, in quanto frutto di un’azione di concerto, dialogo e compromesso tra persone di diversa estrazione e idealità ed esplicitamente passibile di miglioramento, ma proprio per questo viva, aperta al progresso e all’emergere di soggettività nuove: la Costituzione.
Gabriella Stanchina