29 Aprile 2007

Germania: imparare dai propri errori – Filippo Zuliani

Cervelli in fuga

Recentemente discutevo con un collega (e amico) tedesco sulla situazione dei nostri rispettivi paesi. Ne e’ venuta fuori una conversazione interessante che riporto:


IT> “Vedi, il problema dell’Italia di oggi è che siamo frammentati da far paura a tutti i livelli. Politica, sindacati, associazioni, ordini. Ognuno raccoglie un pugno di adepti e fonda un nuovo movimento o corrente per portar avanti scopi lobbystici. Ogni partito, movimento o associazione, per quanto minuscolo, diventa di fatto indispensabile, e così può ricattare tutti gli altri per ottenere quello che vuole a scapito delle necessità generali”.
DE> “Mmm, non suona bene… in politica, ad esempio, quanti partiti avete?”
IT> “Contando anche gli one-man-party, mi pare una ventina”.
DE> “Anche noi eravamo come voi ai tempi delle Repubblica di Weimar, prima della seconda Guerra Mondiale. Miriadi di partitini e non si riusciva mai a mettersi d’accordo su niente. Fu così che Hitler prese il potere. Ma noi tedeschi impariamo dai nostri errori, e da quella volta abbiamo imposto uno sbarramento del 5% per evitare che si riproponga una situazione del genere.”
Già, i tedeschi imparano sempre dai propri errori. Basti pensare all’attuale ruolo tedesco all’interno della UE. Importanti ma silenziosi, i tedeschi mirano a fondersi con l’Europa per eliminare qualsiasi nazionalismo residuo. La storia del ventesimo secolo ha infatti insegnato alla Germania a resistere alla tentazione di essere una potenza.
E noi italiani? Impareremo mai anche noi che dalla frammentazione deriva solo un indebolimento generale?