Piccola e tarda nota a margine al 4° congresso dei DS; nel suo discorso conclusivo Fassino ha minuziosamente descritto la ricchezza di contenuti e significati che il concetto di democrazia può, anzi, deve avere. «Non è vero – ha spiegato il segretario della Quercia – che l’aggettivo democratico è meno impegnativo, più leggero di democratico di sinistra. Il dibattito ha reso evidente che la democrazia è il grande tema del nostro tempo. Attorno alla democrazia si gioca la capacità di governare la globalizzazione» ed ha ribadito come il nome “Partito Democratico” non costituisca un minus, una contrazione di significati quanto un plus, perché ampio, ricco e profondo nella sua sinteticità.
Anna Finocchiaro,invece, ha aperto e concluso il suo intervento citando la storia classica:
“S’aprì una questione tra gli ateniesi quando la minaccia persiana si fece incombente.
Non era solo questione di eserciti: da una parte la democrazia ateniese, dall’altra un impero autocratico. La questione era chiara ad Erodoto, ed Eschilo ne scrisse nella sua tragedia. Si fronteggiavano due diverse opinioni: Aristide insisteva perché Atene fosse cinta di mura robuste,Temistocle sosteneva che occorresse armare subito una flotta. Prevalse l’opinione di Temistocle e, nelle acque di Salamina, i persiani vennero sconfitti.
Anch’io credo che oggi sia l’ora di legare all’albero una tela e di combinare la rotta e la deriva…
…Lo ripeto: e’ tempo di legare all’albero una vela e di combinare la rotta alla deriva. Io non ho paura. Sento il peso, enorme certo, della responsabilità. Ma possiamo farlo.”
Uso anch’io per una volta la retorica, non vogliatemene, ma la Finocchiaro ha dimenticato un fenomeno fondamentale: una vela non vola senza vento.
Noi siamo il vento, solo noi possiamo gonfiare le vele.