Giusto per fugare eventuali annebbiamenti vorrei ribadire la mia posizione sulle coppie di fatto (e sulle coppie gay in particolare) che non mi pare sia mai cambiata da quando questo blog è stato inaugurato.
1. In un paese civile chiunque si voglia sposare deve poterlo fare, gay inclusi. Per quanto mi riguarda questa è l’unica posizione accettabile per me come politico, come cittadino, e pure come gay. Ogni altra soluzione rappresenta la palese negazione di un basilare diritto di cittadinanza.
2. Per ciò che attiene alle coppie di fatto, quelle che per qualsivoglia motivo non desiderano sposarsi, i Dico (una proposta assolutamente timida e insufficiente per ciò che attiene ai gay, frutto della pochezza, della pavidità e della compiacenza con la politica della dirigenza del movimento GLBT italiano) servono almeno ad evitare la barbarie, tipo che Adele Parrillo sia cacciata dai funerali della persona con la quale conviveva da anni.
3. Posto che per quanto riguarda i gay ogni proposta sotto al matrimonio è comunque inadeguata, che si voglia lavorare sul codice civile per quanto riguarda le convivenze non mi pare a priori inaccettabile posto che, come Marco Simoni giustamente osserva, è proprio lì che la legge regolamenta l’istituto del matrimonio.
Mari da mossi a molto mossi. Agitato il Canale di Sardegna.
52 risposte a “Avviso ai naviganti”
Parlare di “diritti di cittadinanza” quando si parla di matrimonio gay è un assurdo sociologico prima ancora che giuridico. Ci si sposa tra persone di sesso differente, così ha scelto la natura e così è sempre stato. Se poi due persone dello stesso sesso vogliono convivere e regolare la loro unione liberissimi di farlo, gli strumenti già ci sono.
Oh – oh… E’ arrivata la Binetti…
Quello che non capisco è perchè due individui non dovrebbero sposarsi se voglio i diritti di una coppia? Se uno non è religioso si sposa in comune quindi vorrei capire quali sono queste motivazioni
E così, grazie a quel geniaccio del gigi, scopriamo che il matrimonio – lungi dall’essere una convenzione sociale creata dall’uomo, millenaria ma pur sempre “costruzione umana” – è addirittura una Legge Naturale Incontrovertibile, Dalla Quale Non Si Scappa. E sticazzi.
Gigi, ho una notizia per te: la natura ha scelto anche di creare l’omosessualità, presente e scientificamente rilevata in 400 specie animali, Uomo compreso. Tu pensa che in natura esistono coppie monogame e omosessuali in quasi la metà di quelle specie, dai pinguini ai fenicotteri, dai cavallucci marini ad alcune scimmie, ossia in tutte le specie animali dove esistono fenomeni di coppia monogamica eterosessuale.
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legge dello Stato in Canada, il secondo paese più grande del mondo, in Spagna, in alcuni paesi della Scandinavia. In molti paesi dove c’è il Pacs, le coppie dello stesso sesso possono adottare figli. La base del principio è: uguali tasse, uguali diritti. Ah, benvenuto nel XXI secolo, Gigi.
***
Ivan, la riforma del codice civile in sè non ha niente di male. Bisogna vedere cosa ci si mette dentro. Il punto è che siamo tutti sicuri che non ci si metterà niente di rilevante, perché era ed è la posizione dei vescovi, e sappiamo tutti che Fassino ci arriva come ultima resa di un processo che è stato Pacs – Dico – Riforme del codice.
Ma se intanto Fassino la piantasse di occuparsi di problemi ai quali non sa dare una risposta, e imparasse a pronunciare la parola “gay” prima?
Condivido il pensiero di Marco: se due persone vogliono dei diritti come coppia basta che si sposino. E ha ragaione Ivan quando dice che anche ai gay deve essere riconosciuto questo diritto. I Dico quindi restano solo per i fratelli conviventi e qualche altro caso “estremo” che gia’ oggi si potrebbe regolare col solo codice civile (testamento e contratti).
Proposta per il partito democratico: buttare a mare i Dico (tanto sono gia’ morti) e passare direttamente alla legge Zapatero
Concordo con Ivan, i DICO sono una soluzione ipocrita che cela il solito razzismo verso i “diversi”, a cui si da un “diritto minore”, il matrimonio civile può essere esteso benissimo a due persone dello stesso sesso, Voltaire avrebbe detto che anche guardando ad altre civiltà ci può essere un matrimonio tra un uomo e più donne o tra una donna e più uomini, se il diritto deve essere “universale” deve comprendere tutti e non solo gli usi e costumi di una parte del mondo.
Oddio Sciltian! Mi precedi sempre e il problema è che dici le stessissime cose che avrei detto io| 🙂
Quando parlavo di matrimonio civile (GIGI, DI QUELLO RELIGIOSO INCLUSO BOUQUET, ABITO DI PRIMA SCELTA, SALA RICEVIMENTI E BOMBONIERE…non so che farmene), mi hanno sempre detto che “bisognava procedere per gradi…che piano piano si sarebbe giunti al matrimonio civile e poi alle adozioni”. Insomma, mi hanno preso per “incontentabile”! ma come ci si può accontentare di un diritto? I diritti a metà, non sono diritti. Sono surrogati che umiliano la dignità umana.
Per questo caro gigi, così come tu (amante della patata) puoi sposarti CIVILMENTE,ossia davanti allo STATO LAICO, io (amante del cetriolo) devo poter fare la stessa cosa. Si chiama uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. E’ un concetto così difficile da capire? Non credo. Liberati di certi steccati.
Prima che si scatenino orde di moralisti in merito all’argomento adozione, vi invito ad andare su Wikipedia e cercare la parola “omogenitorialità”…troverete che da tempo, autorevoli associazioni mondiali di psicologi, psichiatri e pediatri, si siano espressi a favore dell’adozione anche da parte di coppie omosessuali.
Il resto, sono stupidi pregiudizi ancestrali di cui lo Stato non deve tener conto, nè tantomeno la legge. Lasciamo le superstizioni a chi ci crede. Io preferisco la realtà….o meglio, una politica REALE.
il problema è che anzichè andare avanti, stiamo andando indietro!!
il nascente partito democratico che si fa portavoce di una legge alla ZAPATERO? ma quando mai??
ormai credo che dovremo aspettare una nuova legislature e dei politici nuovi
finchè ci sarà un mastella al governo accompagnato dalle varie binetti di turno, non si andrà da nessuna parte….a meno che
a meno che non riusciamo a dimostrare che una buona parte dell’italia,quella laica, sta dalla nostra parte
come fare?
mobilitamoci tutti per il 16 giugno, portiamo tutti le nostre famiglie, facciamo vedere quanti siamo
facciamo venire gente dall’estero, creiamo un evento più grande del pride del 2000 e poi forse ne potremo riparlare..
Domenico e Massimo
il problema è che anzichè andare avanti, stiamo andando indietro!!
il nascente partito democratico che si fa portavoce di una legge alla ZAPATERO? ma quando mai??
ormai credo che dovremo aspettare una nuova legislature e dei politici nuovi
finchè ci sarà un mastella al governo accompagnato dalle varie binetti di turno, non si andrà da nessuna parte….a meno che
a meno che non riusciamo a dimostrare che una buona parte dell’italia,quella laica, sta dalla nostra parte
come fare?
mobilitamoci tutti per il 16 giugno, portiamo tutti le nostre famiglie, facciamo vedere quanti siamo
facciamo venire gente dall’estero, creiamo un evento più grande del pride del 2000 e poi forse ne potremo riparlare..
Domenico e Massimo
il problema è che anzichè andare avanti, stiamo andando indietro!!
il nascente partito democratico che si fa portavoce di una legge alla ZAPATERO? ma quando mai??
ormai credo che dovremo aspettare una nuova legislature e dei politici nuovi
finchè ci sarà un mastella al governo accompagnato dalle varie binetti di turno, non si andrà da nessuna parte….a meno che
a meno che non riusciamo a dimostrare che una buona parte dell’italia,quella laica, sta dalla nostra parte
come fare?
mobilitamoci tutti per il 16 giugno, portiamo tutti le nostre famiglie, facciamo vedere quanti siamo
facciamo venire gente dall’estero, creiamo un evento più grande del pride del 2000 e poi forse ne potremo riparlare..
Domenico e Massimo
il problema è che anzichè andare avanti, stiamo andando indietro!!
il nascente partito democratico che si fa portavoce di una legge alla ZAPATERO? ma quando mai??
ormai credo che dovremo aspettare una nuova legislature e dei politici nuovi
finchè ci sarà un mastella al governo accompagnato dalle varie binetti di turno, non si andrà da nessuna parte….a meno che
a meno che non riusciamo a dimostrare che una buona parte dell’italia,quella laica, sta dalla nostra parte
come fare?
mobilitamoci tutti per il 16 giugno, portiamo tutti le nostre famiglie, facciamo vedere quanti siamo
facciamo venire gente dall’estero, creiamo un evento più grande del pride del 2000 e poi forse ne potremo riparlare..
Domenico e Massimo
x Sciltian Gastaldi: il tuo commento contiene delle enormità che non verrebbe nemmeno la pena elencare. La natura ha scelto anche di creare l’omosessualità? E allora? Le coppie “monogame e omosessuali” naturali ti risulta abbiano procreato? No. Quindi il tuo discorso è errato alla base. Il matrimonio, per lo meno in Italia secondo la COSTITUZIONE (non il Vaticano o ratzinger), è la CELLULA della società, ergo lo stato lo protegge e lo tutela perchè base delle generazioni future. Detto in modo brutale: allo Stato dell’amore come misura della tutela sociale NON GLIENE PO’ FREGA’ DE MENO, le coppie sposate sono tutelate ESCLUSIVAMENTE perchè hanno (o potrebbero avere) figli, mica perchè si amano. L’amore è altra cosa, rientra nel diritto privato, regolabile (appunto) con accordi privati, che col diritto pubblico NON C’ENTRANO NULLA. Non c’entra il fatto che io ami la patata o il cetrilo, c’entra il fatto che nasciamo tutti da un uomo E una donna, non da due donne o da 2 uomini: il matrimonio non c’entra nulla. Mettetevi l’anima in pace.
L’anima in pace noi ce l’abbiamo, sono quelli come te che non ce l’hanno, e vogliono imporre il razzismo strisciante agli altri. Relax!
Quello che mi risulta sempre più incredibile è come la gente non si renda conto che non tutti si possono sposare.
Passi le coppie omosessuali, che dovrebbero poterlo fare e finita lì, al mondo e in Italia ci sono:
1) coppie di separati
2) coppie in cui uno dei due è separato
3) coppie che non possono sposarsi perché, nonostante uno dei due viva in Italia da quando era bambino, non ha la cittadinanza (ne ho una in famiglia, di coppie così)
4) coppie di parenti che si danno reciproca assistenza ma non sono legati da vincoli amorosi.
Questo senza contare chi si è già sposato e non intende rischiare di passare attraverso la trafila mortale di un divorzio. Ha avuto sufficienti prove della caducità dell’amore e sì, anche la prima volta ci credeva tantissimo.
Santa pazienza, vogliamo tenere conto anche di queste persone, oppure continuiamo a fare i moralisti che pretendono di ficcare il naso negli affari degli altri per giudicare il maggiore o minor valore dei loro reciproci sentimenti?
Gigi che la mena con la procreazione ha rotto. Conosco fior di coppie eterosessuali che non possono procreare, per sterilità o malattie genetiche o perché si sono incontrati troppo tardi, ma questo non li rende meno famiglia. Voi fondamentalisti dell’accidente avete veramente raggiunto la fine della corda. Oh, ed esistono anche coppie omosessuali con figli. Ne conosco diverse, personalmente. Sono abbastanza da aver fondato un’associazione a livello nazionale. Ma vengono comodamente ignorate.
ribadisco: i sentimenti non c’entrano un cavolo con l’istituto del matrimonio civile. Quella sulla cittadinanza è talmente grossa che non vale nemmeno la pena di commentarla. I separati possono divorziare per risposarsi. Le coppie eterosessuali che non possono procreare sono l’eccezione, mica la regola: come dire che una squadra di calcio vince una partita anche con 10 giocatori contro 11 perchè uno di loro è stato espulso. Va bene, ma e’ l’eccezione: in campo si entra sempre e comunque in 11. Una malattia genetica potrebbe guarire, a un uomo invece non spunterà mai un utero o a una donna un pene. Chiaro e cristallino, i moralismi non c’entrano una beata cippa, cerchiamo di non piegare i fatti alle opinioni.
Gigi, è bello che tu riesca a trovare una spiegazione, una cura, un’eccezione o un segno di disprezzo per tutto. Però queste famiglie (famiglie, eh?) continuano ad esistere. Sarebbe bello che i moralisti come te – accettati per quello che sei, perché l’amore e i sentimenti sono alla base della famiglia, e dire altrimenti significa davvero negare la natura umana, altro che peni e uteri – riuscissero a confinare il proprio cristallino ideale di famiglia del presepe alla costruzione del suddetto. A parte che pure san Giuseppe mica era lui il padre, ma guai a farlo notare…
Chi piega i fatti alle opinioni sei tu, che in un botto solo pretendi di cancellare l’esistenza di milioni di persone che vivono pacificamente in nome di uno stereotipo ampiamente superato dalla realtà. Pacificamente, Gigi. Nessuno viene a toglierti il tuo diritto di farti la famigliola del Mulino Bianco.
Aridaje: “queste famiglie continuano ad esistere”…e allora? Benissimo, io sono un libertario, evviva la libertà, abbasso lo stato di polizia che vieta e regola la vita privata dei cittadini. Ma questi sono fatti PRIVATI, non si può invocare la tutela del diritto pubblico per ogni condotta privata: l’idea che la nostra semplice volontà possa essere la misura di tutte le cose è un assurdo figlio dell’ideologia. L’amore e i sentimenti sono alla base della famiglia? Ok ma la famiglia che lo stato tutela è UNA. Altrimenti dovrebeb tutelare anche (esempio) i single e così via.
Cara Giulia, come non condividere il tuo discorso? Mi scontro puntualmente con i fanatici religiosi alla “Gigi”, ma il problema è che nessuno di noi (persone come me te e te Giulia), si sogna di imporre agli altri un unico modello di vita e di famiglia. Quelli come Gigi amano IMPORSI, perchè fondamentalmente insicuri ed isterici.
Mi fa impressione vedere proprio da istituzioni come la Chiesa, inclusi i suoi paggetti di corte, continuare ad ignorare l’importanza dei sentimenti che legano le differenti forme familiari, per fissarsi su uteri, peni e vagine. Gigi, perdonami l’assonanza ma…SONO ARGOMENTI DEL CAZZO! 🙂
Impariamo per un attimo a metterci nei panni degli altri….e non mi tirare fuori il discorso di natura perchè, per me la NATURA è tutto ciò che esiste. Ciò che rende innaturali i rapporti tra individui, sono quelli di prevaricazione l’uno sull’altro. Gigi, i tuoi atteggiamenti sono innaturali, oltre che antidemocratici e falsamente cristiani.
Come dice Giulia: accettati per quello che sei.
Qualcuno sa la differenza tra diritto pubblico e diritto privato?
Intervengo sinteticamente nell’affaire Gigi (con l’accento sulla i).
Caro Gigi, credo che la tua sia una polemica fine a se stessa, più figlia di una posizione preconcetta che della volontà di dialogare e confrontarsi.
Io credo che qui non si stia insistendo nel richiedere un riconoscimento di (come tu sostieni) una condotta privata (voglio farmi bionda, mettermi gli zatteroni con zeppa 25 e ballare come una pazza raffaella carrà),
ma una norma pubblica che regoli giuridicamente una larga fetta (seppure minoritaria) di cittadini italiani (e ripeto cittadini italiani) e che ne certifichi erga omnes lo stato di diritto.
Penso che almeno su questo si possa essere d’accordo, o no?
Massimo
Intervengo sinteticamente nell’affaire Gigi (con l’accento sulla i).
Cher Gigi, ritengo che la tua sia una polemica fine a se stessa, più figlia di una posizione preconcetta che della volontà di dialogare e confrontarsi.
Io credo che qui non si stia insistendo nel richiedere un riconoscimento di (come tu sostieni) una condotta privata (voglio farmi bionda, mettermi gli zatteroni zeppa 25 e ballare come una pazza raffaella carrà),
ma una norma pubblica che regoli giuridicamente una larga fetta (seppure minoritaria) di cittadini italiani (e ripeto cittadini italiani) e che ne certifichi erga omnes la situazione di fatto, con annessi diritti e doveri.
Penso che almeno su questo si possa essere d’accordo, o no?
Massimo
Non sono d’accordo. La possibilità di ottenere il riconoscimento di diritti derivanti da una convivenza omosessuale mi trova in linea di principio d’accordo, ma si tratta di diritti PRIVATI che i Dico, sì, attribuiscono in maniera veloce, accorpata e poco dispendiosa. (Sebbene cmq siano ottenibili con contratti e atti notarili che GIA’ sono sottoscrivibili).
Il diritto pubblico invece è altra cosa e DEVE riguardare solo ciò che attiene alla crescita della società: è il motivo per il quale lo stato passa alcune medicine e non altre, certi interventi e non altri, certe spese e non altre e tutela LA famiglia e non altre forme di convivenza, che per lo stato POSSONO ESISTERE TRANQUILLAMENTE MA SONO IRRILEVANTI AI FINI DEL DIRITTO PUBBLICO.
A dir poco animalesco – cioè non umanista – il concetto di “crescita della società” di Gigi. La “crescita della società” consisterebbe nel fare figli. Punto. A parte il fatto che l’idea secondo la quale il diritto pubblico tutela la famiglia (fondata sul matrimonio) per ragioni di crescita “sociale” (intesa dal nostro Gigi nei termini della riproduzione da pollaio, più o meno) è un’interpretazione, non una verità. Cioè è un’interpretazione relativa alla ratio di un istituto/contratto/negozio/ochecavoloè, quale è il matrimonio, che va di pari passo con altrettante (abusive) interpretazioni della norma come, ad esempio, quella per cui il matrimonio, di cui si legge nella Costituzione, dovrebbe essere solo tra un uomo e una donna, mentre nel testo stesso non vi è alcun riferimento al sesso dei coniugi. Così come, lo stesso articolo 29 della Costituzione, non impone allo Stato di riconoscere come famiglia “solo” quella definita quale “società naturale fondata sul matrimonio”. Impone invece alla Repubblica di riconoscere i suoi diritti, in quanto espressione dell’autonomia sociale. Il che non toglie certamente la possibilità di riconoscere prima di tutto altri tipi di famiglia e, in secondo luogo, nuovi tipi di matrimonio, anche tra persone dello stesso sesso. Non entro nel merito di quel ” LA” famiglia (maiuscolo) che è roba da far accaponare la pelle a un qualsiasi liberale, libertario o liberalcunché. Mi preme sottolineare, invece, che la cosiddetta “crescita sociale” di cui Gigi scrive, è giusto un poco più complessa, umanamente parlando, della mera logica riproduttiva anatomo fisiologica. E, tanto per chiarire, lo Stato, in genere, tende soprattutto a garantire o conservare la stabilità dei patti contratti tra i cittadini, di qualsiasi natura essi siano, proprio perché è la stabilità (molto più che la riproduzione sessuale) ad essere di fondamentale importanza per uno stato moderno. Bella pure questa: “A un uomo non spunterà mai un utero – spunterà ?? – né ad una donna un pene”. Ma chi l’ha detto? Ma chi te lo dice? E i non pochissimi bambini intersessuati che nascono tutti i giorni e sui quali, in poche ore, i medici devono decidere la riattribuzione di sesso (cioè la decidono i medici, gli uomini, mica la natura: solo per sottolineare che anche il sesso non è altro che una costruzione culturale che con la “natura” – concetto molto caro al Potere, quando vuole, cioè deve , sopravvivere – non ha quasi nulla a che vedere. A proposito: un liberale (vero) non si sognerebbe mai di invocare la Natura. Un consiglio: vatti a rileggere la Costituzione, articolo 29. Possibilmente, però, senza appiccicarci sopra dottrine pseudo liberali di matrice cattolica, che sono ossimori ambulanti. E in ultimo: non in questo caso, forse, ma nel complesso la Costituzione ha rotto le balle: ha più o meno la stessa età di Romano Prodi. Vedi un po’ tu…
Ok Gigi, recepito il tuo messaggio.
Stai bene….
Massimo&Domenico
Ah Gigi, dimenticavamo….
Tante care cose…..
Massimo&Domenico
ma perchè continuate a scambiare le eccezioni (bambini intersessuati – che tra l’altro non c’entrano un tubo col nostro discorso…) con le regole? Perchè continuate a scambiare il diritto privato (patti liberi tra cittadini di svariati tipi) con quello pubblico? (matrimonio tra UOMO E DONNA: sapete com’è, la diversità di sesso è un fastidiosissimo orpello, tuttavia è ancora necessario per diventare ed ESSERE genitori). Forse non ve ne accorgete ma state avallando un discorso secondo il quale lo stato deve accordare tutela solo a coloro che si amano: ne conseguirebbe che lo stato deve poter sindacare sugli affetti e sui rapporti tra le persone, per decidere se dare o meno questa tutela, nulla di più illiberale. Liberi nasciamo e liberi dobbiamo agire: lo stato ha solo il dovere di regolare il meno possibile e contribuire alla crescita della società.
Gigi, il rapporto tra eccezione e regola non è così semplice. Riguardo i rapporti tra diritto privato e diritto pubblico, sarebbe ora che sostituissi il disco rotto. Molti di noi conoscono la differenza che intercorre tra questi due. La diversità di sesso non è prerequisito per essere genitori, nemmeno per sogno. E’, semmai, forse -così risulta finora – pre requisito per generare, che è cosa diversa. Tanto diversa che, dal momento che persone omosessuali o transessuali o vattelapescacosa possono essere genitori (e possono esserlo perché esistono) è evidente che l’orientamento sessuale nulla conta al fine di essere tali. Se ciò che tu dici fosse vero, non esisterebbero genitori omosessuali. Il che equivale, ovviamente, a negare la realtà. Ti ricordo poi che l’inseminazione artificiale consente – fortunatamente – di fare passi da gigante e di superare senza troppa difficoltà la necessità di essere legati – magari a vita – ad un partner di sesso diverso. Nessuno chiede allo Stato di riconoscere o verificare il rapporto d’amore che intercorre tra due persone. Ma come lo Stato non si sogna di chiedere a due persone in procinto di sposarsi un certificato di fecondità della coppia (e qui cade – fragorosamente – la tua tesi del matrimonio come tutelato in quanto produttore di “crescita sociale”, cioè prole conigliata secondo la tua visione) allo stesso modo non può escludere – perchè di esclusione si tratta, e non di non inclusione, e, quindi, di discriminazione – dalla possibilità di accedere ad un istituto/contratto/negozio, che ha come fine principale la stabilità, delle persone sulla base del loro orientamento sessuale o, peggio ancora, del loro sesso. Ti risulta che il matrimonio di coppie sterili venga annullato, ipso facto, dallo Stato? A me non risulta. E’ dunque evidente che non è affatto la riproduzione “biologica” ad essere il fondamento del matrimonio e la ragione della sua tutela statale. A parte i cattolici integralisti (cioè i cattolici tout court) nessun altro si sogna di sostenere questa tesi. Se poi anche nel Terzo Mondo Italiano venisse approvata – fantascienza – la possibilità da parte dei singoli o delle coppie gay o trans di adottare (come da tempo accade nel mondo civile) il tuo discorso non solo cadrebbe definitivamente, ma potremmo anche fargli ciaociao con la manina dall’orlo del baratro. Perchè a quel punto, evidentemente, anche una coppia gay potrebbe contribuire alla “crescita sociale” conigliomorfa a cui tieni tantissimo. Uno Stato che impedisce a persone dello stesso sesso di sposarsi è, al contrario di ciò che sostieni tu, uno Stato che discrimina, uno Stato cioè che mette il naso nelle mutande delle persone e dentro i loro letti e, in quanto tale, tutto fuorché liberale.Quale Stato potrebbe presupporre che due persone si sposino per avere figli? Nessun sano di mente potrebbe farlo nel 2007 (non figli, presupporre questo). Meno che mai uno Stato, dal momento che fare figli o non farne dipende dalla libera volontà degli sposi e l’assenza di prole non comporta certo la fine del matrimonio. Lo Stato non deve verificare il mio amore: al contrario, non deve impedire, né a me né a nessun altro, di poter contrattare liberamente con altri la forma che a tale amore voglio dare e non deve nemmeno attribuire più diritti – e quindi meno diritti – ad una formazione rispetto ad un’altra in virtù del sesso biologico dei suoi partecipanti.
“Lo Stato non deve verificare il mio amore: al contrario, non deve impedire, né a me né a nessun altro, di poter contrattare liberamente con altri la forma che a tale amore voglio dare”
stai parlando di contratti di DIRITTO PRIVATO, il matrimonio riguarda il diritto publico e come tale è una cosa COMPLETAMENTE DIVERSA, ma COME DEVO SPIEGARLO? Una cosa è invocare la LIBERTA’ di stringere patti con chicchessia, un’altra cosa invece è PRETENDERE TUTELA PUBBLICA per situazioni che non la meritano.
La tirata sulle coppie sterili ancora una volta confonde deliberatamente e maliziosamente le regole con le eccezioni: uomo e donna sono genitori, solo uomo e donna. TU sei nato da un uomo e una dona, puoi metterla come ti pare, ma è la realtà.
Gigi, come è che non riesci a controargomentare assolutamente nulla?
“La tirata sulle coppie sterili ancora una volta confonde deliberatamente e maliziosamente le regole con le eccezioni: uomo e donna sono genitori, solo uomo e donna. TU sei nato da un uomo e una dona, puoi metterla come ti pare, ma è la realtà.”
Ma che è questa? Un’argomentazione o una verità di fede? Oltre che inanellare una sequela di frasi fatte e di false certezze, non controargomenti nulla al fatto che l’essere genitori è cosa diversa dalla capacità di generare. Quelle che tu chiami eccezioni – ma che razza di concetto giuridico è quello di eccezione? L’hai trovato sul Bignami? – in realtà non sono affatto tali: il loro essere minoritarie numericamente non le rende meno importanti qualitativamente parlando. Se gli sposi possono liberamente non generare è evidente che il valore pubblico del matrimonio – il suo essere cioè meritevole di tutela pubblica – è ben altro che non la capacità generativa. Ma su questo non sai evidentemente che dire. Una volta messo in chiaro questo, non può che conseguirne che l’esclusione degli omosessuali – tanto per fare un’esempio – dalla possibilità di contrarre matrimonio – e di ricevere le relative tutele pubbliche – è un abuso discriminatorio. Esattamente come lo è l’esclusione dalla possibilità di accedere all’adozione.
“PRETENDERE TUTELA PUBBLICA per situazioni che non la meritano”. Ma chi l’ha stabilito che non la meritano? Tu? Bagnasco? In base a quali criteri? E perché gli uni la meritano e gli altri no? E non entro nemmeno nel “merito” dell’uso della parola “merito”.
Non sei capace di esporre una sola ragione valida – cioè razionale – che vada contro ciò che ho detto. Una sola. Esprimi pregiudizi, emotivamente fondati, ma del tutto irrazionali, ad ogni piè sospinto: “Uomo e donna sono genitori, solo uomo e donna”. Eh? Ma che stai dicendo? Uomo e donna possono essere – non sono – genitori, tanto per iniziare. E certamente non hanno bisogno di essere sposati tra loro per esserlo. Ma tutto questo, ripeto, che c’entra con il matrimonio?
continui a mischiare causa ed effetto e regole con eccezioni. Il matrimono tutela la famiglia: unione di uomo e donna che (almeno in potenza) è atta a generare figli. TUTTO questo con una coppia omosessuale non C’ENTRA NULLA.. La coppia omosessuale è iberissima di stringere i patti che desidera per convivere. La famiglia è ALTRO.
Fabio, è tutto inutile….Gigi ripete come un disco rotto i discorsi dei cattolici faresaici alla Volontè, Giovanardi, Cesa, Calderoli….et similia.
Detto ciò caro Fabio, hai così ragione che Gigi non trova argomentazioni per ribattere.
La lobby omosessuale sta facendo pressione in tutto il mondo per ottenere ope legis una normalizzazione culturale coatta e questo grazie a politicanti compiacenti o facenti parte della medesima congrega. Hanno sempre voluto e vogliono ancora soltanto cancellare la differenza a colpi di carta bollata (a questo servono anche i PACS, che, come molti di loro ammettono apertamente, sono uno strumento di passaggio, una sorta di cavallo di Troia): lo fecero a suo tempo minacciando organizzazioni cialtronesche come l’APA, l’associazione degli psichiatri americani, affinché eliminasse l’omosessualità dalla nosografia (APA che, è bene rammentarlo, è oggi similmente assediata da una spregevole accolita come la NAMBLA, sigla che riunisce i pedofili americani, fondatrice e facente parte per oltre dieci anni dell’ILGA, l’organizzazione omosessuale per eccellenza, che chiede a gran voce la cassazione della propria, ignobile perversione; non so se mi spiego: quale altra associazione medica seria – è la domanda che rivolgo a coloro che contestano i miei dubbi sull’oggettiva scientificità di certe cliniche e di certe discipline – subirebbe simili pressioni? credete forse che gli epidemiologi accetterebbero analoghe rivendicazioni da parte dei morbillosi?), lo fanno oggi perseguitando e inducendo le istituzioni a sanzionare come omofobico ogni pensiero o atteggiamento contrario in qualche modo ai loro programmi. Il loro odio si abbatte anche su semplici “ruoli” che in qualche modo richiamino la “regola” eterosessuale e su istituzioni come la famiglia, alla quale vogliono sottrarre il diritto esclusivo a crescere e a educare i figli. Chi osa dissentire, il politico o il medico che non si piega alle loro rivendicazioni, diviene ipso facto un bersaglio: si cerca di fomentare intorno a lui una sorta di “cordone sanitario” e si scende in piazza contro le sue scelte con la consueta, penosa esibizione di baci in bocca e pubblici palpeggiamenti. Il tatto del serraglio.
La dimostrazione della drammatica veridicità di quanto ho appena scritto ci viene oggi dalla California, stato nel quale un progetto di legge – sigla SB1437 – promosso dalla senatrice democratica Sheila Kuehl, ex attricetta naturalmente lesbica, chiede l’eliminazione dai libri di testo degli studenti delle scuole elementari e medie, nonché dai sussidi utilizzati dagli educatori degli asili e delle scuole materne, dei sostantivi mamma e papà. Sì, avete letto bene: la senatrice ritiene che quelle due parole, che ogni bimbo impara per prime e che sono il fondamento del suo linguaggio, della sua crescita e del suo mondo, abbiano “contenuti marcatamente sessisti che offendono la sensibilità degli omosessuali”. Orbene, chi spiega alla senatrice Kuehl che la sua esistenza offende il genere umano e l’intelligenza di tutti? Chi le dice che il 97% degli esseri umani è eterosessuale, che i figli li facciamo noi e che non gradiamo debbano crescere in una condizione schizofrenica in cui quelli che a casa sono – o dovrebbero essere – i sostantivi più belli e rassicuranti del mondo, a scuola, per volontà di una vecchia strega, diventano all’improvviso due concetti impronunciabili dei quali addirittura vergognarsi?
Non pensate, cari amici, che sia giunto il momento di far sentire la nostra voce, di far pesare il nostro numero, il nostro essere schiacciante maggioranza? Non è venuto finalmente il momento di far tremare un po’ anche noi le natiche di qualche ottuso politicante liberal dicendo a chiare lettere che siamo stufi di simili porcherie e che non accetteremo mai la normalizzazione culturale? Giù le mani dai bambini, dai nostri figli, dall’infanzia, dalla psicologia dei più deboli, giù le mani dalla famiglia e dai nostri valori. E’ giunto davvero il momento di far risuonare minaccioso alle orecchie foderate d’ideologia di questa gentaglia il monito ciceroniano: fino a quando, FINO A QUANDO abuserete ancora della nostra pazienza??
Ma Bernardo chi, quello di Chiaravalle? Perché mi sembra tanto che la tua voce provenga dagli angoli più bui del Medioevo, dove ti piacerebbe tanto farci finire tutti. Devi essere un vero cristiano intemerato, ma non capisco come mai ti arroghi il diritto di dire che l’esistenza di qualcuno che non ti garba offende il genere umano. Cosa diceva il tuo amato Gesù? Non giudicate per non essere giudicati. Attento ai giudizi, allora, sennò vai all’inferno insieme a tutti i gay, e chissà cosa ti aspetta a quel punto…
“l’essere genitori è cosa diversa dalla capacità di generare”
certo sono d’accordo ma E’ UNA CARATTERISTICA CHE DISCENDE DA TALE CAPACITA’: ergo posso essere genitori solo uomini e donne insieme. Non mi obiettare che ci sono anche genitori uomini o donne single perchè quelle sono ECCEZIONI (morte del partner, divorzio, abbandono…) da NON codificare. Resta la realtà di fatto incongtrovertibile che si procrea in due. Quando due uomini o due donne potranno procreare allora forse cambierò opinione, per ora rimango ancorato alla realtà dei fatti.
Sentiamo, per quale motivo due persone dello stesso sesso avrebbero il diritto di sposarsi?
Gigi, due persone dello stesso sesso hanno il diritto di sposarsi (o quantomeno di veder riconosciuta la loro unione) per lo stesso motivo per cui ce l’hanno due persone di sesso diverso: pura convenzione. Le persone ricevono protezione giuridica per una convenzione. Si può anche cianciare di diritti innati, ma il diritto è una convenzione, è il frutto di un accordo reciproco tra cittadini, in teoria, e tra i detentori del potere, nella pratica. La questione è un’altra: se per convenzione si accorda a X un diritto, perché non lo si dovrebbe accordare anche a Y, una volta che l’ordinamento giuridico in questione riconosce il principio dell’uguaglianza giuridica tra i cittadini? Insomma, quello delle coppie etero in questo momento non è un diritto, ma un privilegio, visto che a loro è concesso e alle coppie dello stesso sesso no. E in democrazia i privilegi devono avere una giustificazione accettata da tutti o per lo meno da una ampia maggioranza, come nel caso dei minori, che ricevono dalla legge una tutela maggiore che non gli adulti (e anche in questo caso i confini della tutela mutano col mutare dei tempi e delle opinioni). La tua giustificazione per il privilegio agli etero è che fanno figli e quindi contribuiscono alla riproduzione della società. E le coppie omo che fanno figli con l’inseminazione artificiale? E le coppie etero sterili? Non dirmi che sono eccezioni: sono eccezioni che mandano a carte quarant’otto il tuo “argomento”, perché l’appello alla natura non c’entra niente: il diritto si basa su una convenzione, non sulla natura. Se la società decide di dare eguali diritti a etero e omo può farlo e il mondo non finirà, come dimostrano gli esempi di quasi tutti i paesi europei.
Mamma mia che scempiaggini mi tocca sentire.
Allora:
-il diritto è una convenzione che deriva dalla natura raziocinante dell’uomo. Separare diritto da natura oltre che una forzatura è una palese illogicità. Nessuno di noi si sognerebbe di dire che “non uccidere” è un imperativo giusto e sacrosanto solo perchè l’ha detto Dio, o Gandhi (per esempio). E’ un imperativo che è innato nell’uomo, successivamente codificato.
-La “protezione giuridica” è un concetto che vuol dire tutto e niente: c’è quella individuale (che vale OVVIAMENTE PER TUTTI) e c’è quella sociale che a livello pubblico vale solo per alcune formazioni sociali (ad es, le società, le associazioni, le onlus, la Famiglia…)
-Uguaglianza non vuol dire annullamento delle differenze: solo uomo E donna possono procreare, per questo la loro unione (quando scelgono di sancirla davanti allo stato, perchè la libertà di non farlo è inviolabile) è tutelata, e SOLO LA LORO.
-Parlare di privilegi è pazzesco. Di questo passo scriverete che le donne sono discriminate rispetto agi uomini perchè non hanno il pene….
-L’inseminazione artificiale è un’altra castroneria: il seme per quella inseminazione da dove proviene secondo te? Da un uomo. Non mi risulta che le donne producano seme. Due persone dello steso sesso SONO STERILI, MA COME FATE A NON CAPIRLO?
-Le coppie etero sterili – piaccia o no – sono l’eccezione. Fin quando confonderete regola ed eccezione non si va da nessuna parte.
Il diritto e la natura sono sempre stati separati. “Non uccidere” non è affatto un imperativo naturale o innato, visto che cozza contro la naturale aggressività umana. E non è un caso che dal punto di vista giuridico sia sempre un imperativo condizionato: al privato cittadino non è lecito uccidere, ma allo Stato e al cittadino autorizzato dallo Stato (dal soldato al boia) è lecito. Se avessi ragione tu, l’esistenza di un esercito sarebbe un atto contro natura, visto che per definizione il soldato può (anzi: deve) uccidere il nemico.
La protezione giuridica è frutto di una convenzione e può essere estesa anche alle coppie di pappagallini in gabbia se una società decide di farlo. Se una società decide di farsene un baffo di quella che – secondo te – è la natura, lo fa e basta. Ma probabilmente secondo te l’Olanda, la Francia, la Germania, il Regno Unito, la Spagna ecc. hanno tutti ordinamenti irrazionali e innaturali – secondo il TUO concetto di ragione e di natura, che per te, ovviamente, è l’unico vero. Immagino che non ti sfiori neanche il dubbio che possono esistere altri concetti di razionalità e di naturalità. Tipico di chi crede (anzi, di chi sa o pensa di sapere: usare la parola “credente” per uno che ha solo certezze è un errore, visto che chi crede non ha – appunto – certezze, ma solo credenze, supposizioni).
L’uguaglianza giuridica non c’entra nulla con le differenze naturali. Se non capisci questo, non capisci niente di cosa è il diritto.
Sul resto non mi dilungo, lo hanno già fatto altri prima di me, ma tu ti ripeti come un disco rotto…
Ciao ciao
“La protezione giuridica è frutto di una convenzione e può essere estesa anche alle coppie di pappagallini in gabbia”
con questa frase direi che ti sei (s)qualificato da solo. Ci risentiamo quando avrai ripassato un pò di diritto.
E quando tu avrai capito cos’è l’ironia…
Ah già,dimenticavo: figurati se il possessore di verità assolute sa cos’è l’ironia…
quali verità assolute?
sono i fatti: chiamami quando due uomini o due donne riusciranno a procreare.
idee/proposte per un VERO STATO LAICO E NON DISCRIMINATORIO:
possibilità di matrimonio tra fratelli
tra uomini e animali
e tra genitori e figli.
perchè io non posso sposare mia sorella? E’ una discriminazione odiosa! Noi ci amiamo! HO il diritto di sposarla!
ps: siete spassosissimi, cmq….
Gigi, faccio un ultimo tentativo e, a questo scopo, ti vengo incontro. La procreazione abbisogna di due persone di sesso diverse. Questo è un fatto, e va bene. Ma derivarne automaticamente un diritto è una fallacia logica, è passare da una descrizione a una prescrizione. Se un fatto naturale dovesse dare automaticamente luogo a un diritto, come la mettiamo con il fatto, altrettanto naturale, che esistono relazioni monogamiche omosessuali in natura – e non solo tra gli umani?
Per passare dal fatto al diritto si deve offrire una giustificazione. La tua, se ho ben capito, è che la società ha interesse a proteggere la famiglia etero in quanto questa garantisce la riproduzione della società stessa, giusto? Bene, immagina una società con gravi problemi di sovrappopolazione. Una società del genere potrebbe avere un interesse a limitare o addirittura a impedire la riproduzione, magari per un tempo limitato; e potrebbe imporre sanzioni (magari pecuniarie) alle coppie che decidano di avere figli (l’inverso della famigerata “tassa sugli scapoli” di mussoliniana memoria, che tu probabilmente appoggeresti in pieno). Dimmi perché questa società non potrebbe agire così. E non dire che non sarebbe naturale, perché in natura esistono specie animali che arrivano a lasciar morire i propri cuccioli in epoche di scarsità di risorse: ricordati che appellarti alla natura è un’arma a doppio taglio (a proposito: ancora non hai risposto al mio argomento sul “non uccidere” come imperativo innato e sui soldati; semplice dimenticanza o mancanza di argomenti?). Adesso l’hai capita la differenza tra un fatto naturale e l’esistenza di un diritto?
Mon dieu che confusione:
-uccidere NON è assolutamente un imperativo innato. E’ vero il contrario: non ci vuole l’etica cristiana/cattolica o liberale per affermare che uccidere un simile (parlo di esseri UMANI) è cmq un gesto “innaturale” che non lascia indifferente chi lo compie. I soldati non hanno l’imperativo di uccidere, ma di difendere il proprio paese, è ben diverso.
-la limitazione della nascite avviene in Cina, e lì c’è una dittatura: vuoi vivere in una dittatura? Ti avverto che lì gli omosessuali vengono uccisi con un colpo di pistola alla nuca
-in natura esisteranno anche coppie di animali omosessuali monogami, ma non si riproducono e così facendo sono destinati all’estinzione.
-una “prescrizione” è un obbligo, non un diritto. Nessuno obbliga nessuno: semplicemente lo stato deve poter proteggere talune situazioni sociali per la crescita della società: è il motivo per cui non esiste una tutela giuridica ad es. di un gruppo di amici bensì di una associazione con uno statuto ben preciso, ed è il motivo per cui il matrimonio civile tutela sacrosantamente solo persone di sesso diverso.
-non mi hai risposto alla proposta che ho fatto: perchè a questo punto impedire il matrimonio tra fratelli? Lo sai che esistono casi di fratelli e sorelle incestuosi? Perchè limitare il loro sacrosanto diritto ad amarsi e veder riconosciuta la loro unione?
Gigi, rinuncio a controbattere su tutto il resto, perché sarebbe perfettamente inutile: uno – chiunque – ti risponde mele e tu capisci pere. Converrai anche tu che è fatica sprecata. Riguardo al matrimonio tra fratelli, perché no? Non vedo proprio nulla in contrario ad un loro eventuale matrimonio. Si potrebbe obiettare – ancora una volta confondendo dei piani – che la loro prole corre il rischio di essere affetta da gravi patologie. Ma questo rischio – forse anche maggiore – lo corrono due persone che magari sono portatori entrambi sani di una malattia genetica e che corrono un rischio a volte sino al 25% di avere un figlio malato. E presso certe popolazioni non è affatto una rarità. Ma nessuno gli chiede – ovviamente – prima di sposarsi alcun certificato. Quindi tale obiezione sarebbe infondata. Per cui, per quanto mi riguarda, nulla osta.
Gigi, nel tuo post del 27.05. alle 15:09 scrivevi: “Nessuno di noi si sognerebbe di dire che “non uccidere” è un imperativo giusto e sacrosanto solo perchè l’ha detto Dio, o Gandhi (per esempio). E’ un imperativo che è innato nell’uomo, successivamente codificato.”
In quello del 28.05. alle 10:12 scrivi: “uccidere NON è assolutamente un imperativo innato. E’ vero il contrario”.
Mon Dieu che confusione, davvero…
(P.S.: Un diritto implica sempre una prescrizione, ossia un corrispondente dovere da parte di qualcuno; rileggiti Kant)
evidentemente NON HAI LETTO BENE
stavo controbattendo alla TUA affermazione DEL 27.05 alle 15:29
“visto che per definizione il soldato può (anzi: deve) uccidere il nemico”.
e infatti ribadivo che sostenere che il soldato DEVE uccidere il nemico è una castroneria. Il soldato deve difendere il proprio paese. L’uccisione del nemico è un’eventualità ammessa ma non imposta.
Ricapitolando: “Non uccidere” è un imperativo per così dire “innato” nell’uomo. Non al punto che nessuno uccide MAI, of course, ma al punto che l’etica generalmente creata ed accettata dagli esseri umani RIFUGGE L’OMICIDIO E LO PUNISCE, A PRESCINDERE DALLA FEDE O DALL’IDEOLOGIA (solo i totalitarismi come comunismo e nazismo lo auspicano)
claro?
‘E davvero curioso vedere come la gente parla di diritto senza sapere l’abc. C’è una confusione micidiale. Per es. non ho letto proprio tutti i post, ma mi pare che praticamente nessuno sappia che il matrimonio, così come tutto il diritto di famiglia, non sono affatto materie di diritto pubblico, bensì di diritto privato. Qualcuno si stupirà ma se aprisse il codice civile scoprirebbe che il matrimonio è regolato lì. E se aprisse un libro di diritto privato ci troverebbe i suoi bravi capitoli sulla famiglia, matrimonio, divorzio, adozioni ecc. Il fatto è che probabilmente nessuno sa nemmeno esattamente cosa deve intendersi per diritto privato e diritto pubblico, e magari molti pensano che il diritto privato sia qualcosa di meno importante o meno “diritto”, per così dire, del diritto pubblico.
Cmq queste dispute sulle “materie”, a meno di farle fra giuristi veri, sono nominalismi speciosi e servono solo a creare confusione (basta vedere come le usano i politici infatti).
Invece una precisazione tecnica non sui “contenitori” (le materie o i settori del diritto), ma sui contenuti, è non solo utile, ma doverosa.
Sui contenuti del matrimonio precisamente. Nel nostro ordinamento ( e, credo, anche negli altri ordinamenti delle democrazie occidentali) il matrimonio non presuppone affatto la capacità di procreare degli sposi. Non solo, com’è noto, la legge non richiede un’età massima per gli sposi (che dunque a una certa età non potrebbero più procreare), ma, e questo e meno noto,non è più causa di nullità del matrimonio nemmeno l’impotenza assoluta di uno o anche di entrambi i coniugi.
Di solito quando si fa notare agli integralisti che ben esistono coppie senza figli, o che non li vogliono, o anziane ecc.questi, pur di tenere il punto, ti rispondono che però gli etero “potenzialmente” possono avere figli. Peccato però che nessuno gli spieghi che la disciplina giuridica del matrimonio OGGI (non con le modifiche auspicate da noi “pervertiti” liberali, ma con le regole fatte dalla DC nel 1975) non richiede affatto questa capacità o potenzialità.
Non si tratta, in altri termini di guardare alla casistica della realtà, ma proprio alle REGOLE, generali e astratte, che definiscono l’istituto giuridico matrimonio.
Dunque per il diritto dello stato italiano, che i coniugi possano o meno procreare è indifferente rispetto al matrimonio.Non viene richiesta non solo la procreazione effettiva, ma nemmeno in potenza, ossia nemmeno la capacità o la possibilità di procreare. Ciò differenzia molto eloquentemente il diritto civile dal diritto canonico (cioè quello dell’ordinamento giuridico della chiesa cattolica) che invece richiede la capacità di procreare (anzi per la nullità del matrimonio religioso cattolico basta anche solo che manchi l’intenzione di procreare!!)Mentre insomma per il matrimonio cattolico il cosiddetto ” bonum prolis”, sia pur accanto ad altre finalità, rimane essenziale, per l’ordinamento statale non lo è affatto. Fine precipuo del matrimonio, per lo stato, è la “comunione di vita materiale e spirituale fra i coniugi” (è un’espressionedella legge) tant’è vero che il venir meno di quest’ultima è il presupposto del divorzio, cioè dello scioglimento del matrimonio. Per lo Stato ,cioè, quello che conta è la creazione e la permanenza di questa “comunione di solidarietà” potremmo dire fra due persone: lo stabilirsi di questi vincoli di solidarietà fra i cittadini, infatti, è giustamente considerato utile per la stabilità e la prosperità della società tutta. Ciò che giova alla realizzazione dei singoli cittadini, al loro percorso di vita, avvantaggia anche l’intera società.
Che poi, il matrimonio sia ANCHE, generalmente, preordinato alla generazione ed allevamento di prole e lo stato lo protegga ANCHE in vista di ciò è normale, ma non sposta il punto. Del resto lo stato tutela i rapporti di filiazione autonomamente dal matrimonio: infatti figli , com’è ovvio, si possono fare dentro e fuori il matrimonio e lo Stato li tutela sempre nello stesso modo. Sono due cose di fatto indipendenti, per quanto per tradizione legate.
Scusate ho spezzato per non essere troppo lungo e pedante.
Dopo le “res”, infatti volevo aggiungere qualche commento personale.
Che il matrimonio fosse un istituto pensato e riconosciuto dal diritto non solo perchè la gente prolificasse, ma perchè utile alla realizzaizone delle persone è cosa che solo cinque anni fa nessuno avrebbe mai nemmeno messo in dubbio, tanto era un dato acquisito da tempo nella cultura contemporanea. Che una società abbia bisogno non solo di accrescersi di numero, o di produrre nuove generazioni, ma anche di far vivere decentemente quelle presenti , pure (e notate che questi benedetti figli di cui tutti sembrano, a parole, preoccuparsi, sono poi la generazione presente di domani: ciascuna generazione futura, poi diventa presente e ha sempre bisogno di condzioni di vita dignitose qantomeno). Oggi, invece, si tornano a sentire accenti che sembrano quasi riesumati dalle battaglie mussoliniane per l’incremento delle braccia! Molti non si rendono conto che a ragionare secondo concezioni simili si finisce per avallare, sia pur implicitamente, l’idea che una persona umana esaurisca la sua funzione e la sua dignità nell’essere uno stallone da monta o una fattrice. La persona è fine a sè stessa. L’unione di vita fra una persona e un altra persona è un bene già di per sè. Se poi vengono i figli benissimo. Che vengano, e, anzi, che si incentivino (con strumenti seri, non con le battaglie ideologiche anti-gay) le coppie a farli. Ciò nulla toglie alla dignità e funzione sociale delle unioni di vita fra due persone in se e per sè.
Ma quello che mi interessava notare è: come ci siamo arrivati? cioè com’è che questo arretramento culturale che solo pochi anni fa sarebbe parso incomprensibile ai più, anche alla gente comune, non all’intellettuale liberal, oggi invece è realtà, pane quotidiano? com’è che tornano a diffondersi idee di rigido riduzionismo biologico, rivendicazioni di tradizioni ideologiche come “naturali” ?
La risposta sarebbe molto complessa. Nel caso specifico del matrimonio gay però una spiegazione specifica, al di là dei grandi fenomeni socio-culturali generali, c’è. Il problema è che molte persone non partono da una realtà, ma da un pregiudizio. Sostanzialmente l’idea che anche gli omosessuali si sposino come gli etero gli da fastidio. Punto. ‘E proprio una cosa a pelle, o a “pancia”. Solo che hanno bisogno POI, di trovare delle ragioni che giustifichino, a loro stessi, prima ancora che agli altri, il loro rifiuto. Ora siccome l’unica cosa che differenzia l’omosessualità dalla eterosessualità è la procreazione (parlo è ovvio non delle singole persone che ben possono avere figli, ma del tipo di sessualità in sè) ecco che allora devono poer forza ricorrere a quella. Pazienza se questo comporta stravolgere la concezione del matrimonio e ridurlo ad una fabbrica di figliazione, pazienza se questo comporta quindi cambiare le regole del gioco anche per le coppie etero (quelli che non hanno figli, non vogliono averli, non possono averli), purtroppo la paura e la ripulsa inconscia per l’omosessualità fanno premio su tutto.
“stravolgere la concezione del matrimonio ” ???
Sei tu che stravolgi la realtà
“La persona è fine a sè stessa.”???
ancora meglio!
ragazzi, ma vi rendete conto quanto siete DISTANTI DALLA REALTA’? Per quale motivo io dovrei pagare le mie tasse per contribuire – tra l’altro – a una coppia sterile che non può nemmeno adottare figli?