Sono a casa con Vladimir e Federico. Siamo andati a riprenderci Vladimir tutta ammaccata e sporca di uova in un ristorante, dove l’avevano portata le Tatu e i loro corpulenti guardaspalle, ancora completamente frastornata e sotto choc. Nonostante questo non aveva perso il suo senso dell’umorismo: “Ivan, le uova nei capelli non sono certo un problema, si sa che hanno effetto nutriente, ma insomma il vestito…” In effetti il vestito era pronto per la lavanderia e Vladimir per una doccia.
Federico ed io non eravamo riusciti nemmeno a passare, arrivati lì c’era solo un muro di polizia, confusione, di Vladimir e degli altri nemmeno l’ombra. Il gruppo dei parlamentari era entrato nella piazza del Municipio di Mosca, transennata e stipata di poliziotti in assetto antisommossa, soltanto grazie al fatto che ci erano arrivati sulla macchina del deputato della Duma Alexei Mitrofanov. L’obiettivo era quello di consegnare una lettera firmata da molti europarlamentari (per l’Italia solo Agnoletto, Morgantini, Catania e Pannella) al sindaco di Mosca Luzhkov, che anche quest’anno ha vietato la manifestazione, ricordandogli che la Federazione Russa è componente il Consiglio d’Europa e che gli stati membri sono tenuti al rispetto della Convenzione Europea dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali che prevede all’articolo 11 la libertà di associazione e di riunione. Non era un Gay Pride come ce lo immaginiamo noi, di quelli coi carri, la musica e i costumi. No. Semplicemente alcuni deputati dei parlamenti europeo e nazionali volevano consegnare una lettera al sindaco.
I parlamentari sono stati accerchiati, il piccolo corteo fermato e la manifestazione immediatamente dispersa. Nikolai Alexeev, l’organizzatore del Pride, è stato arrestato e con lui altri, tra cui Marco Cappato che ci dicono sia stato rilasciato ma ancora non ci risponde al telefono. Vladimir è stato colpito dalle uova lanciate da alcuni ultraortodossi (Vladi dice ci fossero anche delle vecchiette parecchio incazzate) infiltratisi tra i giornalisti e la polizia, Peter Tatchell di “Outrage!” è stato colpito da una pietra ed è stato portato in ospedale. Nikolai è ancora trattenuto dalle autorità e sarà processato domani per direttissima per aver resistito agli ufficiali della milizia.
L’eurodeputata olandese Sophie Int’Veld ieri alla conferenza stampa aveva detto chiaramente che nonostante tutti gli sforzi del Parlamento Europeo, né la Commissione, né il Consiglio, né i Governi dei paesi membri riescono o vogliono farsi sentire quando si tratta di diritti civili, e segnatamente dei diritti della Comunità GLBT. In Polonia, uno dei 27 paesi membri, c’è addirittura una proposta di legge che prevede l’esclusione dei gay dall’insegnamento.
Il governo italiano può cogliere quest’occasione per segnare una differenza. Bisogna che il Ministro degli Esteri D’Alema convochi immediatamente l’Ambasciatore Russo a Roma per chiedergli conto dell’aggressione a Vladimir e dell’arresto di Marco. Bisogna anche che il governo richieda l’immediata liberazione di Nikolai Alexeev, che è trattenuto senza aver avuto altra colpa che di chiedere pari dignità e diritti (come il semplice diritto di manifestare pacificamente e di esprimere liberamente e pubblicamente il proprio pensiero) che da queste parti non possono ancora essere dati per scontati.
23 risposte a “Free Nikolai Alexeev”
Non capisco perchè perdiate tempo a farvi menare a Mosca. Fatelo, facciamolo, in Italia. Basta che al prossimo Pride, il 16 giugno a Roma, il corteo si diriga verso il Vaticano. Vedrete che botte. Ci state? Marco
Invece è bene far vedere agli italiani quali sono i paesi dove si blocca violentemente una manifestazione pacifica per i diritti civili. Queste cose non accadono in GB, FR, E e RFT, ma in Russia e Polonia. Portare una lettera in Vaticano per prendere delle botte!? Servirebbe?
Marco sei un genio!
”Quanto accaduto a Mosca lascia senza parole: usare o anche tollerare la violenza contro chi manifesta, in modo pacifico e non violento, solo per il riconoscimento dei diritti umani e civili e’ un pessimo segnale per un Paese che ormai da tempo ha scelto la democrazia”. Cosi’ il sindaco di Roma, Walter Veltroni, commentando le aggressioni dei naziskin contro i manifestanti del Gay Pride e la condotta della polizia che ha arrestato alcuni esponenti dei radicali.
Siamo onesti: oggi Veltroni l’ha detta giusta.
Oggettivamente non si puo’ non essere d’accordo con il commento di Marco.
… e quindi oggi Veltroni avrebbe potuto aggiungere “e io invece voglio dare un bel segnale al MIO di paese e domani farò subito istituire il registro sulle unioni civili, senza aspettare che si completi la raccolta di firme che sull’argomento stanno portando avanti i vari movimenti gay e i radicali”. Ma figurati, nel Paese delle Parole è molto più comodo darsi a commenti generici piuttosto che ai fatti.
Mi faccio picchiare qua perché vivo qua, miei cari. E perché credo che i diritti civili siano qualcosa di universale e indivisibile, come ha detto bene ieri Sophie Int’Veld: ogni violazione dei diritti umani, ovunque accada, ci riguarda. Ovunque noi siamo.
Poi, certo, fa male pensare che le differenze tra l’Italia e la Russia siano enormi sui diritti di assemblea e minime sui diritti riconosciuti alla comunità GLBT.
Ivan
Caro Scalpha, tu vivrai là. Vladimir invece vive qua. Io l’ho votata e ho contribuito a mandarla in parlamento, dove è pagata a peso d’oro. Risultati? Non ne ho ancora visti.
Per quanto riguarda Sophie, è rappresentante di un paese dove i diritti civili non sono solo oggetto di dibattito. La prossima volta perchè non la portate con voi a consegnare qualche lettera anche in Italia? Il numero di possibili destinatari è incalcolabile …
non sapevo ci fossi anche tu
e io che scrivo sul mio blog del perchè dovresti stare nel comitato dei parrucconi, no volevo dire nel comitato nazionale per il partito democratico.
Ivan, dai un abbraccio a Vlad e a Marco da parte mia, non appena trovi anche Marco…
temo che dopo quello che sta succedendo in Italia, anche qui non sarà una festa per chi è gay. La Russia però sta superando ogni limite. Giulia
Mad… eccone un altro che si aspettava una svolta zapaterista per il semplice approdo di Luxuria al parlamento.
Mai come questa volta invece alla Luxuria andrebbe espressa gratitudine per il suo impegno. Fosse solo per essersi presa la briga di andare fino a Mosca.
Sarò pessimista ma credo che per quanto riguarda la questione gay, a livello internazionale siamo in piena involuzione. La politica e la chiesa ridanno voce all’omofobia latente, la destra riprende piede un po’ dappertutto, l’Europa si espande e progetta di espandersi incorporando paesi impresentabili dal punto di vista dei diritti civili e della laicità. Temo veramente per il futuro.
Uno spettro si aggira per l’Europa….
Roberto, non fare il melodrammatico. A me pare invece che dei diritti GBTL si parli di piu’ in tutta europa. Alcuni paesi decidono di adeguare lo stato sociale ai scenari piu’ moderni, altri rimangono arroccati su oscurantismi medievali, alla ricerca della strega da bruciare sul rogo. Personalmente dico grazie a Luxuria, ne avessimo di piu’ come lei, vivremmo in un paese piu’ civile.
Complimenti per il coraggio fisico a tutti, nessuno escluso. E grazie a Ivan per il resoconto di prima mano.
Spero che Tatchell si riprenda presto – ho avuto l’onore di sentirlo parlare in LSE ed è stata la conferenza sui diritti glbt più galvanizzante della mia vita.
Quanto all’Italia, e all’andare a fare casino in Vaticano: muovere all’attacco penso sia l’unica mossa sensata per i glbt italiani, a questo punto. Il caso del video della BBC mostra che lo spazio si riesce a creare, prendendoselo.
Siete stati grandi e coerenti. Il giorno prima del Pride romano si potrebbe fare un salto davanti all’ambasciata russa, così, tanto per ricordare che i diritti civili sono importanti quanto il gas siberiano. Un abbraccio tutti voi, V.
Grazie anche da parte mia per il resoconto (e proprio non mi sembra questa l’occaisone per muovere critiche a Luxuria, anzi bravi a tutti quelli che erano lì).
Certoche è un peccaot pensare che i governi europei non vorranno fare più di tanto per i tre russi, perchè tutti sappiamo che si piegheranno al solito ricatto del gas.
L’accenno alle TATU l’ho tuttavia capito soltanto dopo aver letto su alcuni quotidiani che erano lì presenti come testimonial (insieme tra l’altro al cantante dei Right Said Fred!!!)
però della presenza di un esponente del PD – scalphy – lo sappiamo solo da questo blog (e quindi pochi).
Le tv parlano solo di luxuria e cappato.
Il messaggio che ne esce è che gli unici che si danno da fare sono radicali e comunisti.
E’ brutto dirlo ma la prossima volta devi farti menare pure tu e poi finisci sul giornale.
In Italia non contano le idee, la gente vuole il sangue…………
Mah … la prossima volta cercherò di formulare meglio le domande. Certo, vorrei vedere cosa succederebbe a Roma se si facesse una manifestazione non autorizzata con percorso non autorizzato che ha come obiettivo raggiungere il Vaticano. Mi sembra comunque di capire che la proposta viene giudicata assurda, il che la dice lunga.
Avete voglia ad andare a protestare a Mosca, ma visto che siamo ormai diventati l’ultimo paese dell’Europa Occidentale in tema di diritti civili, francamente mi sembra ridicolo andare a insegnare agli altri quello che noi non sappiamo fare.
L’impazienza di Marco verso la presunta inoperosità o inefficienza di una (1) deputata mi sembra ingenerosa; né credo che i diritti civili debbano essere difesi con forza – e pacificamente, beninteso – solamente all’interno dei confini nazionali.
Dunque, dobbiamo essere grati al coraggio di Vladimir, di Marco, di Ivan e di tutti gli altri e le altre che erano a Mosca.
Ma, quanto al resto, sono in pieno accordo con le osservazioni di Marco.
Non vedo come le parole, parole, parole del sindaco di Roma possano avere qualche significato che ecceda la retorica a buon mercato; anche un Fassino o un Napolitano o una Bindi, e finanche un Follini o un Buttiglione, potrebbero forse dire le stesse cose, tra una leccata al Vaticano e un inchino a Luca di Montezuma.
Un politico con responsabilità di Governo – locale, nazionale – che si limiti a ciarlare spandendo facile demagogia e retorica, ma non agisca in modo conseguente per quanto le sue competenze consentono, non è un granché; ammetto peraltro che egli possa in tal modo conquistarsi un buon successo sulla piazza mediatica.
Infine, la proposta di Marco sul prossimo pride romano mi sembra molto interessante.
Io stesso l’avevo suggerita ai dirigenti dell’associazione glbt della mia città, ai tempi del world pride; mi guardarono come se fossi un marziano; appena due anni dopo, mi guardarono come un sovversivo quando proposi un un manifesto politico per il pride di Padova non lontano dal manifesto del pride di quest’anno. Ironia delle piccole storie.
Perdonate la lunghezza dell’intervento.
Ciao a tutti,
una manifestazione non autorizzata su un percorso non autorizzato… chiaro che no si può.
Non capisco però cosa vieti ad un certo numero di cittadini italiani di camminare alla spicciolata per varie vie di Roma fino a p.zza S.Pietro e lì che so… distribuire volantini, mettersi una maglietta con slogan (non offensivi ma propositivi), intonare un coro soto la finestra durante l’angelus!
Canarino
Salve Ivan, vorrei chiederti: in che modo i media russi hanno trattato la notizia?
[…] tra omosessualità e pedofilia. Per maggiori informazioni, c’è un bell’articolo di Nikolai Alekseev (il principale attivista per i diritti civili in Russia, praticamente un eroe) sul Guardian e […]