12 Settembre 2007

5 difficili domande

Diario

Chiediamoglielo.jpg
Dal sito Gay Today: 5 difficili domande ai candidati segretari del PD.
Per vedere se questo partito è democratico davvero.

8 risposte a “5 difficili domande”

  1. l'oste ha detto:

    se fosse democratico davvero…vi accorgereste che i politici sono più liberali dell’opinione pubblica, e non meno. Quello della “società civile” più avanti della politica é una leggenda metropolitana.

  2. l'oste ha detto:

    se fosse democratico davvero…vi accorgereste che i politici sono più liberali dell’opinione pubblica, e non meno. Quello della “società civile” più avanti della politica é una leggenda metropolitana.

  3. l'oste ha detto:

    se fosse democratico davvero…vi accorgereste che i politici sono più liberali dell’opinione pubblica, e non meno. Quello della “società civile” più avanti della politica é una leggenda metropolitana.

  4. l'oste ha detto:

    se fosse democratico davvero…vi accorgereste che i politici sono più liberali dell’opinione pubblica, e non meno. Quello della “società civile” più avanti della politica é una leggenda metropolitana.

  5. Filippo ha detto:

    Omofobia: Quali saranno le linee d’azione che seguirà il Pd per combattere le discriminazioni di genere e per scelta sessuale? Come affrontare l’omofobia nei media, nelle scuole e sul posto di lavoro?
    Questa e’ la mia preferita. Qui non si puo’ rispondere si’ o no ma bisogna argomentare e proporre azioni efficaci. Un must.

  6. Alessandro ha detto:

    Concordo con Filippo. Occorre chiedere precisamente cosa uno farà. Le domande con risposta sì/no hanno valore solo all’inizio o alla fine di una discussione, quando si presentano i presupposti o i punti raggiunti e si vuole verificare esplicitamente l’accordo o il disaccordo su di essi. Pura, cristallina, sana retorica politica.
    La domanda però è mal formulata, dal mio punto di vista. Toglierei la seconda parte e riformulerei la prima al presente: “Quali sono le linee d’azione che seguirà il Pd per combattere le discriminazioni di genere e orientamento sessuale?”.
    In questo modo, tecnicamente si presuppone che ci siano queste linee, e che l’interlocutore sia daccordo che ci siano e debba solo spiegare quali. Farei questa domanda alla Binetti, che si troverebbe a dover rifiutare la presupposizione, e quindi ad apparire necessariamente un interlocutore ostile.

  7. Lorenzo ha detto:

    Quello della “scelta sessuale” è un infelice sintagma riportato in auge da uno dei politici più ignoranti sulla realtà omosessuale e transessuale, e uno dei più pieni di pregiudizi: si tratta chiaramente di quel maschione di Piero Fassino, quello che dice che i gay non possono adottare. Perché? Boh. Non ha citato uno straccio di studio sociologico, di saggio scientifico, manco i commenti del suo padre confessore. Però è così perché lo dice lui e la maggior parte degli italiani, che naturalmente non conoscono i fatti (d’altra parte, LORO non sono pagati per informarsi e decidere, a differenza di Fassino). Viva la democrazia!

  8. Alessandro ha detto:

    Molto sta nelle presupposizioni che le parole attivano. “Scelta” implica un agente, possibilmente consapevole, che potrebbe pure far un’altra cosa. Insomma, ti sopporto anche se (even if) hai scelto di essere gay, ma non chiedere troppo (attribuisco questo pensiero a Fassino, consapevolmente, lo ammetto). “Orientamento” non richiede un agente, è un dato di cui si può solo prendere atto. E pertanto fa paura (a Fassino?).