I tassisti sono tra le categorie che considero maggiormente perniciose per il nostro paese, tra le più corporative ed esose dell’intera nazione, una categoria che farebbe impallidire anche Mastella per il totale disinteresse per la pubblica utilità e per l’oculatezza con la quale gestisce la propria rendita di posizione. Non c’è modo migliore di dire allo straniero quanto all’Italia gliene freghi un corno del fatto che sia venuto a vedere le nostre bellezze e a visitare le nostre città che farlo arrivare alla stazione Termini e non fargli trovare un taxi. E infatti la volta dopo lo straniero se ne va a Marbella e marameo.
A parte i casini che stanno combiando a Roma, devo dire che negli ultimi tempi sono molto attento alle questioni relative ai taxi. Da otto settimane, infatti, per via dell’impegno televisivo con Crozza, arrivo alla Malpensa ogni venerdì sera verso le 22.45 e, a quell’ora, preferisco prendere un taxi che mi porti direttamente fino a casa.
A New York esiste una tariffa fissa per la corsa in taxi dall’aeroporto JFK a qualsiasi destinazione a Manhattan. Ben pubblicizzata da un grosso adesivo nella cabina del passeggero e dall’omino che ti fa salire sul taxi. Tu entri in macchina, parti, arrivi in hotel, paghi 45 dollari e arrivederci: peraltro con il dollaro a queste penose quotazioni si tratta anche di un grosso affare per chi arrivasse da Milano o da Londra (e anche da Mosca a questo punto, per dire la verità).
Anche a Milano esiste la tariffa fissa: 70 euro (centrotrentacinquemila lire: non propriamente un prezzo popolare, ma insomma) dall’aeroporto a qualsiasi punto della città. Dell’esistenza della tariffa fissa ti informano alcuni cartelloni pubblicitari benissimo mimetizzati all’interno del terminal e privi di qualsiasi attrattiva per l’occhio del passante: uno si immagina un cartellone giallo con un’enorme scritta rossa che dica qualcosa tipo “70 euro e sei a Milano!”. E invece no, si tratta di un cartello con la medesima attrattiva degli annunzi gudiziari su Repubblica: rigorosamente invisibile.
Una volta saliti in macchina, poi, c’è un altro cartello plastificato appeso al sedile del tassista e infilato rigorosamente dentro alla tasca posteriore del sedile insieme a sei altri cartelli del Comune. Per leggerli dovresti tirarli fuori, accendere una luce, recuperare una lente di ingrandimento e sperare di non aver bisogno degli occhiali. Poi il tassista farà partire il tassametro che a casa mia arriva sempre con una cifra tra i novanta e i cento euro. Va da sé che in nessun momento il tassinaro farà riferimento al fatto che la cifra sul tassametro è assolutamente inutile perché c’è una tariffa fissa. Insomma, arrivati sotto casa nessuno mi chiede mai 70 euro ma sono sempre io che glieli do, oppure, quando non ho voglia di reggere la suspense, gli annuncio che sono a conoscenza della tariffa fissa, con qualche scusa, dopo 5 minuti di viaggio.
Non posso fare il processo alle intenzioni ma mi pare evidentissimo che se io non fossi a conoscenza della cosa nessuno me ne informerebbe (e figurati la turista americana). E infatti quando pago o annuncio che pagherò 70 euro (e non uno di più) le reazioni sono varie: quello che smadonna per tutto il viaggio spiegandomi che lui a fare servizio alla Malpensa non ci verrà mai più, quello che mi chiede i soldi dell’autostrada e io sono costretto a tirare fuori il cartello dalla tasca del sedile per fargli leggere che la cifra è (neretto, corsivo) onnicomprensiva come da dizione municipale, quello che mi fa passare da Assago per andare a casa in Porta Romana e si ritrova 120 euro sul tassametro e poi gli cade la mascella, quello che va bene se uno va a Lotto ma insomma non è giusta questa tariffa se uno sta a Corvetto, quello che si incazza con Formigoni (ma anche con Veltroni)… Mai una volta che vada liscia.
Avrei in proposito una proposta concreta per Regione Lombardia e Comune di Milano: da domani un bell’adesivo sulla portiera di tutti i taxi di Milano, bello grosso e visibile, con la tariffa stabilita. E poi nessun tassametro acceso durante la corsa, che almeno si eviti quella sensazione orribile, quella precisa contabilità del presunto danno al tassinaro data dalla differenza tra il valore della corsa da tassametro e il prezzo fisso stabilito. Se il tassametro segna novanta e io cliente pago settanta, stanco e stravolto dal viaggio mi tocca pure gestirmi i sensi di colpa nei confronti del tassista. Formigoni, abbia pazienza: va bene tutto, ma lei non può farmi pure questo.
15 risposte a “Tariffa fissa”
Formigoni…
… mica sarebbe difficile essere un paese civile.
Nuovo post che sottoscrivo in toto.
Io per i tassisti sarei anche propenso a una soluzione un tantinello più radicale, tipo uno sterminio di massa e poi si assume un numero di nuovi tassisti pari a nove volte quello originale, con gli adesivi che dici tu e tutto. In ogni caso i 70 euro da Malpensa a Milano sono una truffa, per 130 euro ti prendi una macchina a noleggio per 24 ore! A Roma per andare a Fiumicino c’era una compagnia (che non esiste più credo) che chiedeva solo 35 euro dalla zona di roma nord est (bella lontana da Fium). Adesso credo che per meno di 55 euro non te la cavi.
Non so, più che puntare alla pubblicizzazione della tariffa fissa io punterei ad abolire le licenze e le tariffe concordate tout court. Nessuna licenza: per fare il tassista basta che l’auto superi una revisione periodica e che l’umano superi un (ri)esame periodico della patente. Nessuna tariffa: ogni tassista fa la tariffa che preferisce e mette sul taxi un bel adesivo con scritto n€ x nKm
A New York i conducenti dei taxi sono da decenni gli immigrati. Trovi solo gente di colore, arabi o asiatici. A Roma ancora resistono gli immigrati da altre regioni d’Italia oppure romani che non hanno studiato. Il livello culturale dei tassisti romani è preoccupante, a malapena sanno leggere e scrivere. Sono tutti simpatizzanti a destra, come non esserlo dopo che il governo Berlusconi ha cancellato l’obbligo della ricevuta fiscale per il loro lavoro ? Un provvedimento che il governo Prodi dovrebbe adottare immediatamente è il ripristino della ricevuta fiscale per tutti i taxi. Perchè non se ne parla più ? Roma è paralizzata quotidianamente dai cortei e questo penalizza fortemente tutte le attività imprenditoriali e l’efficienza degli uffici pubblici. E’ ora di dire basta, il prefetto non deve più dare il permesso per manifestare dal lunedì al venerdì. Chi vuole si organizza il sabato. BASTA. BASTA. BASTA. I cittadini romani non ne possono più.
Walter alla prova dei taxi: http://www.francescolaforgia.it/la-prova-del-taxi/
Ciao Ivan
f.
A Firenze i tassisti sono di sinistra e sono più esosi di quelli di Roma (almeno a giudicare dalle tabelle pubblicate da Repubblica ieri).
Non capisco bene cosa c’entri Formigoni. Ma so per certo che a Roma da quando c’è Veltroni (o forse è colpa di Marrazzo? boh), al di là dei proclami, il servizio taxi non ha fatto un passo avanti che sia uno. Se non abitate in centro, una volte su due non ci sono taxi in zona. Se invece siete andati a cena in centro un sabato, potrete tranquillamente tornare a casa a piedi farete prima. Esiste una tariffa fissa dall’aeroporto verso i punti interni alle mura Aureliane, 40 euri. Eufemisticamente potremmo dire che anche qui servirebbe qualche adesivo … Certo se non si riesce a risolvere nemmeno una cosuccia come il problema dei taxi, mi sento male a pensare ai grandi problemi del paese (but I digress). Anelli, comunque nella tua amata Toronto due settimane fa ho pagato 50 dollari dall’aeroporto al centro (Sheraton Centre) che non mi sono sembrati pochi fatte le proporzioni con la distanza di Malpensa, peraltro ho dovuto aspettare 40 minuti il taxi in fila fuori al freddo che non è proprio il massimo dopo dodici ore di viaggio (la stessa cosa era successa a colleghi il giorno prima).
Marco, quel che dici su Toronto e’ davvero del tutto anomalo!
Anzitutto: la distanza dal centro citta’ al Pearson sono 33km, ossia circa la meta’ che per andare dal centro di Milano a Malpensa e circa 12km in meno che dal centro di Roma a Fiumicino. Gia’ questo e’ sinonimo di un aeroporto non troppo distante dal centro citta’.
Poi: per andare al Pearson ci sono diversi piani di tariffa fissa. Se vuoi una limousine, sono 50$ dal centro, ed e’ il costo maggiore. Se vuoi un taxi normale, sono 40$ di tariffa fissa. Ricordo che al cambio di oggi 40$can sono circa 27 euro.
Ma soprattutto: a Toronto ci sono decine di migliaia di taxi, e’ come New York. In ogni momento della tua giornata o della tua nottata per prendere un taxi e’ sufficiente portarsi all’angolo di una major intersection e alzare un braccio. Entro pochi secondi si fermera’ un taxi di una delle 12 compagnie private che ci sono in citta’. E il costo – per spostamenti urbani – e’ irrisorio: parte da 3.5$ e arriva mediamente a 11$ per un viaggio di 3.5 km. Niente a che vedere con Roma.
Infine: se fuori fa freddo e non ti va di aspettare il taxi per strada oppure hai una valigia pesante, lo chiami o lo fai chiamare dall’albergo. C’e’ un numero unico che ti mette in contatto con la compagnia il cui centralino si libera prima, oppure puoi chiamare direttamente la tua compagnia preferita. E tutti i tassisti emettono scontrino su richiesta.
Ci sono anche alcuni aspetti negativi: ho perso due cellulari in un anno all’interno di due diversi taxi e non sono riuscito a riaverli indietro nemmeno quando possedevo il numero dell’automobile dentro la quale l’avevo perduto. Come a dire, i tassisti amano rivendersi i cellulari dimenticati o scivolati (come nel mio caso) dalle tasche dei loro clienti. Un atteggiamento davvero per nulla canadese: qui quando dimentichi un oggetto da qualche parte o viene lasciato li’ dov’e’ oppure viene portato al piu’ competente lost and found.
caro ivan che dirti….
gli italiani mi deludono ogni giorno di più per il loro modo di essere: se posso ti frego!!!
e questo vale per i taxi così come per la sanità.
che schifo!
Beh, caro Ivan dettagli rispetto a quello che succede a Ciampino, Roma, l’aeroporto dei voli low cost (frequentatissimo da turisti). Anche li’ c’e’ la tariffa fissa. Scena a cui ho assistito un po’ di tempo fa. Distinto turista inglese di mezza eta’ con signora carica i bagagli sul taxi e mentre sale sul taxi chiede gentilmente conferma al tassista circa la tariffa fissa. Il tassista inviperito da tale richiesta (chiaramente gia’ pregustava la grossa fregatura da mollare al turista) si mette a urlare e imprecare in romanesco. Dico: urlare nel vero senso del termine. Non contento il tassista va al portabagagli, tira fuori i bagagli degli Inglesi e glieli scaraventa letteralmente a vari metri di distanza continuando a imprecare. Si’, glieli butta proprio sulla strada violentemente, col rischio anche di rovinarli. Poi sale sul taxi e sgomma via, lasciando gli Inglesi in mezzo al piazzale. Non ti dico la faccia degli Inglesi.
una licenza taxi si ripaga in un anno o due di lavoro (e considerate che le licenze taxi si vendono anche a 300.000 euri ), fatevi un po’ i conti…. E’ solo una lobby che specula sulla propria nicchia di privilegio (per carità ci sono pure quelli onesti ma sono pochi…) , azione molto diffusa in Italia dove a fronte di assenza di diritti ci si tiene ben stretti i privilegi…. Mi chiedo però come sia possibile che tengano in scacco i Comuni, che razza di forze riescono a mobilitare per riuscire a fare questa pressione (alla fine non sono tanti quindi anche politicamente che peso hanno)?
La controparte dei tassisti poi sono gli utenti… bisognerebbe organizzare una bella contromanifestazione quando decidono di scendere in piazza… ;o)
saluti
e*
PS: ho capito che i tassisti non hanno evidentemente problemi di soldi quando uno mi ha risposto “se non le sta bene può prendere l’autobus” …. quando mai un gestore di un servizio ti dice di fruire di un servizio concorrente??? quando tanto guadagna comunque….
A conclusione dell’accordo raggiunto dal Comune di Roma con i tassisti, posso ben citare quel che scrive Giannini su Repubblica: “Il problema è che, troppo spesso, questi comportamenti irresponsabili pagano: in Italia un tavolo non si nega mai a nessuno. Lo dimostra ancora una volta l’epilogo della Vandea dei tassisti romani: caso unico al mondo, una categoria che esce da un provvedimento di “liberalizzazione” spuntando un aumento di tariffe del 18%.”
Già, caso unico al mondo, e quasi interamente attribuibile a quel signore che più di un anno fa fece lo sgambetto al collega Bersani, presentandosi come l’uomo della concertazione e che – concerta oggi, concerta domani, concerta coi violenti, concerta con i delinquenti – è riuscito ad imporre – uhhhhh, addirittura imporre!! – ben 500 licenze in più spalmate in due anni. Mica uno scherzo. Eh si, quando si dice: uno che prende le decisioni…
Che la licenza si paghi 300 mila euro , che la si riesca a ripagare in uno o due anni è una panzana enorme. Io per 160 mila euro (costo licenza a Milano) ho preventivamente consultato associazioni di tassisti per capire bene i ricavi di questa attività,quindi ho dovuto fare un mutuo di 15 anni, A Roma non sono solo 500 le licenze, datosi che i tassisti romani avevano già accettato le 1450 concordate con il sindaco Veltroni che all’atto della firma ha posto il ricatto di altre 500 licenze, senza per altro aspettare per vedere se con le 1450 licenze il servizio sarebbe migliorato a sufficenza.Per quello che riguarda le tariffe fisse io pur applicandole le trovo assolutamente ingiuste, essere costretti a far pagare la stessa tariffa anche se la meta puo variare di 22 km mi sembra davvero assurdo. Tutti fanno pagare in base alla quantità di merce venduta, o alle ore di lavoro effettuato, a noi viene vietato, oltre tutto il degreto Bersani parlava di tariffe fisse per percorsi prestabiliti, da un puno ad un altro, considerare l’intera città di Milano un punto di partenza o di arrivo è inconcepibile.Mi sono ritrovato a fare il tassista perche la mia ditta ha chiuso i battenti e a 42 anni non ho trovato uno straccio di lavoro, pur essendo altamente specializzato(o forse proprio per quello) ma rimpiango sinceramente il mio vecchio lavoro con il mio stipendio di 1650 euro+ tredicesima e quattordicesima.
Tenendo conto della mancanza totale di tutele del tassista, dei rischi che si corrono (incidenti, rapine ecc.) vi assicuro che in questi 5 anni ho continuamente sperato e provato a trovarmi un altro impiego per fuggire da questo settore tutt’altro che facile.
La cosa più difficile da affrontare è proprio questo odio nei confronti di una cattegoria che non ha una vita facile, che paga la disonestà di pochi elementi, che per altro le istituzioni si guardano bene dal perseguire, Che paga anni di vivi e lascia vivere all’italiana (vedi vendita licenze) che paga la voluta disinformazione dei nostri politici ( lo stato prende il 23% su ogni trapasso licenza), Che paga il disinteresse nei confronti di questa cattegoria come operante nel servizio pubblico (il tassista italiano è l’unico in Europa a pagare l’I.V.A. indetraibile su tutta la propria attività) che paga l’assurdità e l’incompetenza delle nostre istituzioni, che regolamentano in tutto e per tutto il nostro lavoro, ma poi parlano di libero mercato.Che non dice gli effetti spesso devastanti di liberalizzazione effettuate questo settore da altre nazioni , molto meglio organizzate della nostra.
Sicuro che tanto le mie ragioni verrano prese come difese di privilegi, vi saluto comunque Stefano Magatti