Ho ricevuto la mail che segue da un mio collega britannico, col quale avevo parlato della mia partenza per Milano questa sera. Voleva essere una gentilezza, ma quest’immagine devastante dell’Italia mi ha fatto venire la depressione.
“ROME – A general transport strike by workers demanding more investment in the sector forced the cancellation of hundreds of flights, trains, ships and buses across Italy on Friday.
National carrier Alitalia scrapped 217 national and international flights before a four-hour walkout by air sector workers beginning at 11 a.m. (1000 GMT). Air One, Italy’s No. 2 carrier, said that only nine flights would be guaranteed.
Transport workers are protesting the scarcity of funds in the new budget as well as the declining fortunes of the main companies in the sector, starting with the money-losing Alitalia, which the Italian government is struggling to sell.
Railway company Trenitalia cancelled hundreds of trains and warned of further delays as rail workers walked off their jobs at 9 a.m. (0800GMT) for an eight-hour protest.
Ship departures were delayed by 24 hours, while commuters struggled to get to work in their own cars as local transportation was idled for eight hours at different times in cities across Italy.
The city of Rome avoided further chaos by closing a late-night deal Thursday with taxi drivers who for two days staged wildcat strikes and traffic blockages to protest plans by city officials to grant 500 new licenses. The city did not go back on its plans but agreed to discuss with unions how and when the new licenses will be released.”
9 risposte a “Continuiamo a farci del male”
gli scioperi di alitalia per la “scarsita’ di fondi” mi fanno sempre lo stesso effetto, un misto di risata, compassione e disgusto. Ma i mesi decisivi per la compagnia non erano marzo-aprile scorsi? dobbiamo capire che in tutto questo tempo hanno continuato a lavorare in perdita secca. cui va aggiunto il pauroso deficit accumulato negli anni precendenti? e come fanno a stare ancora in piedi?
Devastante fotografia. Sembra ancora peggio quando uno legge dall’altra parte del pianeta. Mi trovo a Santiago de Chile, e fa impressione vedere quanto efficiente e’ il trasporto pubblico in questo paese. E c’e’ chi pensa che il Cile e’ un paese del terzo mondo. Se e’ cosi’, come si puo’ definire l’Italia?
Ok, pero’ non facciamo del catastrofismo e che siamo al livello del burkina faso.
Gli scioperi, e anche piu’ seri, li fanno anche a Londra e a Parigi (!). Le ferrovie inglesi non sono proprio un esempio di sicurezza.
A Milano, anche se e’ una piccola citta’ rispetto alle suddette, il trasporto pubblico e’ messo abbastanza bene.
E non dimentichiamoci che quando il biglietto passo’ da 1600 lire a 1 euro tutti a scandalizzarsi e a urlare che non si poteva penalizzare cosi’ chi usava il trasporto pubblico (e gli abbonamenti erano rimasti praticamente invariati…).
Il malpensa express e’ vero ci mette troppo e spesso obbliga a spendere i famosi 70 euri.
Su Roma posso essere d’accordo, dato che ci bazzico spesso per lavoro; Temini, soprattutto la domenica sera e’ una immensa coda per il taxi. E la metro lasciamo perdere.
Penso che siamo da terzo mondo per altri motivi, onestamente.
carcamanno, forse tu non ti rendi proprio conto. La questione taxi e’ solo l’ennesimo piccolo tassello in quell’enorme puzzle tutto italiano che si chiama “assenza di valide alternative ai mezzi di trasporto privati”. A parte i disagi per i cittadini e le fregature per i turisti, tale assenza si traduce purtroppo anche e soprattutto in un enorme consumo energetico extra, un enorme inquinamento extra e un sacco di soldi da pagare.
Quando in Italia faranno un piano energetico sara’ sempre troppo tardi (ma non lo faremo prima di una grave crisi energetica, io scommetto tra uno anno o un anno e mezzo). Ah gia’, il primo punto di tale piano dovrebbe ovviamente essere il potenziamento dei mezzi pubblici. Chissa’ chi sarebbe il primo ad opporsi.
a parer mio gli scioperi non sono automaticamente un male, anzi…
il problema non è la gente che sciopera ma l’incapacità della classe politica di dare risposte non dico concrete ma quanto meno intelleggibili.
concordo con la necessità di investivementi massicci dello stato nei trasporti e sono convinto della necessità di un “piano nazionale trasporti” che privilegi le ferrovie a scapito di tutto il resto.
se vi puzza di socialismo… beh avete ragione! saluti
Filippo, non e’ che non sono d’accordo in quello che dici pero’ io vedo la cosa su due piani che effettivamente hanno molti punti di contatto.
Il primo piano, che e’ il piu’ immediato, e’ il senso civico assente sia nel consumatore sia in chi fornisce i servizi.
Se pero’ anche a Milano dove i mezzi pubblici non sono affatto disastrati e costano poco si arriva a buttarla in vacca quando il biglietto passa da 80cent a 1 euro qualcosa non funziona anche in noi lamentoni/consumatori.
Il fatto che la tariffa fissa non sia pubblicizzata e’ l’altra faccia della medaglia di questo atteggiamento.
Io penso pero’ che se anche quando c’e’ una alternativa (da malpensa si puo’ arrivare in centro in 45 minuti con un treno o un autobus senza spendere 70 euro di taxi) il consumatore fa una scelta diversa con un piccolo sforzo aggiuntivo, non aiuta ad abbattere questa situazione (capisco che da heathrow express ci mette 11 minuti ad arrivare a paddington).
Un capitolo a parte sarebbe poi la nostra meravigliosa compagnia di bandiera, anche se casi analoghi di bancarotta hanno sfiorato (BA) o toccato (swiss) anche compagnie con livelli qualitativi e produttivi piu’ alti, ma mi sono troppo dilungato.
Il secondo piano come dici tu e’ quello piu’ ampio delle politiche energetiche e non che pero’ non credo sia affrontabile in poche righe e con la tua competenza.
Io sono contrario a buttarla sul catastrofismo perche’ e’ un modo per non responsabilizzarci e scaricare su categorie poco simpatiche (tassinari, politici o che).
@gio
non puzza di socialismo, e’ solo buon senso e -soprattutto business-. Regolamentare i trasporti pubblici e privati e’ oramai un fatto prima economico che sociale. Siamo nell’era del clean-tech.
@anonimo (carcamanno?)
gli italiani, come tutti i popoli del mondo, si lamentano sempre ad ogni aumento. E’ normale. Il problema e’ quando all’aumento di prezzo NON corrisponde un aumento del servizio, anzi. Vedi trenitalia, alitalia e altri. In piu’, oltre al problema di prezzo e’ un problema di efficienza. Molti dicono che trenitalia costa poco rispetto alle controparti europee, per cui e’ “giusto” che offra poco. Sacrosanto, forse. Ma il poco che trenitalia offre lo paghiamo con gli interessi quando dobbiamo consumare litri e litri di benzina per prendere l’auto (ognuno la sua, of course). E’ business, cazzo.
In piu’, anche io non sono incline a buttarla sul catastrofismo o sull’accusa alle categorie singole, ma come ho detto un sistema di trasporti nazionale e’ un puzzle con molti tasselli: alitalia e le sue 12 sigle sindacali, taxisti, trenitalia, le 7 sorelle della benzina, la difficile conformazione territoriale italiana (difficile fare una rete dei treni efficiente quando l’appennino spacca in due l’italia in tutta la sua lunghezza, difficile ma non impossibile). Uno per uno, cominciamo a riposizione i pezzi del puzzle, in un grande disegno chiamato “piano dei traporti nazionale” come parte del “piano energetico nazionale”. Un pezzo alla volta, oggi i taxisti, domani alitalia. E sotto a chi tocca.
ops, si scusa Filippo, ero io l’anonimo.
Non siamo cosi’ distanti, dico solo che come cittadini/consumatori abbiamo poche armi, e non le usiamo…(se siamo d’accordo che lamentarsi non e’ un’arma).
E se ci toccano un privilegio ci incazziamo.
carcamanno, non e’ solo un problema di cittadini. E’ anche un problema politico. Non si possono sempre fare le cose per accontentare i cittadini, certe scelte sono dure e vanno imposte a muso duro. Cominciamo a dotare i centri cittadini con morfologia del territorio acconcia di piste ciclabili E chiudere al traffico il centro E mettere prezzi spaventosi ai parchieggi E reintrodurre il filobus cittadino. Si lamenteranno in 3000, ma chissenefrega.
Ad ogni modo, la nascita di un piano dei traporti-energetico italiano la vedo opzione molte remota. Da troppo tempo non ne abbiamo uno e oramai siamo abituati a non averne. Navigare ogni giorno a vista e’ la normalita’ per tutti. Per cambiare le cose ci vorra’ un grosso shock energetico (sperando che a quel punto non cominceremo a dar retta a personaggi del calibro di Pecoraro Scanio e della sua cricca). Mi sbilancio, io prevedo tale shock tra 12-18 mesi.