Ho aderito a “Turn Off Pechino 2008”. Se le Olimpiadi devono servire a fare la passerella di un regime tirannico, beh, grazie, ci sono bastate quelle del 1936 a Berlino. Oggi, però, abbiamo un’arma in più: il telecomando. Per aderire e sostenere la petizione andate qui.
3 risposte a “Turn Off Pechino 2008”
News – Ieri, Amnesty Italia ha presentato nuova documentazione ed una campagna su Pechino 2008 – “http://www.amnesty.it/campagne/pechino2008/index.html.
Vi invitiamo a prenderne conoscenza e a promuovere anche questa iniziativa.
Sono d’accordo che si prendano iniziative di sensibilizzazione: cogliere l’occasione della vetrina mondiale delle Olimpiadi per sensibilizzare maggiormente la gente (in modo assolutamente pacifico). Su qualunque forma di boicottaggio anche “soft”, pur se solo mediatico, non sono invece d’accordo. Lo sport non deve essere politicizzato: anche se in prima istanza gli stessi paesi che si candidano lo fanno spesso anche per motivi politici, è proprio l’atteggiamento della gente e degli sportivi che deve essere tale da fare rientrare i giochi in quello che sono, un evento sportivo e pacifico, ispirato a valori intramontabili, estraneo alle logiche di scambio, ricatto, frode e via dicendo. Le Olimpiadi, si narra, erano così importanti che anche le guerre si fermavano.
Questo obiettivo è nei fatti inarrivabile, ma resta pur sempre l’ideale a cui anelare. I boicottaggi degli anni ottanta non hanno lasciato alcun ricordo positivo, se non quello di un mondo talmente teso e triste che riuscì ad incatenare lo sport e ad azzoppare l’unico evento naturale di distensione e pace di quegli anni. Non sortirono alcun effetto positivo, e per tutti gli sportivi e non quegli eventi restano come i segni di una inutile guerra ideologica che non si fermò nemmeno davanti alla più bella festa di aggregazione mondiale del mondo moderno.
La cosa che più mi incuriosisce è questo fatto di ricordare la Germania del 1936. Cosa molto buffa, perché io ritengo proprio quell’evento la dimostrazione nei fatti di come lo spirito olimpico vinca e la propaganda perda. Sì, Hitler voleva farne un evento di propaganda mondiale, ma fallì. L’immagine che a noi è rimasta di quell’evento, quella che la storia ricorderà per sempre, è Jesse Owens a monumento antidiscriminazione per tutte le generazioni che verranno. Le immagini delle Olimpiadi di Berlino sono ormai nella storia come un monumento alla fratellanza che è stata più forte della dittatura, proprio il contrario dell’intento propagandistico di Hitler. Quelle immagini di Owens hanno ispirato tutti gli uomini liberi nei decenni che seguirono alla guerra.
Beh, io mi ricordo soprattutto parecchie svastiche nei filmati di Leni Riefensthal…