21 Gennaio 2008

Il cetriolo di Rutelli

Diario

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Sempre in tema di accountability, mi chiedo cosa accadrebbe ad un dirigente di qualsiasi azienda, società, fondazione, gruppo di boy scout o assemblea condominiale che stanziasse l’incredibile cifra di 45 milioni di euro (spendendone, pare, “solo” 7) per aprire un sito che chiude dieci mesi dopo.


Il ministro competente, Francesco Rutelli, ha ammesso durante un’audizione al Senato il fallimento dell’operazione cetriolo e ha dichiarato che le responsabilità dell’incredibile vicenda sono “sia dello Stato che delle Regioni“. La responsabilità politica e morale di questo pasticcio, insomma, non è del ministro che ha deciso e deliberato ma dello Stato, cioè di tutti noi.
Spero che la “vocazione maggioritaria” e il coraggio di decidere di cui parla spesso Walter Veltroni si trasformino prima di tutto in un’assunzione di responsabilità da parte di persone fisiche; che al coraggio di decidere che chiediamo al nostro partito di avere si abbini la responsabilità individuale di chi prende le decisioni.
Non ci saranno mai né meritocrazia né ricambio generazionale in Italia fino a quando quelli che prendono decisioni sbagliate, tecniche o politiche che siano, non cominceranno a lasciare spazio ad altri più abili o semplicemente più capaci di proporre le soluzioni necessarie per il progresso del paese.

13 risposte a “Il cetriolo di Rutelli”

  1. Luigi Ruggeri ha detto:

    Questo è l’uso che normalmente fa la politica istituzionale del web.
    Si rizzano i peli per quello che qualcuno sta pensando, o peggio non pensando, di fare con i circoli virtuali extraterritoriali del PD.
    iMille, Pennarossa, Selvaticoblog, Bioetica, I quattro alberi di Cristina Alicata, Blops, questo stesso blog e tutti gli altri che incrociano riflessioni, idee e proposte, in sostanza quello che ritengo “la base” del PD in rete, cosa se ne potranno fare di un nuovo “cetriolo”?
    Sì, perchè penso che se la strategia della rete resterà nelle disponibilità delle stesse persone, di cetriolo si tratterà.

  2. Giulia ha detto:

    Io però dicevo sul serio, quando ho detto “datelo a noi”.
    Datecelo. Ci sono aziende fatte da gente in gamba, in grado di renderlo veramente partecipativo, questo Italia.it. Per molto meno soldi. A me vengono in mente un sacco di modi banali per renderlo speciale, vero, vivo: perché Rutelli non ha bandito un concorso vero, fra la gente che in rete lavora davvero?
    Lo ridico: datelo a noi. Ne faremmo qualcosa di davvero bello con davvero poco.

  3. Marco Campione ha detto:

    Sottoscrivo quanto detto da Giulia. E aggiungo che ci si è provato a chiederglielo, ma senza successo

  4. Emidio ha detto:

    Però c’è da dire che lo spreco è partito sotto il governo Berlusconi, che ha approvato quel progetto. Piccola giustificazione.

  5. lucio ha detto:

    non per difendere ciccio bello rutelli, ma è giusto dire che il progetto era stato approvato e gestito dal ministro stanca per il precedente governo.
    sicuramente meglio chiuderlo e ripensarlo, sperando (vanamente) che lo si ripensi in maniera più intelligente e trasparente rispetto alla prima versione.
    a me personalmente piacerebbe anche sapere un’altra cosa…
    rutelli già in ottobre aveva detto che italia.it era inadeguato.
    perchè non ci si è mossi subito per mettere in cantiere la nuova versione?
    invece che chiuderlo e lasciare il buco attuale, sicuramente sarebbe stato meglio avere pronta la nuova versione per fare una semplice sostituzione.

  6. enzo lodesani ha detto:

    D: Perchè Rutelli non lo ha chiuso appena arrivato al ministero?
    R: Era impegnato a mangiare pane e cicoria.
    Enzo Lodesani
    http://selvaticoblog.go.ilcannocchiale.it/

  7. scalpha ha detto:

    Emidio/Lucio, se l’idea era cattiva, l’operazione si censurava severamente da subito e non ce se ne appropriava con tanto di conferenza stampa in pompa magna e video pleeze visit italy… sennò ce ne si prende pure la responsabilità. Il che purtroppo vale per le molte iniziative di Berlusconi rispetto alle quali questo governo è stato, nella migliore delle ipotesi, passivo e acquiescente.

  8. Giacomo ha detto:

    Scsuate ma secondo me lo Stato non dovrebbe fare promozione turistica, dovrebbe lasciare il compito ai tour operator e se quelli sono incapaci peggio per loro chiuderanno le aziende che non fanno utili e si espanderanno quelle che li fanno.
    Lo Stato dovrebbe garantire i diritti di base, come per esempio la giustizia, una scuola pubblica e laica, una sanità che non ammazzi le persone… e magari raccogliere quella monnezza che continua a stare lì e altro che pubblciità ci vuole per toglierla dalla strada e poi dalla testa degli stranieri (ex) potenziali turisti…

  9. Antonio ha detto:

    Prova a chiedere a qualche dirigente di banca. Settore mutui.
    Possibile che non esiste altro che il modello “privato è bello”? Nemmeno dopo i disastri di questi anni?
    Mai conosciuto settori pubblici efficienti?
    Certo che ci vuole la responsabilità individuale degli amministratori, ma non per metterci i consulenti alla Moratti. Qualche idea sulla riforma della scuola e dell’unicersità “manageriale£?
    Un po’ più lenti, i ragionamenti. E più profondi.
    Antonio

  10. ciriolina ha detto:

    è Lucio Stanca del precedente governo che ha voluto 45 milioni di euro per una stronsata simile. In galera Stanca, ex dirigente della ibm europe.

  11. Paolo ha detto:

    Stanca ha ‘pensato’ e avviato il progetto e Rutelli ha sottoscritto e continuato immagino senza cambiare nulla
    E i 45 milioni (nostri) sono spariti comunque
    x Giacomo
    Credo che lo stato dovrebbe fare promozione turistica molto di piu e molto meglio di quanto faccia o abbia mai fatto. Il turismo e’ una delle risorse di base in Italia e potrebbe esserlo sempre di piu’. Tutti i governi europei fanno promozione turistica e riescono anche a garantire i diritti di base

  12. giacomo ha detto:

    Mi spiace ragazzi ma non sono d’accordo con voi,
    lo Stato deve fare poche cose e fatte bene tra cui la più importante è promulgare poche leggi ma chiare che stabiliscano cosa è reato e cosa no, fare applicare tali leggi (compito del potere esecutivo, ovvero di una corpo pubblico di ispettori, del lavoro, dell’ambiente, di antitrust, di polizia ecc. e non di impiegati e burocrati) e punire chi le viola, quindi dovrebbe garantire che tali leggi siano protette da attacchi esterni mediante una diplomazia ed una difesa adeguate; per il resto dovrebbe lasciare il gioco alla libera concorrenza tra i cittadini garantendo eguali punti di partenza anche qui con poche ma efficienti istituzioni: un sistema di sanità ed educazione pubblici e gratuiti (con la clausola di interrompere qualsiasi forma di finanziamento a scuole o cliniche private) e da una rete di ammortizzatori temporanei per chi perde il lavoro e ne cerca uno nuovo. Punto

  13. claudio ha detto:

    Idee:
    – Lo stato (ministero dei beni coulturali? turismo? ente statale dedicato) acquista il domino italia.it
    – Bandisce un asta per piattafroma web (portale, CMS) e grafica
    – Chi offre migliore rapporto servizio/prezzo si aggiudica la gestione del domino (ma non cotrolla i contentuti)
    – Regioni, enti turismo, agenzie turistiche, catene hotel, si candidano per inserire contentuti, link… etc etc vagliati e approvati dal ministero/ente proprietario del sito che da il via libera alla pubblicazione
    – les regioni e altre associazioni pubbliche hanno prezzi aggevolati o non pagano
    – privati pagano pubblicazione dei loro contenuti come spazio pubblicitario
    – con le entrate si paga la gestione del sito e campagne di promozione turistica
    farnetico?
    ciao