Dal blog Turn Off Pechino 2008: “Sull’onda dell’emotività per gli accadimenti tibetani, molti politici italiani si stanno svegliando e cercano di raccogliere un po’ di consensi elettorali. Cerchiamo di non radicalizzare lo scontro e apriamo gli occhi su chi soffia sul fuoco unicamente per scopi interni. Continuiamo a credere in questa iniziativa basata sulla forza del dialogo e sulla convinzione che i nostri principi, i nostri valori, li abbiamo messi in campo, non oggi, ma 5 mesi fa.”
Potete aderire a Turn Off Pechino 2008, cliccando qui.
2 risposte a “Turn Off Pechino 2008”
Occorre protestare davanti alle ambasciate, come popolo, e fare come governi tutte le pressioni politiche del caso, compresa la minaccia di rompere i rapporti commerciali. Il boicottaggio delle Olimpiadi è un gesto che si è dimostrato in passato stupido, sterile e un gravissimo danno per gli atleti che si preparano per anni per partecipare alle Olimpiadi. I comitati olimpici dei vari Paesi sono organizzazioni di politica sportiva, non di politica-politica. Non dovrebbero mai essere messi in mezzo su questioni che non hanno nulla a che vedere con lo sport. Le Olimpiadi dovrebbero essere sempre un momento di pacificazione internazionale, il modo in cui il pianeta cerca di esorcizzare le guerre, competendo con lealtà in diverse discipline sportive.
Ricordo il boicottaggio di Mosca 1980 e quello di Los Angeles 1984 che hanno penalizzato solo gli atleti. Chiedo però sobrietà nelle ridicole cerimonie di apertura, dove il paese organizzatore si presenta al mondo in maniera pomposa e falsa. Una semplice sfilata degli atleti e poi passare direttamente alle gare, senza inutili esibizioni di denaro e forza economica. Questo dovrebbero pretendere tutti i Comitati dei paesi occidentali che vogliono una svolta nella politica cinese in Tibet. Dopo avere provocato la morte di centinaia di tibetani, non possiamo permettere la festa di Pechino come se nulla fosse accaduto.