18 Aprile 2008

Metti una sera a cena

Diario

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Su Repubblica di ieri ho trovato un articolo di Francesco Merlo di cui condivido ogni parola, finale incluso.

21 risposte a “Metti una sera a cena”

  1. pisella ha detto:

    anche io come te condivido tutto quello che ho letto.
    ma c’è una cosa che mi terrorizza (tra tante altre, in verità 🙂 ) .
    chi difenderà l’art. 18 senza più Bertinotti e compagni in parlamento?
    silvio riuscirà nel suo sogno?
    purtroppo credo di si 🙁

  2. Francesco_84 ha detto:

    Ciao Ivan.
    Grazie per il link, mi ero perso questo articolo di Merlo e l’ho trovato molto interessante.
    Anche io condivido in pratica l’intera analisi dell’articolo, però volevo aggiungere una riflessione ulteriore: il fatto che il centrosinistra italiano, da un po’ di anni a questa parte, soffra di una sorta di “sindrome del salvatore”. Non so se ci hai mai pensato su.
    Ovvero: quando le situazioni sembrano volgere al peggio in termini di consenso e di presa sull’elettorato, a me pare che ci si “butta” tutti insieme appassionatamente su una persona che possa fungere da autorità indiscussa e capo carismatico. Prima con Rutelli e poi Prodi, dunque con Veltroni… ora con Vendola? Non ho niente contro Vendola, anzi ne penso tutto il bene del mondo, ma forse è il caso di fare prima un discorso a monte. Intendo dire un discorso fatto di progettualità, di maggiore capillarità effettiva sul territorio, di chiarezza sul posizionamento del pd su alcuni almbiti (in primis in tema di diritti civili e questioni etiche). Sia chiaro: un discorso, questo, certamente iniziato e ben innescato dal Partito Democratico, ma che ora – e mai come ora – deve svilupparsi e proseguire con tutta la passione, l’intelligenza, l’efficacia e la forza che si ha. Senza, possibilmente, aspettare un nuovo “messia”.
    In poche parole si tratta di costruire le basi prima di pensare al vertice.

    Poi, un’altra cosa che non c’entra niente.
    Mi piacerebbe, Ivan, che dicessi la tua su una cosa che, a partire dai risultati delle elezioni, mi gira nella testa. Cioè: dove sono, ma soprattutto “chi” sono gli elettori del centrodestra? Sì, lo so che non è un tema nuovo (nessuno votava per la dc ma tutti votavano la dc) e che molto si discute intorno al tema “operai-che-votano-lega”. Però secondo me ci sono ancora vari tasselli che mancano nel puzzle, tasselli un’Italia davvero sconosciuta che vive fuori da qualsiasi discorso che sia anche solo un po’ collettivo (editoria, giornalismo, scuola, studenti, blogosfera) e che si chiama fuori da ogni forma di partecipazione in forma di opinione pubblica.
    Se devo essere sincero, mi impaurisce anche un po’ il fatto che io non sappia niente, ma proprio niente, di questo “sottobosco” che poi è la maggioranza. Tutte le persone che frequento, con rarissime esilaranti eccezioni, non solo hanno votato pd o cmq sono tendenzialmente progressiste, ma loro stesse mi dicono che conoscono persone “simili” anche loro.
    E io non sono certo un tipo “ideologizzato”, nè passo le mie giornate nei centri sociali o cose così. Anzi, conosco molte persone e in molti ambiti differenti.
    C’è qualcosa di inquietante in tutto ciò. Perchè non conosco quasi nessuno che votato pdl o lega? Perchè, anche se volessi, non posso “litigare” con loro sulle rispettive visioni del mondo e della società? Dove sono i votanti del pdl? Io li vedo e li ascolto solo in tv quando li intervistano per la strada(!) Cosa fanno? Cosa pensano? Cosa leggono? Cosa fanno durante la giornata? Quanto sono uguali e quanto sono diversi da me?
    C’è qualcosa che non quadra.
    Scusa il commento lunghissimo e sfacciatamente off-topic :))

  3. vittorio ha detto:

    Ciao Ivan, il 21 ottobre 2007 scrivevo sul mio blog un post dal titolo W ovvero doppia V:
    “- Ieri a Roma (strano…) si è svolta una manifestazione dei soggetti che si dichiarano ‘a sinistra del partito democratico’. Immagino abbiano voglia di continuare il loro sport preferito, ovvero coltivare una immagine di ‘duri e puri’ per sottrarre voti all’elettorato della sinistra più riformista – identificabile con il PD – e continuare nella loro rincorsa verso un decimo di punto percentuale in più.
    – Il fatto di ieri è che si è affacciato un’altra volta alla ribalta nazionale il politico che stimo di più in assoluto tra tutti quelli che si affacciano oggi sulla scena (medio-bassa, ma non indecente) italiana.
    Nicola Vendola è uno dei ‘casi’ più straordinari della storia della politica. Omosessuale dichiarato, comunista rifondarolo (con ben pochi dei vizi di categoria…), vinse le primarie in un clima ostico come quello pugliese, e andò anche a vincere contro lo sfidante forzista le regionali. Sembra stia facendo molto bene il proprio lavoro nella regione.
    Ogni volta che lo vedo arringare le folle ho davanti una persona abbastanza giovane (classe 1958) che ha le idee chiare su molti temi (pari opportunità, energie alternative, ad esempio) e che soprattutto non assume pose diliberto-bertinottiane. E ancora, quando parla, non sembra voler sempre. costantemente, pungolare una controparte per accaparrare consensi.
    – Abbiamo capito quindi che una V del titolo è quella di Vendola. E l’altra V? scontato: Veltroni. Il nostro sindaco ha rilanciato l’immagine della nostra città, riprendendo e ampliando il discorso avviato, ormai 14 anni orsono, da Rutelli. La ‘acquasantiera e portacenere’ di pirandelliana memoria è oggi una specie di salotto per ricevimenti, dove il Walter cerimoniere si districa cencellianamente tra circoli del tennis, commemorazioni di defunti scomodi, e riqualificazioni di piazze. Ottima la sua gestione dell’immagine, praticamente insufficiente la sua azione nei confronti delle problematiche più scomode (periferie-diritto alla casa-traffico). È pronto, prontissimo per altri palcoscenici.
    – A mio avviso il PD dovrebbe correre da solo. Dando un bel calcione nel sedere a Mastella, e salutando ‘con l’altra mano’ la sinistra radicale e conservatrice, che potrebbe scomparire. Tutto questo se…
    Se a sinistra non esistesse un leader come Vendola. Come da titolo, perchè non sognare una Italia futura con un patto Veltroni-Vendola, dove uno rappresenta tutto ciò che l’altro non è e non vuole essere?”
    Erano naturalmente altri tempi. Archiviate le elezioni, credo che un cavallo di razza come NV non possa operare in un’area con percentuali da prefisso. Per di più mi sembra distante anni luce da quei barbogi sedicenti rivoluzionari. Per me sarebbe un errore non aprire uno spazio per lui nel PD. Specie alle prossime tornate elettorali (tipo le europee) quando la storia del voto utile non esisterà più.
    seguendo la linea del commento precedente (lungo, e la seconda parte OT), ti faccio anche io un paio di domande:
    – Ora che si è dimesso Prodi, c’è davvero bisogno di eleggere un nuovo presidente?
    – Secondo te come si comporteranno i dirigenti del partito nei confronti di Veltroni? Vedo D’Alema che già affila le armi. Cosa ne pensi di un gesto da parte di Walter tipo: dimissioni e primarie subito con tutti i dirigenti, per legittimare la sua leadership anche all’opposizione, e una linea chiara su alcuni temi, primo fra tutti quello della collocazione europea. Potrebbe funzionare una specie di tavolo con Blair, Obama e Zapatero per definire chiaramente le caratteristiche dei progressisti nel nuovo secolo?
    grazie per la tua attenzione
    in bocca al lupo per il tuo futuro
    Vittorio

  4. kamillo ha detto:

    caro ivan,
    merlo dovrebbe rendersi conto che la campagna elettorale è finita e dire TUTTA la verità.
    nella sua foga anti-verdi si è dimenticato di dire che uno dei progetti per i quali vanta giustamente vendola (i distributori di idrogeno) non cade dal cielo ma da un accordo tra ministero dell’ambiente e regione puglia
    (http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/energia/20080410170334631741.html ).
    allora non è tutto male l’operato di pecoraro scanio, se ha fatto cazzate DENUNCIAMOLE, ma riconosciamogli le scelte positive.
    Il rigassificatore in puglia si farà, ma anche qui diciamo la verità: non sono stati i verdi soltanto ad opporsi ma tutta la popolazione brindisina, sindaco di centrodx, presidenti di provincia e regione di centrosx; si farà MA NON A BRINDISI che ha già 1 raffineria e 2 megacentrali a CARBONE e in caso di incidente l’effetto domino avrebbe conseguenze devastanti.
    merlo la finisca di fischiare e faccia il giornalista serio, altrimenti ha ragione beppe grillo…Vaffanculo!!!!
    forse se imparassimo TUTTI ad amare la verità, le cose sarebbero migliori

  5. alessandro ha detto:

    Condividi pure questa frase: “non capisce che anche il treno fa landscape, che termovalorizzatori, ponti, autostrade e persino il nucleare sono elementi del paesaggio, sono l’ambiente storico che va difeso, vissuto e sviluppato”? Merlo confonde la difesa dell’ambiente con la difesa del paesaggio. Chi è contro la TAV, ad es., non vuole solo difendere il paesaggio, ma anche evitare lo spreco di quindici miliardi di euro per far guadagnare mezz’ora o poco più a treni merci semi-vuoti. Chi è contro i termovalorizzatori lo è in nome dei rischi per la salute rappresentati dalle micro-polveri. Chi è contro il ponte di Messina lo è perché si tratta di un’opera faraonica e inutile (fuorché alla mafia che ci farà affari d’oro). Chi è contro il nucleare lo è perché è un modo scriteriato di produrre energia scaricando i problemi sulle generazioni future, che dovranno vedersela con le scorie – e il fatto che lo facciano altrove non giustifica che lo facciamo anche noi. Senza contare che anche il paesaggio intatto può essere una risorsa economica (vedi il Chianti). E Merlo ha pure il coraggio di dare del qualunquista a Beppe Grillo? Cencio parla male di straccio… E poi quella battutina sulle leggi sulla famiglia “laiche e non estremiste”, come se dare ai gay gli stessi diritti degli etero fosse estremismo e come se qualunque scelta che non aggrada a Santa Romana Chiesa fosse un atto terroristico. Che untume cripto-cattolico… Insomma, Veltroni dovrebbe cooptare Vendola perché è un comunista buono, visto non ce l’ha coi preti e fa pure la comunione, vero?

  6. piergiorgio ha detto:

    Si molto condivisibile. Non la conclusione però Ivan: a me potrebbe pure andar bene, però sa di boutade.
    Naturalmente gli ex margheriti non accetterebbero mai un vicesegretario come Vendola; inoltre la leadership di Veltroni, nonostante le solidarietà di rito e le professioni di coesione, è stata inevitabilmente scossa dalla batosta elettorale, quindi Veltroni non ha più neanche lontanamente il potere di imporre scelte del genere.
    E poi non accetterebbe Vendola per primo: la sinistra-sinistra ha sempre avuto la sindrome dell’ assorbimento da parte del pd, ed ora è stata pure rinfocolata dai risultati elettorali, basta leggere tanti post anche qui sul tuo blog (Veltroni ha voluto distruggere la sinistra ecc. ecc.= questo è il leitmotiv); perciò se il pd aprisse le braccia alla sinistra radicale essa lo vedrebbe come un abbraccio soffocante, un inganno per liquidarla definitivamente.
    D’altra parte è normale e legittimo: prima di tutto la sinistra deve pensare a riorganizzare se stessa, nella sua autonomia. E Vendola se lo vorranno, potrebbe semmai essere il nuovo leader di questa nuova sinistra (io me lo auguro:è il migliore che hanno per il poco che ne so), non certo un “rappresentante” della sinistra in confusa posizione all’interno del pd.
    Altra cosa è pensare ad instaurare rapporti seri di dialogo politico, di collaborazione nell’opposizione con la sinistra radicale, che poi col tempo, a condizione che la sinistra si tolga di dosso le ipoteche ideologiche del passato e riesca ad evolvere secondo la linea ben delineata dall’articolo di merlo, potrebbero portare anche ad altro…ma sarebbe premature parlarne ora.
    Offrire alla sinistra un canale di contatto, anche una qualche forma di compartecipazione, di corresponsabilizzazione (sono sempre gli alleati del pd in svariate amministrazioni locali e regionali!) si; ma niente confusione di ruoli.

  7. andrea ha detto:

    Scusa Ivan ma non puoi dirmi che condividi una roba del genere. Vendola ci piace a tutti, per carita’, ma Merlo parla come se la sinistra radicale avesse garantito chissa’ quali conquiste ai piu’ deboli. Ma quando mai… che grazie a loro e ai sindacati il welfare in Italia e’ tutto industriale e familistico. E ignora completamente chi (a) non fa l’operaio (b) non ha una famiglia alle spalle, comprensiva di nonna con pensione. A sentire Merlo pare che i giovani precari debbano ringraziare Bertinotti. Ma di che?
    Per tacere poi delle due parole sbrigative con cui vengono liquidate questioni tipo il nucleare o i diritti dei gay (quali sarebbero queste leggi estremiste sulla famiglia? l’abolizione del matrimonio etero? la sodomia obbligatoria? ci piacerebbe saperlo).
    Davvero avevo stima di te ma i commenti che stai postando dopo le elezioni mi stanno facendo combiare idea.

  8. raoul ha detto:

    E’ un articolo molto interessante e condivisibile. Purtroppo – ma e’abbastanza logico che sia cosi’ – offre quesiti piuttosto che risposte. Farsi portatore dei problemi delle categorie piu’ deboli deve essere una priorita’ del PD. La sfida e’ farlo senza cadere nella retorica da inizio novecento che ha affondato la SA. Conciliare liberismo e solidarieta’ non sara’ un compito facile per il PD

  9. Alessandro ha detto:

    Faccio fatica, sai?
    Molta.
    L’assunto che la sinistra radicale difende i ceti deboli è vero solo in minima parte. E solo, rigorosamente, sul territorio frazionato della provincia, che il PD non conosce affatto. Quindi prima di imbarcare Vendola e pensare di conoscere tramite lui e gli altri i ceti deboli, usciamo dal nostro loft mentale e vediamo cosa possiamo fare noi. Cosa puoi fare tu, cosa posso fare io.
    In ogni caso, sul territorio dex e sin han un senso limitato, credimi Ivan. Si collabora per risolvere i problemi, punto.
    Secondo errore di Merlo: la Lega è è di dex. Non ha capito nulla, e purtroppo non mi meraviglia. La Repubblica ha talvolta il difetto di alimentare il nostro disprezzo verso qualcuno di “non civile”: cattivo giornalismo.
    Preferirei ragionarci su prima di dare etichette.

  10. davide ha detto:

    Io non capisco come si possa imbarcare, a prescindere da una seria discussione su quale deve essere la politica economica del paese (ad esempio) un’intera classe politica di estrema sinistra, quando il PD gia fatica a superare alcuni vecchi tabu della cultura socialista.
    Quoto alessandro e andrea, che parlano dei DANNI che la sinistra radicali ha fatto ai più deboli (altro che difesa!). E sono gia deluso dalla qualità del riformismo del pd, ancora ossessionato dai sindacati (cofferati superstar) ancora contrario alla riforma delle pensioni, alla revisione totale dello statuto dei lavoratori, ancora indeciso tra lotta alla povertà e lotta alla diseguaglianza. Il dialogo con la SA è secondo me sacrosanto, ma vanno chiariti alcuni aspetti fondamentali: il marxismo e lo statalismo sono dannosi (almeno in questa fase storica, per favore), la sinistra deve acquisire una cultura di governo.. Secondo me la discussione si deve incentrare sul livello locale, sulla buona amministrazione..
    altra cosa è il diritto di tribuna, che si può garantire con un bel sistema elettorale a doppio turno..

  11. paoletta ha detto:

    Ma l’avete letto l’articolo di Merlo? Ma pensare due minuti prima di scrivere, no?

  12. Pierluigi ha detto:

    Sì, l’articolo di Merlo è interessante. Però alcune analisi e le proposte che fa secondo me perpetuano alcuni vecchi vizi.
    1) è verissimo che la sinistra (tutta, non solo radicale) ha perso il polso della società italiana, tanto da continuare a pensare il proletariato come composto solo dagli operai di fabbrica, quando invece vi sono moltissime altre categorie (piccoli commercianti, insegnanti, dipendenti pubblici, precari etc.) che oggi ne fanno parte a maggior diritto; queste categorie non si sentono più rappresentate dai sindacati e dalla sinistra, perché questi ultimi non hanno saputo aggiornare le proprie parole d’ordine, se non in minima parte e tardivamente. Il pericolo che rimanga solo Tremonti a dare risposte alla “pancia” di questo elettorato è ben reale. Il fenomeno Lega ne è la esemplificazione prima. Non credo però si possa dire che Bertinotti & co. avessero la capacità di comprendere e rappresentare queste persone: non è dalla scomparsa della sinistra radicale che nasce il pericolo, che invece viene da lontano.
    2) è azzeccatissima la definizione caustica dei Pecoraro Scanio boys come “caricature italiane del pensiero verde europeo”. L’ho sempre pensato. Il nostro è stato storicamente un ecologismo radical-chic che si riempie la bocca delle parole d’ordine dell’ambientalismo più per moda che per convinzione. Tant’è che nelle due esperienze di governo non è stato capace di portare avanti uno straccio di politica energetica innovativa, neanche a livello locale dove governa in molte città, e dove con buona volontà si potrebbe fare molto. Preferiscono fare manifestazioni sulla guerra o i rom, sacrosante ma che poco hanno a che fare con la ragione sociale primaria del movimento verde europeo.
    3) è davvero ridicolo lo sciacallaggio confindustriale sulle magre sorti della sinistra-sinistra;purtroppo in questo paese la miopia non è solo di matrice politica e sindacale, ma anche imprenditoriale. Al di là dei bei proclami, pure da quella parte si rimane ancorati alle vecchie logiche padroni-operai, per cui la sconfitta dell’uno (i secondi in questo caso) è la felicità dell’altro. Davvero non capisco quali vantaggi crede di poter ottenere confindustria dalla sparizione di ogni controparte. Una vittoria di Pirro, appunto.
    4) la proposta della cooptazione di Vendola è roba vecchia. Perpetua le logiche della politica italiana che parte sempre dal vertice prima che dalla base. Non abbiamo ancora capito che non è della figura del salvatore e guida messianica di cui abbiamo bisogno? Certo, nel contesto mediatico in cui siamo immersi, è importante, ma è la ciliegina sulla torta. Se manca la torta, la ciliegina non serve a niente (Prodi-Rutelli-Veltroni insegnano, o no?).
    Il richiamo all’esperienza di Vendola è giusto, ma non in termini di assorbimento. Se mai in termini di ascolto e di instaurazione di un dialogo. Di un appoggio silenzioso affinché si un poersonaggio come lui a ricostruire su nuove basi un soggetto di sinistra capace di parlare una lingua immaginifica ma sostanziosa, che esprime lucidità e pathos nell’analisi ma anche voglia di operare per il cambiamento (che è poi la qualità maggiore di Vendola, mi pare).
    5) il PD deve organizzarsi sul territorio; se proprio vuol copiare qualcuno, copi la Lega. Che non a caso è l’unico soggetto politico che affonda ancora saldamente le sue radici nella c.d. Prima Repubblica e nel modo di fare politica che a quella si richiama. Ha preso l’8% ed è stata pochissimo in TV. Sarà il caso di chiedersi come mai. Ha una classe dirigente non proprio brillante, eppure non importa a nessuno (dei suoi elettori, che non sono marziani).

  13. Stefano Gardelli ha detto:

    Sinceramente non condivido l’articolo di Merlo.
    Finalmente si è aperta nel centro sinistra la possibilità di abbracciare e di dare voce alla cultura liberale e riformista dei vari Giavazzi, Sartori, Bobbio, Realacci, Bonomi, ecc.. e noi vogliamo caricarci una zavorra come quella della sinistra radicale, che dividerebbe ulteriormente il PD in correnti e che riproporrebbe le stesse istanze di una sinistra conservatrice, anti-moderna e avulsa dal tessuto sociale?
    E’ inutile stare qui a strapparsi le vesti per la sinistra radicale. Sono loro, in con-partecipazione con i sindacati confederati, con i loro programmi e il loro atteggiamento che hanno affossato la loro esperienza politica.
    Le urne hanno sentenziato: non rappresentano affatto gli interessi dei lavoratori reali, ma gli interessi e i privilegi corporativi di pochi. E ovviamente i loro stessi privilegi e le posizioni di potere.
    Ci lamentiamo del nostro costoso welfare e vogliamo riformarlo, ma lo sappiamo cosa ha fatto il governo Prodi a causa delle pressioni della sinistra radicale?
    a) su quasi 20 miliardi di spesa pubblica aggiuntiva deliberata nel 2007, la frazione che va a un
    reale completamento dello Stato sociale, basato su principi di universalità e selettività, è minima; la
    maggior parte degli interventi sono favori, sconti e mance elargite a categorie specifiche, senza
    requisiti stringenti di bisogno (si pensi, per fare solo due esempi, all’ennesimo super-aumento agli
    statali o allo sconto Ici esteso ai proprietari con redditi alti), e questo è tanto più preoccupante se si
    dà qualche credito ai dati che segnalano una crescita delle diseguaglianze sociali.
    Il PD e i suoi programmi bastano ed avanzano a difendere i lavoratori, e regolare il mercato e a garantire uno sviluppo armonico e integrato della società. Insomma, condivido appieno Alessandro, Andrea e Davide.

  14. zampalepre ha detto:

    Sembra di stare nel blog di Cicchitto o di Bondi,
    tutto quello che non va è ormai colpa della Sinistra…
    classico italiano, memoria stracorta e se a qualcuno va male giù altre mazzate!
    Bella gente Ivan che ti attornia…soprattutto propositivi e per niente faziosi.
    Auguri sinceri

  15. Stefano Gardelli ha detto:

    Caro Zampalepre,
    vorrei restituere al mittente le accuse di essere faziosi o di essere “bella gente”.
    Non stiamo affatto sostenendo che tutto quello che non va è ormai colpa della Sinistra: si sta dicendo soltanto dicendo che ognuno è causa dei propri mali. E che gli elettori hanno percepito lo scollamento della sinistra radicale dalla realtà vera sociale ed economica: per questo l’hanno punita. Inoltre si sta dicendo che non è poi così questo dramma: il taglio delle estreme, oltre a semplificare il panorama politico, ha aperto nuove possibilità di una governabilità reale del paese (sia da parte del PD che del PDL), finalmente liberi dai lacciuoli, dalle istanze di pochi, dalle fettine di potere fatte valere come se fossero essenziali, il tutto per un più ampio interesse generale..
    E siamo anche propositivi! questo blog riflette criticamente le istanze del PD, e le propone come istanze valide a rifomare e rilanciare il paese.
    Se lei vuole proposte per rilanciare la sinistra arcobaleno, le faccia, ma non credo sia questa la sede più opportuna.

  16. zampalepre ha detto:

    Egr.Sig.Stefano Gardelli,
    da pugliese Le rispondo:
    la Puglia è governata dall’Unione (non dalla sola Rifondazione), Vendola ha vinto le primarie (preferito dagli elettori al candidato centrista), l’Unione ha vinto le elezioni regionali (preferita dagli elettori al Polo), nell’Unione c’è ancora la Sinistra, Vendola è un dirigente di questa Sinistra.
    perchè (secondo Merlo e per condivisione,secondo Scalfarotto) solo qui la Sinistra ha un volto moderno e in altre parti d’Italia no? Soprattutto, perchè secondo Merlo Vendola è IN e Pecoraro è OUT, quando INSIEME hanno messo a punto il progetto Idrogeno, per fare un esempio?
    (MA ANCHE,perchè ,dato che l’Unione è un elemento superato, non si chiude con questa esperienza dappertutto e definitivamente? Perchè Rutelli non dice che NON VUOLE per COERENZA i voti della Sinistra?)
    Lei sta passando per verità la sua opinine: molti elettori di sinistra e anch’io tra loro, hanno votato PD perchè semplicemente credevano Veltroni l’ultimo baluardo al berlusconismo di ritorno, non certo per le sorti magnifiche prospettate dai numerari dell’Opus Dei, dagli Imprenditori di Successo o dai Rampolli di buona Famiglia, presenti in gran numero in quel partito; io, ma credo molti con me, non ripeteranno questo ERRORE.
    Tutta questa fobia per i temi della sinistra e dell’ambientalismo salta fuori solo adesso, perchè non l’ho mai letta prima su questo blog?
    Angelo Zampalepre

  17. Pierluigi ha detto:

    Zampalepre ha in parte ragione. Neanche io condivido questo astio verso la sinistra arcobaleno. L’insuccesso dell’Unione ha molti padri. Non ultima anche un certa ambiguità – tuttora irrisolta – nei rapporti fra ex-ds ed ex-margherita all’interno del PD. Generalmente a me non piace ragionare in termini di appartentenze, tanto più se superate. Però se i protagonisti della politica, poi, negli atti quotidiani mostrano più o meno apertamente di ragionare ancora con quegli schemi, l’elettore (generalmente più illuminato dei dirigenti di partito, mi sa) non può che prenderne atto.
    In ogni caso, ciò che volevo dire è che a me, ulivista della prima ora, sincero sostenitore da sempre di una prospettiva unitaria di stampo riformista, non sta affatto bene un PD che ritiene i propri valori descritti in maniera esauriente dalla asfittica cerchia dei Giavazzi-Sartori-Ichino etc. La sinistra è anche molto altro. Il PD per me o è saldamente socialdemocratico oppure NON è. Questa è la mia opinione. La rincorsa al centro, anche se è uno slogan più che altro giornalistico, tuttavia è anche ben rappresentata dal fatto che il primo atto ufficiale del Veltroni post-elezioni è stato l’incontro con Casini. Secondo me, ancora non ci siamo. O qualcuno davvero pensa che la soluzione sia inseguire una fantomatica (quanto illusoria) sommatoria dei voti propri con quelli dell’UDC di Cuffaro (meno male che “noi la mafia la vogliamo annientare”…). Non voglio fare sterile critica, ché io al progetto PD credo, però vorrei meno tatticismo e più riflessione. L’Italia ha bisogno di valori di sinistra (laici, socialisti, riformisti) ed è il PD che devo rappresentarli. La Binetti, per dirne una, in questo quadro non ha cittadinanza. Posso accettarne la presenza come un accidente temporaneo, non come una mossa strategica che segna la linea dello sviluppo futuro. Se così fossi, io non ci starei più. Perdonate ma dovendo scegliere fra Casini e Vendola, NON esistono dubbi, a mio giudizio. E personalizzo la questione solo per facilità, non si fraintenda: il riferimento è ai valori che i due intendono esprimere nella loro azione politica.

  18. Stefano Gardelli ha detto:

    Caro Angelo,
    benissimo la persona di Vendola, soprattutto se ha raggiunto questi risultati di cui si discute (io nulla posso dire al riguardo visto che non sono informato). Però vorrei fare una distinzione che mi sembra importante: a livello locale, provincial e financo regionale, io credo che molto più che l’appartenenza politica contino le persone. Se quindi a questi livelli vi è una convergenza, nel nome della realpolitik, tra PD e Sinistra Arcobaleno, ben venga l’Unione: mi spiego, a livello locale, contano la conoscenza del territorio e le idee (poco astratte!) per cambiarlo. Se in certi luoghi dove vi è una tradizionale alleanza tra sinistra riformista e sinistra massimalista e si vuole continuare per questa strada, perchè vi sono personalità competenti e autorevoli (come mi sembra di capire Vendola) che uniscono, benissimo. Per entrambi. L’esperienza politica nazionale dell’Unione mi sembra invece sepolta: la logica non è più quella dell’ “allarghiamoci ed includiamo il più possibile” per battere il nemico, ma quella di un sistema politico simile a quello delle democrazie più mature della nostra. Se poi la Sinistra prende un milione scarso di voti, non è certo colpa del PD! Mi sembra davvero pretestuoso, e soprattutto, falso. Il volto moderno della Sinistra radicale è quello certamente di un Vendola (a quanto pare), e sono d’accordo con lei, e non di un Bertinotti, un Giordano (ma nemmeno un Caruso o un Migliore..). Ma di Vendola non ne vedo molti in giro. Poi mi scusi, ma il PD non vuole essere un baluardo di alcunchè, ma anzi si sia proprio smarcato da quella logica: il PD è lì per FARE, PROPORRE, e in questo momento fare opposizione intelligente. Che poi Berlusconi faccia schifo, siamo tutti d’accordo: ma evidentemente del conflitto d’interessi, dei suoi legami con Mangano, ecc, ecc, ecc.. alla metà degli Italiani non frega nulla. Quella dell’Unione, del tutti contro il Nemico, è una strategia perdente, sbagliata, e che portato qualche anemico risultato solo nella stagione fine anni ’90 del Prodismo. Infine, io non voglio far passare nulla per incontrovertibile, e da quasi-Rampollo di Buona Famiglia le dico semplicemente il mio parere.
    A Pierluigi vorrei dire: la cerchia da lei citata non è per nulla asfittica, anche perchè non costituisce un monolite, ma tante voci diverse, il cui fine è, se vogliamo proprio sintetizzare per sommi capi: 1-coniungare liberismo e solidarietà, 2-riformare lo stato sociale (per averlo ben funzionante e che massimizzi il rapporto costi-benefici), 3-più governabilità tramite una semplificazione dell’offerta politica, 3-più meritocrazia e meno privilegi (a tutti i livelli, dalle università alla pubblica amministrazione) e quindi più mobilità sociale, 4-un’idea di economia che punti sulla qualità e sulle specificità territoriali per competere in un mondo globalizzato, 5-più ricerca e di qualità, 6-meno tasse ma colpendo evasori, rendite finanziare, e grandi capitali, 7- lavoro flessibile ma non precario (come nel resto d’europa), e mille altre idee sulle quali trovo sia difficile dissentire..
    – Nessuno pensa di rincorrere il centro! ma siccome siamo in 2 a fare l’opposizione, vorrà che si parleranno o no??
    – In Italia, come dice giustamente Scalfari, un vero partito socialdemocratico non l’abbiamo mai avuto. Non lo era ovviamente il PCI, non lo era il PSI, non lo era l’Unione, e il PD per me lo sarà solo in parte, anche si dovrà trovare una sintesi tra corrente liberale e socialdemocratica. Secondo me è possibile, e necessario.
    – Sulla questione della laicità: sono d’accordo, sono laico anch’io, tuttavia mi sembra assurdo, come ripete sempre cacciari, porre veti di partecipazione al PD e alla corrente cattolica. Primo è strategicamente suicida: piaccia o meno, siamo in un paese dove senza i voti dei cattolici non si governa (poche balle!). Secondo siccome il nostro è un partito DEMOCRATICO, sulle questioni etiche, fatto salvo che il nostro è un partito laico, si ascolteranno le posizioni di tutti, e A MAGGIORANZA si deciderà: e quale sarà secondo lei l’esito?? scontato no?? Tuttavia, questo è essere democratici, credo. E poi si salvano capra e cavoli: voti cattolici da una parte, e leggi comunque laiche dall’altra.

  19. Stefano Gardelli ha detto:

    Caro Angelo,
    benissimo la persona di Vendola, soprattutto se ha raggiunto questi risultati di cui si discute (io nulla posso dire al riguardo visto che non sono informato). Però vorrei fare una distinzione che mi sembra importante: a livello locale, provincial e financo regionale, io credo che molto più che l’appartenenza politica contino le persone. Se quindi a questi livelli vi è una convergenza, nel nome della realpolitik, tra PD e Sinistra Arcobaleno, ben venga l’Unione: mi spiego, a livello locale, contano la conoscenza del territorio e le idee (poco astratte!) per cambiarlo. Se in certi luoghi dove vi è una tradizionale alleanza tra sinistra riformista e sinistra massimalista e si vuole continuare per questa strada, perchè vi sono personalità competenti e autorevoli (come mi sembra di capire Vendola) che uniscono, benissimo. Per entrambi. L’esperienza politica nazionale dell’Unione mi sembra invece sepolta: la logica non è più quella dell’ “allarghiamoci ed includiamo il più possibile” per battere il nemico, ma quella di un sistema politico simile a quello delle democrazie più mature della nostra. Se poi la Sinistra prende un milione scarso di voti, non è certo colpa del PD! Mi sembra davvero pretestuoso, e soprattutto, falso. Il volto moderno della Sinistra radicale è quello certamente di un Vendola (a quanto pare), e sono d’accordo con lei, e non di un Bertinotti, un Giordano (ma nemmeno un Caruso o un Migliore..). Ma di Vendola non ne vedo molti in giro. Poi mi scusi, ma il PD non vuole essere un baluardo di alcunchè, ma anzi si sia proprio smarcato da quella logica: il PD è lì per FARE, PROPORRE, e in questo momento fare opposizione intelligente. Che poi Berlusconi faccia schifo, siamo tutti d’accordo: ma evidentemente del conflitto d’interessi, dei suoi legami con Mangano, ecc, ecc, ecc.. alla metà degli Italiani non frega nulla. Quella dell’Unione, del tutti contro il Nemico, è una strategia perdente, sbagliata, e che portato qualche anemico risultato solo nella stagione fine anni ’90 del Prodismo. Infine, io non voglio far passare nulla per incontrovertibile, e da quasi-Rampollo di Buona Famiglia le dico semplicemente il mio parere.
    A Pierluigi vorrei dire: la cerchia da lei citata non è per nulla asfittica, anche perchè non costituisce un monolite, ma tante voci diverse, il cui fine è, se vogliamo proprio sintetizzare per sommi capi: 1-coniungare liberismo e solidarietà, 2-riformare lo stato sociale (per averlo ben funzionante e che massimizzi il rapporto costi-benefici), 3-più governabilità tramite una semplificazione dell’offerta politica, 3-più meritocrazia e meno privilegi (a tutti i livelli, dalle università alla pubblica amministrazione) e quindi più mobilità sociale, 4-un’idea di economia che punti sulla qualità e sulle specificità territoriali per competere in un mondo globalizzato, 5-più ricerca e di qualità, 6-meno tasse ma colpendo evasori, rendite finanziare, e grandi capitali, 7- lavoro flessibile ma non precario (come nel resto d’europa), e mille altre idee sulle quali trovo sia difficile dissentire..
    – Nessuno pensa di rincorrere il centro! ma siccome siamo in 2 a fare l’opposizione, vorrà che si parleranno o no??
    – In Italia, come dice giustamente Scalfari, un vero partito socialdemocratico non l’abbiamo mai avuto. Non lo era ovviamente il PCI, non lo era il PSI, non lo era l’Unione, e il PD per me lo sarà solo in parte, anche si dovrà trovare una sintesi tra corrente liberale e socialdemocratica. Secondo me è possibile, e necessario.
    – Sulla questione della laicità: sono d’accordo, sono laico anch’io, tuttavia mi sembra assurdo, come ripete sempre cacciari, porre veti di partecipazione al PD e alla corrente cattolica. Primo è strategicamente suicida: piaccia o meno, siamo in un paese dove senza i voti dei cattolici non si governa (poche balle!). Secondo siccome il nostro è un partito DEMOCRATICO, sulle questioni etiche, fatto salvo che il nostro è un partito laico, si ascolteranno le posizioni di tutti, e A MAGGIORANZA si deciderà: e quale sarà secondo lei l’esito?? scontato no?? Tuttavia, questo è essere democratici, credo. E poi si salvano capra e cavoli: voti cattolici da una parte, e leggi comunque laiche dall’altra.

  20. felice ha detto:

    Merlo nel suo articolo non esprime giudizi imparziali. Come al solito la stampa ha la capacità di buttare o rimettere in piedi personaggi politici a seconda del momento. Merlo non riconosce tutto quello che in campo ambietale è stato fatto con i Verdi. Se Pecoraro ha delle colpe, sono proprie e personali. Dietro gli inceneritori ci sono interessi economici ( cip6) a danno dei contribuenti, oltre che danni alla salute. Parlano tanto bene dell’inceneritore di Brescia, ma non si dice come la raccolta differenziata a Brescia è al palo 35% e non di più come dicono le direttive europee. La Tav, il ponte di messina, oltre ad essere opere faraonoche e costose, fa stornare gli investimenti che sarebbero util sulle tratte ferroviarie di ordinari percorsi usati dai pendolari.
    Pensate che dal 1980 le tratte delle ferrovie esistenti, da Napoli al sud ( Basilicata- Calabria- Sicilia) non solo non sono state incrementate ma addirittura dismesse, e, sostituite dagli autobus che di notte scorrazzano in lungo e largo per l’Italia, creando eccessivi emmissione di CO2. In tutto questo avrei voluto che i cosiddetti ambientalisti del fare del PD fossero stati vicini ai Verdi invece di farli passare come il partito del no.
    Forse una delle ragione della sconfitta del PD e della sinistra arcobaleno è stata anche questa: non aver convinto insieme le ragioni di una buona pratica negli investimenti e nella tutela delle persone normali…….. dai bambini ai vecchi e di ogni orientamento sessuale. IL PD ha rincorso la destra e, la Sinistra è stata tacciata dalla stampa e dagli avversari come gruppo obsoleto che non segue le regole del mercato.
    IL verde Europeo Bettin ha detto che la vittoria di Berlusconi sarà un problema per l’Italia. Vorrei che tutto il fronte antiberlusconi si mettese insieme, dialogasse per fare una politica a misura d’uomo e non dei meri privatistici profitti.

  21. felice ha detto:

    Merlo nel suo articolo non esprime giudizi imparziali. Come al solito la stampa ha la capacità di buttare o rimettere in piedi personaggi politici a seconda del momento. Merlo non riconosce tutto quello che in campo ambietale è stato fatto con i Verdi. Se Pecoraro ha delle colpe, sono proprie e personali. Dietro gli inceneritori ci sono interessi economici ( cip6) a danno dei contribuenti, oltre che danni alla salute. Parlano tanto bene dell’inceneritore di Brescia, ma non si dice come la raccolta differenziata a Brescia è al palo 35% e non di più come dicono le direttive europee. La Tav, il ponte di messina, oltre ad essere opere faraonoche e costose, fa stornare gli investimenti che sarebbero util sulle tratte ferroviarie di ordinari percorsi usati dai pendolari.
    Pensate che dal 1980 le tratte delle ferrovie esistenti, da Napoli al sud ( Basilicata- Calabria- Sicilia) non solo non sono state incrementate ma addirittura dismesse, e, sostituite dagli autobus che di notte scorrazzano in lungo e largo per l’Italia, creando eccessivi emmissione di CO2. In tutto questo avrei voluto che i cosiddetti ambientalisti del fare del PD fossero stati vicini ai Verdi invece di farli passare come il partito del no.
    Forse una delle ragione della sconfitta del PD e della sinistra arcobaleno è stata anche questa: non aver convinto insieme le ragioni di una buona pratica negli investimenti e nella tutela delle persone normali…….. dai bambini ai vecchi e di ogni orientamento sessuale. IL PD ha rincorso la destra e, la Sinistra è stata tacciata dalla stampa e dagli avversari come gruppo obsoleto che non segue le regole del mercato.
    IL verde Europeo Bettin ha detto che la vittoria di Berlusconi sarà un problema per l’Italia. Vorrei che tutto il fronte antiberlusconi si mettese insieme, dialogasse per fare una politica a misura d’uomo e non dei meri privatistici profitti.