Sono tornato ieri sera da
Mosca in tempo per le prove di Crozza e la trasmissione di domani. Stamattina
appena svegli, mentre prendevamo un caffè con Federico in questa meravigliosa
mattinata di primavera, sono stato riportato ai miei pensieri da una pubblicità
radiofonica di un medicinale in cui una voce garrula e argentina di donna
telefona ad un’altra voce – sempre argentina ma sempre meno garrula man mano
che la pubblicità va avanti – dicendo “Salve, sono la tua scarica di diarrea!”. Non credevo alle mie orecchie, ma la voce ha detto proprio così.
Federico ha visto che mi è
caduta la mascella, ha fatto una faccia consapevole, compunta e solidale e mi ha detto: “Non è nuova, si sente in radio già da qualche tempo”. Poi oggi, durante le prove del programma,
Crozza e Pierfrancesco Favino hanno letto passi di quel famoso discorso di Bob
Kennedy, quello sul Dow-Jones e sul Prodotto Interno Lordo, quello in cui
Kennedy diceva che quegli indici aumentano anche all’aumentare
dell’inquinamento dell’aria e della pubblicità delle sigarette, ai soldi spesi
per mettere serrature speciali alle porte di casa e alle prigioni per chi cerca
di forzarle, alla produzione di napalm, missili e testate nucleari e che invece
il PIL non tiene in nessun conto la salute delle nostre famiglie, non comprende
la bellezza della poesia, né l’intelligenza del dibattere o l’onestà dei
pubblici dipendenti di un determinato paese.
E così, sospeso tra la squillante voce della diarrea e la memoria dell’America gentile che non fu mai,
l’America di Bob Kennedy, ho capito cos’è che mi manca di più nell’Italia di
Berlusconi e Bossi. Ho capito perché mi sento così in imbarazzo al pensiero che
tanta gente in Italia abbia potuto serenamente votare per chi dice che i
mafiosi sono eroi e che con la bandiera bisogna pulirsi il sedere. Ho capito
perché la sconfitta politica da noi lascia molto più amaro in bocca di quanto
non accadrebbe in altri paesi.
Ogni classe politica ha il
suo carattere, la sua personalità. Pensate alla positività un po’ esaltata
dell’America di Reagan (il celebre edonismo reaganiano…); al polso di ferro di
Margaret Thatcher; pensate alla cool Britannia, quella famosa “fighettitudine”
dell’Inghilterra di Blair; alla Spagna giovane e sorridente di Zapatero… ecco,
a me pare che stavolta non abbiamo perso solo noi. Ha perso la gentilezza, ha
perso la buona educazione, qualità che in questi nostri tempi saranno
probabilmente considerate inutili se non addirittura negative, roba da
smidollati.
Forse è una questione di
cicli storici, magari l’onda lunga di Obama raggiungerà anche noi tra qualche
tempo, il solito tempo che ci mettono le mode ed i modi ad attraversare
l’Atlantico. Ma è dura pensare che questo paese possa con qualche serietà
discutere di Calderoli alla Vicepresidenza del Consiglio – quello che gli
omosessuali sono culattoni e gli immigrati bingo-bongo. Invece di seguire
Richard Florida che ha dimostrato che la ricchezza si produce con un mix di
tolleranza, tecnologia e talento, noi ci accodiamo a Tremonti e consideriamo un
maitre-à-penser uno che teorizza la paura, la chiusura e il protezionismo. Mi
piacerebbe prendere il caffè, un giorno, in un paese più gentile e più educato. Mi piacerebbe un paese meno
spaventato e chiuso. Mi piacerebbe un giorno vivere in un posto così.
13 risposte a “Più gentile, più educato”
100% d’accordo
Giorno verrà, Ivan.
Basta volerlo.
Giorno verrà, Ivan.
Basta volerlo.
Ma perché non iniziamo a farlo noi quel giorno? Perché per esempio non diciamo che l’attuale dirigenza del PD che ha perso la sfida elettorale, ripeto HA PERSO LE ELEZIONI, in un paese normale avrebbe avuto la decenza morale di dimettersi e lasciare spazio a quelli che nel partito sono nuovi per davvero. Come te, Ivan. Non mi pare che con onestà intellettuale si possa dire che le vecchie nomenclature di DS+Margherita, cioè l’attuale assetto del PD, non abbia mai perso o non abbia mai vinto le elezioni.
Se questo è vero, allora perché non pretendere le dimissioni di chi ha fallito? Veltroni compreso, anche se questo del PD era il suo progetto da lunga data. Dimettendosi non può fare altro che il bene della politica, non può fare altro che il bene dell’Italia. Ne sono sicuro. Ci saranno altre funzioni nelle quali potrà essere più utile, lui insieme ai suoi compagni e compagne di partito di lunga data.
p.s.: in Zimbabwe forse sono riusciti a cambiare un presidente dopo quasi 30 anni.
Sì, in effetti chi perde le elezioni così male si dimette nei paesi civili di cui parli tu, Ivan.
Chissà, forse perdendo anche le Comunali di Roma, Veltroni capirà?
parafrasando…
faccio un po’ fatica a capire la relazione
tra gentilezza/educazione
e risultato elettorale
la prima infatti è una questione culturale
che neanche veltroni in cinque anni
avrebbe potuto risollevare dai danni
frasi a parte, la questione della sconfitta (e delle conseguenze interne al partito) del PD è una cosa, il futuro dell’Italia in mano a un qualsivoglia governo che non affronti tale questione educativo-culturale probabilmente è un’altra
temo infatti che neanche un governo PD avesse potuto in una legislatura riparare alla volgare superficialità culturale in cui crescono i ragazzi delle giovani generazioni, il livellamento verso il basso di qualsiasi percorso educativo e formativo è quanto di più devastante e di constatabile
ho notato nei ragazzi nati dalla seconda metà degli anni ’80 in poi, le forme di razzismo più sottili e viscide, discriminazione e pregiudizio nei confronti di chi è diverso dalla massa non solo per etnìa o orientamento sessuale, ma anche solo per l’abbigliamento o viso o tipo di linguaggio
la diversità come handicap anzichè come valore, è diventato un comodo sfogo per molti che non sanno più come far quadrare i conti
tristemente devastante.
Riporto due spezzoni di intervento tratti da un forum di universitari che dibattono il tema: “Da dove deve ripartire la sinistra”:
1. “gli omosessuali c’entrano e ci escono pure, perche nn puo 1 sinistra estrema farsi vanto e propaganda, di far ottenere ai gay i diritti che spettano solo alla famiglia..su molte cose la sinistra, con sto’ fatto che deve raggruppare tutte le minoranze, toppa alla grande…anche con la questione delle pene meno severe per gli stranieri, libertà di drogarsi ( per me essere pro libertà di prendersi 1 pasticca o fumarsi 3 canne è drogarsi ), ecc. non ha fatto altro che “spaventare” la gente indecisa..”
2. “purtroppo è proprio questa la verità, nonchè il motivo per cui molti elettori di sinistra al nord hanno votato la lega.se io ho famiglia e ti sento parlare di diritti degli omosessuali quando sto tirando a campare, la prima cosa che mi viene in mente di dire è un bel vaffanculo a chi si riempie la bocca di slogan come partito dei lavoratori e poi rompe le palle su questioni inutili come pacs e stronzate allucinanti. (…) un partito che non si evolve è destinato a morire.il voto del nord è stato molto indicativo.la gente è stanca di sentir parlare di seghe mentali, di pacs e diritti assortiti, quando la vere emergenze sono altre.”
Ogni commento mi pare superfluo.
Riporto due spezzoni di intervento tratti da un forum di universitari che dibattono il tema: “Da dove deve ripartire la sinistra”:
1. “gli omosessuali c’entrano e ci escono pure, perche nn puo 1 sinistra estrema farsi vanto e propaganda, di far ottenere ai gay i diritti che spettano solo alla famiglia..su molte cose la sinistra, con sto’ fatto che deve raggruppare tutte le minoranze, toppa alla grande…anche con la questione delle pene meno severe per gli stranieri, libertà di drogarsi ( per me essere pro libertà di prendersi 1 pasticca o fumarsi 3 canne è drogarsi ), ecc. non ha fatto altro che “spaventare” la gente indecisa..”
2. “purtroppo è proprio questa la verità, nonchè il motivo per cui molti elettori di sinistra al nord hanno votato la lega.se io ho famiglia e ti sento parlare di diritti degli omosessuali quando sto tirando a campare, la prima cosa che mi viene in mente di dire è un bel vaffanculo a chi si riempie la bocca di slogan come partito dei lavoratori e poi rompe le palle su questioni inutili come pacs e stronzate allucinanti. (…) un partito che non si evolve è destinato a morire.il voto del nord è stato molto indicativo.la gente è stanca di sentir parlare di seghe mentali, di pacs e diritti assortiti, quando la vere emergenze sono altre.”
Ogni commento mi pare superfluo.
@ Nome04
notevolissimo, non c’è che dire?
Potresti darci un link? Mi veniva da mettere in relazione le cose che citi (ma anche la diarrea che parla) con l’articolo di Rodotà si stamattina, su Repubblica…
@ who knows
sì. ma se poi Veltroni si dimette e si ricomincia da D’Alema?
@ Anelli
non lo so. non sono certissima che le sconfitte aiutino sempre (nel vecchio pci, per es, spesso non era così, e il pd ha dentro di sé il peggio del pci e della dc).
E poi mi chiedo se è giusto che il prezzo di una eventuale riapertura dei giochi nel Pd (e fuori) lo paghino i cittadini romani (a cominciare da quelli più esposti, dai gay: vedi Mario Mieli, ai Rom)…
Daniela, per essere giusto, non sarebbe giusto no.
Ma quando si fanno macroerrori, come la candidatura di Rutelli, è sacrosanto pagare.
Se poi prendi i dati dei municipi, nei quali il csx vince, e incroci con il fatto che Rutelli ha preso meno voti della somma dei suoi partiti (cosa che non era mai accaduta) e soprattutto ha preso meno di ZIngaretti che ha vinto in Provincia, territorio assai più di destra, hai che quello che andavo dicendo sul mio blog era corretto: Rutelli era il peggior candidato possibile per Roma. Peggio poteva fare solo la Binetti. I voti al centro non si sono presi, quelli a destra nemmeno, quelli a sinistra non sono venuti e diversi elettori del PD hanno votato Alemanno per liberarsi in una botta sola di Rutelli e, speriamo, anche di Veltroni.
Daniela, per essere giusto, non sarebbe giusto no.
Ma quando si fanno macroerrori, come la candidatura di Rutelli, è sacrosanto pagare.
Se poi prendi i dati dei municipi, nei quali il csx vince, e incroci con il fatto che Rutelli ha preso meno voti della somma dei suoi partiti (cosa che non era mai accaduta) e soprattutto ha preso meno di ZIngaretti che ha vinto in Provincia, territorio assai più di destra, hai che quello che andavo dicendo sul mio blog era corretto: Rutelli era il peggior candidato possibile per Roma. Peggio poteva fare solo la Binetti. I voti al centro non si sono presi, quelli a destra nemmeno, quelli a sinistra non sono venuti e diversi elettori del PD hanno votato Alemanno per liberarsi in una botta sola di Rutelli e, speriamo, anche di Veltroni.
@ anelli
e sì ti avevo letto, e non c’è dubbio alcuno che era il peggior candidato e credo anche io che sia accaduto qualcosa del genere che dici…
Detto ciò, lo capisco bene che questo può riaprire i giochi, ma insisto: non necessariamente, e non necessariamente nel verso che piacerebbe a te e a me.
Inoltre – a mmetto che può essere una reazione emotiva e/o un riflesso condizionato da ex militante (ma le emozioni contano, come insegna Zoro) — c’è che l’idea di Roma amministrata da Alemanno mi fa addirittura più “impressione” dell’idea del paese governato dal cavaliere.
Poi magari mi passa… 🙂
Sì, Daniela, ti passa. Alemanno non sarà peggio di Berlusconi al governo nazionale.