Concita De Gregorio è il nuovo direttore de L’Unità. Non il solito perpetuo ma una capacissima, contemporanea, addirittura donna. Stasera torno a casa per qualche giorno, Milano mi sembrerà Barcellona.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
17 risposte a “Possiamo farcela”
FINALMENTE
eccezionale! Speriamo in un brusco cambio di virata, rispetto al passato.
Se tanto me dà tanto, fra dieci anni, dopo un po’ di DVD in allegato, una spregiudicata campagna marketing in area cattolica e un calendario ose’ over 50, diremo : “Concita for President” ? Speriamo ! E vai Concita !
Be’, e’ difficile prendere in mano l’Unita’ con Berlusconi presidente del consiglio e alla de Gregorio massima stima e auguri.
In ogni caso bisogna ammettere che la cosa piu’ dura da digerire della gestione dell’Unita’ degli ultimi 10 anni non era il mezzo giornale dedicato quotidianamente all’invettiva contro Berlusconi.
Il mattone vero era l’altro mezzo: quello dedicato al rimpianto degli anni ’70. 🙂
Speriamo sia acqua davvero passata.
Evviva, finalmente! W Concita w le donne
speriamo… speriamo di non esultare invano per l’ennesima volta!
Ottima notizia! Forza Concita!
Spero proprio che vengano messi in archivio i pistolotti quotidiani triti e ritriti antiberlusconi, le analisi tardo marxiste della società nazionale e non, le interviste inutili a personaggi che non dicono nulla di nuovo se non quello che ha già sussurrato il “capo” di riferimento in diecimila agenzie tutte uguali…
Forza Concita, prendi il meglio dai grandi quotidiani nazionali e internazionali e conserva quei pezzi di redazione che sono capaci di descrivere la realtà che vedono con i loro occhi e non con occhiali-filtro e sono capaci di distinguere tra la notizia e il commento.
Rinnova, cambia, inventa, chiama chi ha idee e le sa scrivere…. la “gente” che si riconosceva nella sinistra ora ha nuovi bisogni, nuove speranze, nuovi timori, nuove sensibilità. Se saprai far comprare il giornale a chi di sinistra ha votato Lega o Berlusconi avrai raggiunto l’obiettivo.
E’ troppo? O non è un buon obiettivo?
Dove e’ la notizia?
La cosa si sapeva fin dal 18 luglio, quando la De Gregorio rilasciava una intervista al mensile Prima Comunicazione….
Cosa c’e’ da gioire?
In quella intervista si puo’ leggere:
“Io non sono una militante politica, non ho nessuna tessera, Il giornale per me è un giornale, è di tutti, è di chi lo compra, di chi lo legge”, dichiara Concita de Gregorio. “È anche evidente che ‘L‘Unità’ è un giornale che ha una sua tradizione. Ma un giornale si misura sulla sua qualità e non sulla sua appartenenza. Credo che da me vogliano questo. E io non posso essere destinata a un lavoro che non sia quello del giornalismo. La forza di un giornale è nei fatti. Questo so fare, questo farò”.
Andare a dirigere un giornale che fu glorioso come l’Unita’, e volerne fare un “giornale dei fatti”, beh, mi sembra una gran brutta deriva
OT: Francesco Merlo ha scritto un articolo che trasuda omofobia dalla prima all’ultima riga. La sinistra è omofobica come la destra? Sì, ma con più convinzione.
http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/esteri/spagna-aereo/steward-gay/steward-gay.html
Con la direzione affidata alla (brava, per carità) De Gregorio si completa la normalizzazione del giornale fondato da Antonio Gramsci e rifondato da Furio Colombo. La testa di Colombo fu un dono (riuscito a metà) di D’Alema a Berlusconi, oggi si completa l’opera sostituendo il suo grigio – ma coerente – successore con una professionista che si proclama “senza tessere”.
Spero che a chi gioisce sia chiaro la rimozione di Padellaro non è giustificata dai numeri, ma è un pretesto per rimuovere il poco di dissidente rispetto al Piddì che ancora trovava spazio sul giornale. Un Piddì che si sta dando sempre più da fare per dare una mano al completamento del progetto di Licio Gelli.
Sappiamo (tutti noi che all’epoca del tracollo de l’Unità versammo dolore e denaro per dare una mano al nostro giornale, nonostante i Fuccillo, Gambescia e i Caldarola) che l’obiettivo è togliere il poco spazio residuo ai non allineati all’accozzaglia cattoriformista veltroniana. Un penultimo residuo di voce libera che se ne va. “Si può fare” anche questo, basta essere sufficientemente scaltri da ingolosire una brava professionista, così tutti contenti perché è una donna e si dimentica il resto.
Povero paese questa Italia, senza dignità e senza memoria.
Piccola aggiunta: cliccando sul mio nome in cima a questo post si può leggere l’editoriale con cui Furio Colombo commenta il cambio di direzione a l’Unità. Ovviamente lascerà il tempo che trova, Colombo per il Piddì è un fastidio che non si può estirpare con un colpo di bisturi come un Padellaro qualsiasi, ma almeno quanti vedono con preoccupazione i fasti di bettini, penati, lucasofri e cuperli si sentono un po’ meno soli.
Incursione conclusa, torno nel mio mondo di musica e pedali.
La concita la valuteremo sui fatti e sui risultati, sicuro pare meglio dei predecessori. Magari il giornale adesso e’ distante dal PD ma il PD e’ distante dall’elettorato e non mi pare ci sia una linea molto precisa (se ce n’e’ una) su come riconquistarlo.
PS: l’articolo di Colombo dice tante cose ma lui e’ proprio un buontempone: dire che il PD e’ lontano dal potere e dai benefici del potere fa ridere e pure tanto visto che governa (alcune bene altre male) la quasi totalita’ delle regioni italiane.
Confesso che le preoccupazioni di Biraghi sono anche le mie. Speriamo che Concita riesca a non essere integrata, senza diventare apocalittica in modo un po’ velleitario come la ditta Padellaro, Colombo e Travaglio. Altrimenti, il fatto che sia quarantenne e donna diventa ahimé una bella foglia di fico.
Per completezza, ecco l’editoriale di Travaglio sul cambio di direzione all’Unità
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=78349
Caro Ivan, sinceramente non capisco il perchè di tanto entusiasmo per il cambio al vertice de L’Unità.
Il “Possiamo farcela” del titolo mi sembra un concetto limitato, dettato solamente dalla tua campagna “anti-perpetui”, giustificato dal fatto che una “giovane” donna quarantenne è chiamata a sostituire un matusa uomo settantasettenne che, pur non essendo più direttore, ne rimaneva comunque un riferimento editoriale.
Ma è un concetto davvero miope se non tiene in considerazione i valori e le ragioni che accompagnano questi due personaggi e perciò non riesco più a seguirti.
Siamo di fronte al tipico caso in cui NON E’ DETTO che lo svecchiamento generazionale rappresenti da solo l’antidoto ai mali italiani, soprattutto quando le idee in gioco non vengono riprese e rilanciate da chi è chiamato a sostituire la generazione dei cosiddetti “perpetui”, anzi, è chiamato a lanciare la mazzata finale affinchè “non si disturbi il manovratore” (per dirla alla Di Pietro).
In un momento in cui il neo presidente del Consiglio avverte: “Chi produce L’Unità si dia una regolata. Quello che faremo è togliere il finanziamento pubblico…” (15/04/2008), non si può sostituire un direttore combattivo e spina nel fianco come Antonio Padellaro con una incognita De Gregorio se non per il fatto che Padellaro è stato combattivo e spina nel fianco anche all’interno dello stesso PD, interpretando molto meglio del PD stesso gli umori (o meglio i malumori) ed i sentimenti della gente di sinistra che oramai si riconosceva molto di più nel giornale che nel partito che si era ridotta a votare (almeno parlo per me e per diversi miei amici…).
Credo proprio che la morte del PD sia iniziata quando si è negata a Furio Colombo la partecipazione alle Primarie: certo, non avrebbe vinto, ma avrebbe portato nella Costituente una quota di delegati progressisti, laici e riformisti e di tradizione socialista europea che condividono con te, Ivan, la maggior parte delle battaglie che porti avanti là dentro in perfetta solitudine. E’ stata negata agli italiani progressisti di sinistra una rappresentanza delle proprie idee in cambio di questa ameba incolore, insapore e in… utile?
Ora ho capito che allo slogan “Si può fare” ci mancava un punto interrogativo ed era per richiedere il premesso…
Biraghi dice come al solito bene. Però è anche vero che la De Gregorio è giornalista brava e autonoma. Può darsi che si ripeti per i capi del PD ciò che accadde ai tempi della defenestrazione di Colombo: il nuovo direttore Padellaro si dimostrò molto meno manovrabile di ciò che i Veltroni e D’Alema pensavano. Insomma questi sono talmente coglioni che quando cercano di normalizzare il loro ex giornale non sanno nemmeno affidarsi a un generale sufficientemente affidabile. C’è la speranza che l’Unità rimanga una piccola oasi di informazione anche con Concita. Stiamo a vedere.