Questa mattina i fascisti di Forza Nuova hanno fatto trovare questa scritta sotto casa di Concita De Gregorio. E’ un messaggio lasciato certo non per dire “basta odio”, come da scritta sul muro, ma piuttosto “sappiamo dove stai”.
I fascisti, come noto, hanno pochi e pessimi principi e cercano di convincertene mettendoti paura: per salvarsi l’unica è avere la forza delle proprie buone idee (e quelle alla De Gregorio non mancano) e non sentirsi mai soli. Faccio questo post proprio per questo, per dire che io sono con lei, con Concita. Non sarebbe male se fossimo in tanti a farglielo sapere: volendo questo è il suo blog.
16 risposte a “Io sto con Concita”
Siamo sicuri che basti un messaggino di solidarietà? Viviamo in un paese dove i fascisti sono scatenati e la polizia non solo li tollera, ma li coccola, anche perché a volte li usa contro i cittadini che protestano (l’abbiamo visto a piazza Navona, ma lo sapevamo già).
Non è arrivato il momento di dire che se la polizia italiana non ritorna democratica questo paese scivolerà verso una guerra civile? Le persone di sinistra sono mediamente piuttosto civili, in Italia, e finora si son lasciate menare molte volte senza reagire.
Ma le sirene dei facinorosi stile “sinistra critica” di fronte all’impunità dei fascisti e l’assenza o peggio la violenza dello Stato diventano ogni giorno più attraenti. La polizia si frega le mani, in attesa di avere il pretesto per pestare a destra e a manca (ovviamente, soprattutto a manca). E voi politici che fate?
Lorenzo, io denuncio, parlo, dico senza sosta e dovunque io possa le cose come le vedo e cerco di contribuire alla costruzione di un centro-sinistra meno disastrato di quello che abbiamo, con tutti i suoi Villari e i suoi Latorre. Hai alternative? Che faccio: vado sotto casa della De Gregorio armato di tutto punto e sparo ai passanti con aria sospetta? Ti pare che dire che “se la polizia italiana non ritorna democratica questo paese scivolerà verso una guerra civile” non mi esporrebbe ad una salve di meritate pernacchie? Guarda che se pensi di vivere sotto Videla un leader ce l’hai già.
c’e’ da rabbrividire. Siamo ai messaggi di avvertimento, in questo sdoganamento del fascismo di rimando nell’Italia di oggi.
L’avvertimento fascista al direttore dell’Unità, messo assieme all’occupazione della Camera del Lavoro del Lazio da parte di neofascisti, più i pestaggi di piazza Navona, i pestaggi della polizia contro gli studenti a Milano e Bologna, i suggerimenti di Kossiga stile Pino Chet e l’operato di Berlusconi in Parlamento per difendersi dal processo Mills sono fatti, caro Ivan, non sono opinioni. A Videla forse non siete ancora arrivati, ma da tutti questi fatti si capisce che ci siete vicini tanto così. Oppure pensi che a Videla l’Argentina ci arrivò tutto insieme, dalla mattina alla sera? Fu un lento progredire di fatti enormi e gravissimi, che sfociarono nel regime.
E’ incredibile, guarda. Tanto condivido questo tuo post in difesa di Concita e della sua libertà d’opinione, quanto mi pare fuori dal mondo il commento che hai dato a Lorenzo. Io davvero non ti capisco, se la situazione è drammatica al punto che uno come Di Pietro (gli si può dir di tutto, ma non che sia un estremista di Sinistra; semmai un uomo di Destra) parla di regime, tu vai in cerca di distinguo? Ma cos’hai, paura di esporti contro Berlusconi? Che poi anche Veltroni ha parlato di regime, eh, non è che la cosa sia in bocca solo a Di Pietro.
Scalfa, ti faccio un proposta pazza: se impiegassi il tempo che passi in TV a girare per Roma a parlare con la gggente (quella verace, non i tuoi amici colti e raffinati), a vedere con i tuoi occhi cosa accade qui?
Ho paura che ti stia lentamente fassinizzando: anche l’ex segretario del mio ex partito un tempo era una brava persona, poi fu sedotto dalle tv e dal potere. Ora è quello che è (ti ricordi: “anche noi anche noi siamo contro i gay!” strillato al mefistofelico La Russa?).
Mi sembri i miei genitori, che a volte si scandalizzano quando dico che bisogna trovare una soluzione al problema degli zingari.
Certo, per chi vive in quartieri altoborghesi, non è mai salito su un bus (men che mai la notte in periferia) e li vede solo dai vetri oscurati dell’autoblù che sfreccia sulle corsie preferenziali, gli zingari possono anche far simpatia.
Chi li conosce appena un po’, si accorge che son persone: buone o cattive, alcune cattivissime, molte disperate. La loro presenza è un problema che va risolto: se la sinistra continua a negare il problema e parlare di zingari che allevano cavalli e lavorano il rame, la gente li spernacchia e si rivolge alla destra con le sue soluzioni alla “Muoia Sansone con tutti i Filistei”.
Se la polizia è diventata una masnada di sgherri al servizio del potere, che si comportano al di fuori di ogni legge e regola minima di convivenza e che il cittadino perbene medio teme perché sa che chi viene portato via da questi sgherri non si sa dove vada a finire forse è il caso che voi ragioniate sul problema, invece di continuare a sfrecciare sulle autoblù di cui sopra per andare da Crozza o da Vespa.
Tornate a parlare con le persone, quelle vere: loro non aspettano altro, NOI non aspettiamo altro.
Lorenzo, la tivvu’ (e sia chiaro non vado da Vespa ne’ all’Isola dei famosi ma in uno dei programmi piu’ intelligenti e meno guardati della televisione italiana) mi serve per avere quel minimo di voce che mi consente di parlare. Proprio tu che mi rimproveri di non essere abbastanza visibile dovresti capire per primo che e’ tempo speso per dire cose che pochi dicono in Italia, specie in televisione (se vedi la trasmissione capirai cosa intendo dire). Io peraltro nel mondo ci abito, caro Lorenzo, non possiedo auto blu (e nemeno di altri colori a dire il vero – vediamo di esprimere giudizi e non pregiudizi), vivo del mio stipendio e lavoro in un ufficio pieno di gggente come gli altri. Detto questo – anche per rispetto alle vittime di Videla – mi pare doveroso distinguere tra l’Italia di Berlusconi e l’Argentina di Videla e credo che sia grandemente irresponsabile passare il tempo gridando “al lupo al lupo”. La sentenza di Genova e’ stata una vergogna, ma da qui a criminalizzare tutte le forze dell’ordine ce ne passa. Ragazzi, bisogna decidere se qui si vuole fare politica o testimonianza. Posto che io quando e’ stato il mio turno la testimonianza l’ho fatta e pure tosta, se si vuole fare politica per (potenzialmente) governare bisogna avere la testa ben salda sul collo e cercare di costruire anziche’ accendere fuochi (fatui) e urlare alla luna. Da’ meno soddisfazione, capisco, ma non credo sia la politica il modo migliore per sfogare la rabbia. Per quello, meglio darsi al jogging.
Solidarietà a Concuito De Gregrorio, non abbassiamo la guardia contro questo cliam bruttissimo.
Tu, Ivan, resti una di quelle persone – sempre più rare – che danno dignità al PD.
Ma quando leggo (sul blog di cristiana Alicata) che Irene Tinagli lascia il partito perché è arrivata alla conclusione che starci o non starci non fa differenza, anzi fa la sola differenza di sentirsi frustrata nella propria volontà di dare un contributo utile, mi cadono le braccia.
Sono una cittadina che non fa e non vuole fare politica all’interno di un partito, faccio politica nella mia vita quotidiana per quel che posso, sono un’elettrice che vorrebbe una rappresentanza anche parziale – per carità – per le proprie idee, che vorrebbe avere fiducia in qualcuno che queste idee poi le porti nelle istituzioni che regolano il vivere sociale, e sono arrabbiata. Capisco anche il livore di molti commentatori, qui sul tuo o su altri blog.
Perché non c’è niente di più avvilente che vedersi espropriati, come cittadini ed elettori, di ogni possibilità di rappresentanza DALLA PROPRIA PARTE POLITICA!
Il PD è una buona idea portata inesorabilmente al fallimento da chi doveva e poteva attuarla, e invece. Non c’è antagonismo antiberlusconiano che possa spingermi di nuovo a votare per le persone che detengono il potere all’interno del PD e che distruggono la fiducia dei propri elettori ogni giorno che passa.
Mi hanno levato il voto e non glielo perdonerò mai.
ok, l’Italia non è ancora l’argentina di Videla, fai bene a ricordarlo.
Ma ci sono dei segnali inquietanti che ci dicono che il nostro paese non è più una democrazia occidentale, neanche in senso lato. Gradualmente scandalizziamo persino portoghesi e greci, che pure se la battevano con noi come paesi meno democratici dell’UE.
Capisco che non vuoi ululare alla luna, ma davvero dire due parole in uno studio tv cambia qualcosa? Non pensi che ti stiano strumentalizzando?
Per il resto, io non ho la TV. Non bastano la Cortellesi, Crozza e Piero Angela per convincermi a pagare un canone che poi finanzierà Bruno Vespa e altre nefandezze. Dunque non mi delizierò con le vostre garbate critiche funzionali al sistema.
Che tu sia in ufficio con gggente non ho dubbi. Che tu abbia presente il livello dell’italiano medio, mi pare difficile, a giudicare da ciò che dici.
Ivan,scusa la franchezza. Le tue due risposte a Lorenzo sono assai deludenti.E approfitti anche per fare a lui e a chi ti legge una lezioncina tra testimonianza e politica.
Lorenzo esprimeva allarme e tu chiudi il tuo primo commento dicendogli di andare tra le braccia di Di Pietro,con qualche disprezzo.
Di Pietro nella sua denuncia in Parlamento ha usato un’immagine forte per descrivere ciò che è sotto gli occhi di tutti.Costituzione e diritti individuali vengono calpestati,l’informazione è controllata e manipolata e presto con la legge sulle intercettazioni telefoniche sarà ulteriormente intimidita.
Il Parlamento è spossessato,il sindacato viene scientificamente destrutturato, e poi il colpo di mano in Vigilanza(ancora informazione) eccetera..
E a te pare che Lorenzo si allarmi a sproposito.Inviti a fare politica ,non testimonianza.
Prova a scendere un momento sulla terra,capiresti che il tuo è solo un blog,un luogo di confronto,di apertura alle proprie ansie,di ricerca. Non è l’assemblea di un partito o di un condominio dove si va sperabilmente per deliberare iniziative.
Magari ci si aspetta di essere ascoltati dal “leader” che raccolga gli umori e ne faccia sintesi ed uso politico.
Poi,capisco il tuo fastidio per le insinuazioni sulle auto blù e le comparsate in TV.
Piccoli e mediocri commenti anche questi.
Scusa ancora la franchezza, ti saluto.
Bravo Scalfarotto. La grinta che leggo nel commento mi rinfranca. I concetti espressi meritano un applauso commosso.
Bravo Scalfarotto. La grinta che leggo nel commento mi rinfranca. I concetti espressi meritano un applauso commosso.
precisazione: sulle autoblù identificavo te, Ivan, con mio papà che si muove in autoblù e non ha la più pallida idea del paese reale. E’ chiaro che tu sei meno staccato dal paese rispetto a lui, perché hai trent’anni di meno e la cosa conta a tutti i livelli. Davvero tu prendi gli autobus nelle strade periferiche dei nostri slums urbani? Perché non ci racconti di come si sono svolti questi tuoi viaggi, di che impressioni hai provato, se li hai fatti?
Ivan, tu abiti all’estero e anche tu del paese reale mi sembri sapere meno di quanto vorrei da un politico di sinistra nel nostro Paese. Sinceramente resto basito quando suggerisci di mandare graziose mail di solidarietà a chi è nel mirino di gente che in passato ha fatto saltare bombe e ammazzato persone e potrebbe rifarlo domani. Mi sembra come suggerire di dare una pasticca di aspirina a chi ha un tumore.
Da un po’ di tempo gli esponenti del PD vanno in giro per l’Italia a tenere lezioni su Obama. Sarei curioso di capire cosa dicono di Obama, visto che continuano a ignorare i punti fondamentali del suo carattere. Le risposte di Scalfarotto a Lorenzo sono un esempio perfetto di questa ostinata negazione della realtà.
Obama ha contrastato il populismo con una retorica formidabile. Ha citato in continuazione il disagio delle classi medie, ha offerto considerazione e riconoscimento alle difficoltà (vere) delle persone (vere). Gli elettori lo hanno premiato per questo. Mentre il populismo si regge sull’indignazione o, meglio, sul racconto dell’indignazione (vedi Sarah Palin), Obama ha recuperato gli argomenti congeniali alla sinistra: siamo il partito di chi sta economicamente peggio, vogliamo rappresentare le istanze dei nostri elettori.
Kerry e Gore avevano sotterrato questo richiamo identitario e proponevano l’opposto: “Noi adesso ce la facciamo coi ricchi”. Nei fatti, sembravano dire: “La gente soffre, però a noi adesso interessa il voto di chi sta bene”. Così facendo, per due volte hanno mandato Bush alla Casa Bianca (col voto degli operai). Torna in mente il capolavoro di Rutelli, che ha regalato Roma ad Alemanno perché pensava di avere in tasca il voto dei cattofascisti della capitale.
A quanto pare, il PD è lontano anni luce dai ragionamenti di Obama e ancora pensa che si possa fare politica sottovoce, come se fossimo in Canada o in qualche villaggio della Lapponia. In un paese dove i poveri votano la Lega, questi hanno sostituito la sinistra col circolo del golf , prendono batoste come se piovesse e ancora pensano di avere qualcosa da insegnare a qualcuno.
Da un po’ di tempo gli esponenti del PD vanno in giro per l’Italia a tenere lezioni su Obama. Sarei curioso di capire cosa dicono di Obama, visto che continuano a ignorare i punti fondamentali del suo carattere. Le risposte di Scalfarotto a Lorenzo sono un esempio perfetto di questa ostinata negazione della realtà.
Obama ha contrastato il populismo con una retorica formidabile. Ha citato in continuazione il disagio delle classi medie, ha offerto considerazione e riconoscimento alle difficoltà (vere) delle persone (vere). Gli elettori lo hanno premiato per questo. Mentre il populismo si regge sull’indignazione o, meglio, sul racconto dell’indignazione (vedi Sarah Palin), Obama ha recuperato gli argomenti congeniali alla sinistra: siamo il partito di chi sta economicamente peggio, vogliamo rappresentare le istanze dei nostri elettori.
Kerry e Gore avevano sotterrato questo richiamo identitario e proponevano l’opposto: “Noi adesso ce la facciamo coi ricchi”. Nei fatti, sembravano dire: “La gente soffre, però a noi adesso interessa il voto di chi sta bene”. Così facendo, per due volte hanno mandato Bush alla Casa Bianca (col voto degli operai). Torna in mente il capolavoro di Rutelli, che ha regalato Roma ad Alemanno perché pensava di avere in tasca il voto dei cattofascisti della capitale.
A quanto pare, il PD è lontano anni luce dai ragionamenti di Obama e ancora pensa che si possa fare politica sottovoce, come se fossimo in Canada o in qualche villaggio della Lapponia. In un paese dove i poveri votano la Lega, questi hanno sostituito la sinistra col circolo del golf , prendono batoste come se piovesse e ancora pensano di avere qualcosa da insegnare a qualcuno.
In spagnolo c’è un bel modo per descrivere la sinistra italiana; tradotto suonerebbe grosso modo “comunismo da piscina”: quello di chi parla di società senza classi stando disteso sul bordo di una piscina, sorseggiando un cocktail premurosamente servito da un cameriere in piedi. Ma il cameriere vedrà nel “comunista da piscina” un fratello di lotta, oppure un nemico di classe?
Oggi, si sa, di comunisti non ce ne sono più, ma la sinistra italiana insiste comunque a non mischiarsi “con la plebe”, salvo poi non capire proprio perché questa si ostini a non votarla.