Se nel PD volessimo adottare un programma efficace in tema di diritti GLBT potremmo limitarci a fotocopiare il programma dell’amministrazione Obama sul tema: unioni civili completamente equiparate al matrimonio, adozioni, cessazione di ogni discriminazione sui luoghi di lavoro, fine dell’oscena politica del “don’t ask, don’t tell” nell’esercito, rafforzamento della legislazione contro l’odio e l’omofobia, opposizione a ogni emendamento costituzionale che limiti il matrimonio alle sole coppie etero, lotta all’AIDS supportata da educazione sessuale e distribuzione di profilattici attraverso il sistema sanitario pubblico.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.
12 risposte a “Qualche idea per il PD”
Anche lasciando da parte tutti i teodem, tu pensi che il PD possa, non dico adottare, ma anche solo considerare una simile piattaforma?
Si, perfetto.
Aggiungerei una cosa però, e cerco di dirla in maniera un pò abbozzata per evitare i miei soliti post kilometrici.
Allora, per me il punto fondamentale, preliminare a qualunque punto programmatico concreto specifico, è promuovere una certa cultura della convivenza, una certa visione della società nella quale questi riconoscimenti di diritti alle persone glbt poi possano appairire non solo come “giusti”(in base ai grandi principi democratici che noi tutti condividiamo), ma anche funzionali ad un procedere armonico di quella società.
Non so se riesco a farmi capire…nelle rivendicaizoni della parte “laica” chiamiamola così (che è anche la mia, sia chiaro) secondo me c’è, spesso, una certa…”secchezza” dogmatica della serie: dal principio tal dei tali discende a,b,c, ecc. e chi non accetta queste logiche conseguenze allora è contro il principio (libertà, uguaglianza, democrazia ecc.).
L’esperienza mi ha insegnato che raramente (per non dire mai) quando qualcuno è in disaccordo con un altro su qualcosa si riesce a convincerlo semplicemente con la dimostrazione logica che si sbaglia.
L’appello alla mera razionalità dell’uomo, o meglio ad una razionalità intesa restrittivamente come pura logica, non basta.
Non si tratta, naturalmente, di diventare l’irrazionalisti, e tantomeno di secondare o incentivare gli impulsi irrazionali della gente. Al contrario, si tratta di tener conto che una parte fondamentale dell’uomo è costituita dal suo mondo emotivo,sentimentale,percettivo, esperienziale ecc.
Si tratta allora di condurre, di orientare questa parte dell’uomo verso la soluzione “giusta” e razionale; se non lo si fa si lascerà, appunto, che altri la conduca, all’opposto, verso soluzioni irrazionali (si veda per es. come una tradizionalissima e sempre ben funzionante arma di tutte le destre, di tutte le forze conservatrici della storia sia la paura, e di come negli ultimi anni sia stata rispolverata alla grande).
Per me spesso gli alfieri della parte laica negli ultimi anni hanno lasciato alla Chiesa proprio questo grande vantaggio: di lasciare che essa sola parlasse a questa parte essenziale dell’uomo. Non è stato sempre così. Negli ultimi anni, invece, convinti, per così dire, che ormai i nostri principi fossero diventati intoccabili, stabilizzati e al riparo da qualunque attacco per sempre (ma non è così! libertà, democrazia ecc. sono sempre una continua conquista), hanno creduto di potersi limitare ogni volta a invocarli “pretendendone” sic et simpliciter l’applicazione, senza prendersi cura di…(posso dirlo?) farli amare, di mostrarli calati nella vita dell’uomo e nella società di oggi per farne percepire, sentire anzi, l’importanza. Non li hanno “curati” nel senso proprio originario di “aver cura di”.
Se, per una parte della classe dirigente della sinistra (non solo politici, ma anche opinionisti, giornalisti, professori ecc.) questo modo di procedere, secondo me, è stato determinato da errori di tipo intellettuale, come detto sin qui, per altro verso, e ora mi riferisco più direttamente ai responsabili politici, per es. tutta la leadership PD, alle sottovalutazioni intellettuali si sono sommate le convenienze meramente tattiche di una politica affannosa condotta tutta meschinamente su ottiche di corto respiro.
Cioè i leader del centrosinistra hanno sempre trovato “comodo” non sollevare su questi temi una vera battaglia culturale, limitarsi per es. ad accogliere a livello programmatico-elettorale qualche rivendicazione del movimento glbt ma senza mai darne, e soprattutto senza mai sostenerne convintamente nel dibattito pubblico le ragioni profonde, come se si trattasse, in fondo, di “graziose concessioni” che proprio non si poteva fare a meno di concedere.
Laddove per “dibattito pubblico” intendo quello che passa sui grandi media, con le dichiarazioni dei leader, con i documenti e le prese di posizione ufficiali (certo che poi negli oscuri convegni o riunioni specialistiche interne del PD magari ti fanno parlare Scalfarotto…).
Emblematica in questo senso la vicenda dei PACS-DICO ecc. Previsti nel programma dell’Unione, MAI e dico MAI ho sentito sia in campagna elettorale, sia poi durante la battaglia parlamentare, un esponente del PD spiegarne le ragioni nel merito e sul piano dei VALORI; per evitare le discussione si limitavano sempre a farne una mera questione pratica (=nella realtà ci sono queste coppie, visto che ci sono tuteliamole). Errore madornale! E ovvio che cosi facendo ci si espone alla facile critica che non tutto quello che accade di fatto dev’essere per ciò stesso protetto dal diritto (= i furti succedono e succederanno sempre ma non per questo non li proibiamo con la norma penale). Detta meno banalmente: rinunciando ad esporre e sostenere la propria visione valoriale è ovvio che si darà sempre un grande vantaggio alla Chiesa (per es., o anche alle altre agenzie della politica conservatrice) che invece propongono e sotengono sempre a spada tratta la loro visione valoriale.
Vabbè sono stato lungo anche stavolta, perciò la finisco qui: insomma la prima cosa che mi aspetto dal programma di un partito su questi temi è che propongano e sostengano esplicitamente nel dibattito pubblico una battaglia culturale secondo la quale è possibilissimo costruire una società ben funzionante, ed anzi migliore per tutti, in cui non ci siano discirminazioni basate sul genere o sull’orientamento sessuale,
Si vede che non sei un lettore del mio blog. Ho riportato e commentato questa notizia tipo due settimane fa…
Saluti a tutti. Piccola osservazione contro-corrente.
Caro Ivan, trovo che pecchi un pochino d’ipocrisia in quanto prendi dal programma di Obama solo quello che Ti comoda, mentre devi prenderlo, Obama e il programma, tutto quanto. Anche senza contare che quello è il programma ELETTORALE, quel programma cioè dove tutti scrivono tutto e il contrario di tutto.
E Obama, il Presidente, è molto ma molto più, hmm, conservative e nazionalista del PD, a destra sulle cose militari, atlantico rispetto a certe aree sempre del PD.
Eh – dice – ma non puoi paragonare la politica USA e quella Italiota. In tal caso, il programma non è esportabile tout court ? Gulp!
Cosa ne dici? Prendiamo Obama al suo face value ? O lo lasciamo perdere?
Ma Obama non è, come dire, la Bibbia. Prendere quel che piace e lasciare quel che non piace aiuta a tenere acceso il cervello. Di questi tempi, è grasso che cola.
Concordo pienamente con Selfs. Certo, la destra binettiana potrebbe ribattere: “Prendiamo la politica degli armamenti e lasciamo perdere i diritti gay”. Ma Scalfa ha almeno il diritto di proporre il contrario… o almeno l’avrebbe, se il PD fosse democratico, il che non è.
e si… e che cosa ancora
Sono d’accordo, ma pessimista. Se l’Italia di oggi non riesce neanche a far approvare una legge contro l’omofobia, figuriamoci vedere approvate le unioni civili! E – ahime’ – Veltroni non sembra prendere posizione su nulla.
E allora prendi posizione tu e agisci di conseguenza. Se l’Italia non riesce ad approvare nulla e’ perche’ troppi italiani stanno a guardare Veltroni.
Non si farebbe prima a fotocopiare Obama?
Ehi, bella statuina proprietario del blog, il PSE ha stilato un manifesto politico che recita tra l’altro:
26. Noi siamo impegnati ad assicurare che la legislazione Ue rispetti i diritti dei cittadini così come sono proclamati nella Convenzione europea sui diritti umani e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Noi rafforzeremo la legislazione anti-discriminazione per assicurare un trattamento uguale sulla base di genere, razza, disabilità, età, orientamento sessuale e religione o credo.
27. Noi proponiamo di assicurare uguali trattamenti per tutti i cittadini Ue, senza discriminazione, quando si spostano attraverso l’Unione, andando verso il riconoscimento in tutti i paesi dell’Ue dei matrimoni, unioni civili e diritti di parentela riconosciuti in uno degli Stati Membri.
E il tuo lurido partito non ha firmato un tubo.
In compenso, Fassino ha firmato a nome dei morti DS.
Champagne!
Scalfa è troppo occupato ad andare da Crozza, AdF!
E gli altri piddini sono troppo preoccupati che i preti possano dormire “non su due, ma su quattro cuscini” mentre il paese va a rotoli. E’ questo il PD. E vorrebbero pure il nostro voto: illusi…