8 Gennaio 2009

La carovana

Diario

L'Unità.jpgIn vista della riunione della Carovana del PD che si terrà sabato 10 gennaio alle 17 qui a Milano, Circolo del PD di Via Archimede 13, ho scritto questo articolo uscito oggi su L’Unità.

Ma noi Democratici, chi siamo? È la domanda, largamente inespressa e inevasa, che sembra cucire insieme tutte le inquietudini che il PD ha vissuto negli ultimi mesi. La questione dell’identità è ormai ineludibile perché intimamente legata alle ragioni del consenso: saper spiegare cosa voglia dire essere democratici significa anche poter trasmettere in modo chiaro le ragioni per sostenere il PD; la crisi che viviamo è anche la prova della nostra incapacità di fornire una risposta convincente alla cruciale domanda.


Il PD è stato fondato sulla base della constatazione, forse non particolarmente tempestiva ma pur sempre coraggiosa, dell’inadeguatezza delle grandi famiglie politiche del XX secolo di fornire risposte alle questioni del nostro presente. I movimenti delle persone in un mondo fattosi improvvisamente piccolo, nel quale culture, razze e religioni sono entrate in contatto ravvicinato; la crisi delle nazioni davanti a questioni che attengono all’intera umanità, quali la sopravvivenza del pianeta; l’aspirazione delle donne ad una parità vissuta nella vita reale e il progressivo liberarsi di nuovi modi di fare famiglia; le tecnologie, che consentendo il verificarsi di tanti nostri gesti quotidiani in tempo reale, hanno modificato il nostro senso del tempo: tutti fenomeni davanti ai quali la politica con i suoi occhiali novecenteschi ha fatto una fatica improba a stare al passo, quando ci é riuscita. 

Il PD é stata la risposta: le forze riformatrici che hanno accettato di rimettersi in gioco per imparare ad interpretare il presente. O almeno questo avrebbe dovuto essere, questa era la promessa, la scommessa interrotta dalla sconfitta elettorale dopo la quale il partito si è rinchiuso nel suo guscio come una tartaruga spaventata. I gruppi dirigenti si sono rifugiati ciascuno nella propria vecchia identità; lo sforzo di sintesi si è visto più “a valle”, nel cesello utilizzato per stilare documenti che accontentano tutti finendo col dire ben poco (come nella Direzione del 19 dicembre), che “a monte”, nel costruire un partito dove si dicono cose condivise perché si è discusso nella sostanza e non perché si è negoziato sulla forma. 
La fatica di essere democratici sta tutta qui: nel nostro evitare tutte le questioni difficili (dal PSE a Eluana, passando per la responsabilità politica dei nostri amministratori) che è la conseguenza della sintesi che non abbiamo ancora compiuto, delle passate appartenenze mai archiviate, del partito che non ha ancora, appunto, una sua identità. 
Ma se non siamo in grado di dare risposte ai grandi temi di oggi, qual è il nostro oggetto sociale e perché mai gli elettori dovrebbero alla fine votare per noi? Il viaggio del PD, così presto interrotto, deve ripartire oggi stesso. Perché mai come nell’Italia di oggi c’è stato più bisogno di un partito come quello che insieme ci eravamo immaginato.

7 risposte a “La carovana”

  1. Irene ha detto:

    Da anni oscillo, come tanti, tra illusioni e delusioni… ma stavolta sento che sta per succedere qualcosa di importante (e di bello, ovviamente!). Penso che il segreto sia davvero in una frase che tu ripeti spesso, e che io forse avevo dimenticato… Non chiediamoci cosa può fare il PD per noi, chiediamoci cosa possiamo fare noi per il PD (e per il Paese intero, in ultima analisi).
    Allora… si parte!!
    Ci vediamo sabato!

  2. Fabio ha detto:

    Grazie ragazzi per il vostro coraggio…
    dal basso deve ripartire la voglia di credere e di motivare…
    Io stimo veltroni però…penso che lui può dare l’impulso per la nuova classe dirigente del Pd…
    ci vediamo allora…e teniamoci forte…forte…forte…

  3. ForestOne ha detto:

    Il PD é stata la risposta: le forze riformatrici che hanno accettato di rimettersi in gioco per imparare ad interpretare il presente.
    Beh, penso che quello sia uno dei principali problemi del PD: le forze che lo compongono non nanno minimamente accettato di rimettersi in gioco in alcun modo, o almeno lo hanno fatto solo di facciata, tanto per poterne “dire bene”. Prova ne è il pantano in cui ci si è cacciati per non dover scontentare mai nessuna delle due parti: la Margherita si è rivelata niente più che una simpatica zavorra che ha azzoppato anche quel poco di slancio progressista che almeno la parte più lungimirante dei DS possedeva.
    E in merito alla presunta inadeguatezza delle grandi famiglie politiche del XX secolo di fornire risposte alle questioni del nostro presente non ne sarei così sicuro… Mi sembra piuttosto che per lo stesso motivo di cui sopra, sempre per non dar un dispiacere a nessuna delle due “anime”, il PD debba per forza tenere un comportamento “anfotero” senza potersi collocare in nessuna delle cosiddette famiglie politiche del XX secolo, mancando di fornire, lui sì, delle risposte al nostro presente. Risposte che invece le tanto vituperate e anacronistiche famiglie politiche invece, guardacaso, avevano molto più chiare e distinte nei loro comportamenti politici e sociali.
    Il tempo sta dimostrando, se mai ce ne fosse stato bisogno, che quella della “fusione a freddo” non era soltanto una semplice battuta.

  4. ForestOne ha detto:

    Il PD é stata la risposta: le forze riformatrici che hanno accettato di rimettersi in gioco per imparare ad interpretare il presente.
    Beh, penso che quello sia uno dei principali problemi del PD: le forze che lo compongono non nanno minimamente accettato di rimettersi in gioco in alcun modo, o almeno lo hanno fatto solo di facciata, tanto per poterne “dire bene”. Prova ne è il pantano in cui ci si è cacciati per non dover scontentare mai nessuna delle due parti: la Margherita si è rivelata niente più che una simpatica zavorra che ha azzoppato anche quel poco di slancio progressista che almeno la parte più lungimirante dei DS possedeva.
    E in merito alla presunta inadeguatezza delle grandi famiglie politiche del XX secolo di fornire risposte alle questioni del nostro presente non ne sarei così sicuro… Mi sembra piuttosto che per lo stesso motivo di cui sopra, sempre per non dar un dispiacere a nessuna delle due “anime”, il PD debba per forza tenere un comportamento “anfotero” senza potersi collocare in nessuna delle cosiddette famiglie politiche del XX secolo, mancando di fornire, lui sì, delle risposte al nostro presente. Risposte che invece le tanto vituperate e anacronistiche famiglie politiche invece, guardacaso, avevano molto più chiare e distinte nei loro comportamenti politici e sociali.
    Il tempo sta dimostrando, se mai ce ne fosse stato bisogno, che quella della “fusione a freddo” non era soltanto una semplice battuta.

  5. Anellidifumo ha detto:

    “Ma se non siamo in grado di dare risposte ai grandi temi di oggi, qual è il nostro oggetto sociale e perché mai gli elettori dovrebbero alla fine votare per noi?”
    Mi fai ricordare un fantastico titolo di Cuore 1991: Occhetto aveva appena fondato il PDS e il giornale verde apriva “Occhetto: ‘Siamo d’accordo su tutto, basta non si parli di politica’”
    Ecco, se il primo PDS dava quell’idea lì alla redazione di Cuore, ti puoi immaginare che idea dia il PD di oggi.
    Io penso che non vi sia possibile darvi un’identità politica, perché siete nati con l’idea di risultare magmatici al punto da poter inglobare il cattolicesimo democratico, l’integralismo cattolico e il socialismo democratico. Per darvi un’identità, dovete rinunciare ad almeno due di queste tre culture.
    E poiché non lo sapete/volete fare, la gente che vi vota è a ogni elezione meno.

  6. Guido Mastrobuono ha detto:

    “Perché mai come nell’Italia di oggi c’è stato più bisogno di un partito come quello che insieme ci eravamo immaginato.”
    E qua sta il dramma.
    Se questo bisogno è ancora presente è perchè quel partito ce lo siamo solo immaginato mentre quelli che l’hanno fatto (nonostante il nostro apporto) ne immaginavano uno simile ad una DC anni 80… ma meno serio.
    Guido Mastrobuono

  7. Guido Mastrobuono ha detto:

    “Perché mai come nell’Italia di oggi c’è stato più bisogno di un partito come quello che insieme ci eravamo immaginato.”
    E qua sta il dramma.
    Se questo bisogno è ancora presente è perchè quel partito ce lo siamo solo immaginato mentre quelli che l’hanno fatto (nonostante il nostro apporto) ne immaginavano uno simile ad una DC anni 80… ma meno serio.
    Guido Mastrobuono