Qualche giorno fa mi sono trovato in una trasmissione a Telelombardia con Borghezio, quello della Lega, che dopo essere stato presentato ha indirizzato al pubblico televisivo un saluto: “Buona sera e buona Padania”. Il conduttore, David Parenzo, accortosi del mio sguardo interrogativo mi ha spiegato in diretta che l’onorevole Borghezio apre appunto le sue apparizioni televisive augurando “Buona Padania” a tutti. Che avreste fatto voi? Beh, io ho solo chiesto: “La Padania? E che è?”. Borghezio se ne è avuto molto a male ma per giustificare l’esistenza del suo toponimo preferito non ha trovato di meglio che l’esistenza di una strada statale.
In realtà tale strada statale si chiama “Padana”, che è un aggettivo che non deriva da “Padania” ma da Po, inteso come fiume. Per esempio, la Pianura Padana si chiama così perché, appunto, vi scorre il fiume Po, e così il delta del medesimo fiume che è appunto detto “delta padano”, come a dire “delta del Po”. Il giorno dopo la mia amica Laura Puppato, sindaco PD di Montebelluna e votatissima candidata alle europee, ha negato l’autorizzazione alla corsa di ciclismo che era stata organizzata nella sua città denominata “Gran Premio Padania di ciclismo”. “Lo sport non deve avere colore politico – ha dichiarato Puppato a L’Unità – succedeva settant’anni fa, al tempo del fascismo”. E ha fatto bene, Laura. Anche perché Montebelluna ha assai poco a che fare col Po.
8 risposte a “Rerum padarum”
A parte il fatto che se a Borghezio gli togli la copertura idealistica della padania non gli rimane alcunché, il divieto rischia di divenire pericoloso. Se avessero chiesto una autorizzazione per un “Gran Premio della Lega Nord”, poteva legittimamente negarla?
Saverio
Argomento curioso e divertente quello della definizione del termine Padania. Come giustamente puntualizza il Sig. Scalfarotto, esiste un aggettivo “padano” ad indicare cio’ che attiene al fiume Po e al suo bacino idrografico ma e’ del tutto indeterminato il concetto di “Padania” che da padano e’ stato fatto artificiosamente derivare. Possiamo metterci d’accordo su cosa si intenda ma cio’ non significa che esso esista.
Con lo stesso procedimento linguistico adottato prima da alcuni giornalisti e poi dai leghisti potrei parlare oggi di una “Tedesconia” e includervi Germania, Austria, Sud Tirolo, un cantone svizzero, pezzi di Polonia, scampoli di Repubblica Ceca e via dicendo, partendo dall’aggettivo “tedesco”, che sta ad indicare specificatamente pero’ tutto cio’ che ha attinenza con la sola Germania, e creando un concetto che riguardi l’utilizzo dell’idioma tedesco e dei suoi dialetti.
Posso farlo, e’ lecito linguisticamente ma cio’ non significa che esista o peggio sia sempre esistita una Tedesconia, una nazione Tedesconia, un popolo Tedesconesco e cosi via.
Il termine Padania quindi ha, attualmente, una sola determinazione univoca, che e’ quella politica che lo identifica con il partito che lo utilizza a scopi identitari. Cio’ che e’ vero pero’ e’ che i processi di formazione nazionali sono stati spesso anche processi politici innescati e supportati da processi culturali, quindi se non esiste certamente una odierna Padania non e’ detto che questa non esistera’ tra 100 anni.
Ivan tre cose:
1) ti basterebbe ascoltare 5 minuti un “microfono aperto” di Radio Padania per sapere che – da sempre – tra leghisti ci si saluta con “buona Padania”. Sarà pure ridicolo o stupido, ma dal punto di vista della costruzione dell’identità di partito – quella che il PD non ha – è più o meno l’equivalente di “saluti comunisti” o “Buongiorno compagni” che si usava nel PCI (che di identità ne aveva da vendere). Lo ridicolizzerei un po’ meno, visto lo stato comatoso del PD, e soprattutto cercherei di capire l’avversario con intelligenza anziché con una supponenza che chi sta come il PD non può permettersi.
2) Prima di scrivere il post, poi, magari fatti un giro se non altro sul web (non dico sui libri). E basta wiki per avere un quadro dell’uso del termine Padania (da Gianni Brera a Indro Montanelli fino – da ultimo – alla Lega). Tra l’altro wiki mi pare che si dimentichi di dire che quel termine fu usato proprio dal PCI emiliano (leggi il libro di Marco Alfieri “Nord terra ostile” per sapere la storia) e anche dalla Fondazione Agnelli (in un celebre studio degli anni Ottanta) ben prima dell’esplosione della Lega.
3) Infine, il termine Padania esiste (eccome!) al di là d’ogni su pertinenza perché chiunque lo ascolti capisce esattaemtne di che cosa si parla. In questo la Lega è stata capace di operare l’attività principe della Politica, cioè l’azione sul simbolico, sull’immaginario delle persone. Se il PD fosse in grado di fare solo un decimo di quello che i “barbari” della Lega sono stati capaci di fare dal punto di vista politico, nons saremmo qui a sorbirci lo spettacolo penoso pre-concgressuale.
Forse emglio informarsi e riflettere, prima di spalar fango (per non dire altro) sugli altri. No? O vuoi fare come fanno i leghisti à la Borghezio?
daniele,milano
Mio DIo! E’ spaventoso quanto scrive Daniele, da piemontese di origine e toscano di adozione, posso assicurare che i toscani come ai “padani” si sentono “delineati” entro certe linee geografiche. Vorrei precisare, e questo in maniera puramente soggettiva che non amo molto le auto-ghettizzazioni in nessun modo ne tantomeno la simbologia e tutto quanto si porta dietro, questo perchè mi fa pensare che gli abitanti di certe zone non riescono a riflettere con la propria testa e hanno invece la necessità di individuare “segni”, verbali o meno, che li facciano sentire qualcuno.
Detto questo posso aspettarmi critiche per il fatto di non vedere l’immigrazione ecc.. ma credetemi non è affatto vero, i problemi di integrazione di altre realtà le vedo tutti i giorni, solo credo ancora nell’individuo, nell’essere, nell’io che c’è in ognuno di noi, il quale possa esprimere un ragionamento funzionale e razionale, non preso dall’avvento di simbolismi che fanno solo “credere di essere”
@mirko
Scusa ma ho detto 3 cose semplicissime e banali:
1) il termine Padania era usato da Gianno brera, Indro Montanelli, il PCI di Reggio Emilia e la Fondazione Agnelli ben prima che lo usasse la Lega: cosa c’è di “spaventoso – miodio!”?
2) L’utilizzo di quel saluto “Buona Padania” è più o meno l’equivalente di atri saluti che si usano nei gerghi di una qualsiasi comunità, dai ragazzetti del muretto, al PCI o, appunto alla Lega: cosa c’è di “spaventoso – miodio!”?
3) Il fatto stesso che quando qualcuno usa il termine “Padania” qualsiasi interlocutore abbia un’idea di quello a cui si riferisce (esattamente come se dicesse “tram” o “mare”), significa che quel termine esite, è vivo e vegeto: cosa c’è di “spaventoso – miodio!”?
Dunque – repetita iuvant – non ho capito cosa ci sia di spaventoso. Me lo rispieghi? Grazie
daniele,milano
P.S.: negare dall’alto l’esistenza d’un termine che invece è usato e comprensibile a chiunque mi pare una brutta, pessima cosa che ricorda periodi e personaggi che neppure mi va di nominare. Le parole che è lecito usare, per fortuna, non le decide né il governo né Scalfarotto, ma le persone quando le usano.
daniele,milano
Daniele,
il termine esiste, nessuno lo nega, sarebbe negare la realta’ ma non esiste come toponimo e non e’ identificato dal punto di vista geo-fisico. Non puoi andare a cercare sull’atlante geografico i fiumi, le catene montuose e la capitale della Padania!
La sua connotazione e’ puramente politica ma attenzione, non politico amministrativa, come facciamo quando utiliziamo termini come “Francia, Lombardia, Napoli” ma politico-ideologico. Ovvero chi usa il termine Padania, oggi, fa esclusivamente riferimento al concetto di Padania contenuto nel nucleo ideologico di un preciso movimento politico che lo utilizza per creare e coalizzare identita’.
Rifiutare, come hanno fatto Scalfarotto e il Sindaco di Montebelluna, la trasposizione geografica o una qualsiasi altra trasposizione semantica ingiustificata di un termine che ha origini puramente ideologiche e’ legittimo come rifiutare una qualsiasi altra idea che di quel nucleo fa parte. Se e’ legittimo dissentire verso chi si saluta utilizzando il termine “camerata” o “compagno” perche’ si dissente dalle ideologie che questi termini hanno espresso, altrettanto legittimo e’ dissentire verso chi si saluta con “Buona Padania!” se quella ideologia la si giudica negativamente.
Al contrario, accettare acriticamente nel proprio linguaggio le trasposizioni semantiche extra-politiche del termine (cose come “Gran Prix Padania”, “Miss Padania” e “Fiction padana”) significa riconoscere legittimita’ alla specifica ideologia che le esprime e in qualche modo condividerla o perlomeno tollerarla.
Comprendi il concetto?
Altre faccende sono quelle che riguardano le opportunita’ politiche delle quali parli ma che con il post di Scalfarotto non ci azzeccano molto.
Saluti.
Scrive Daniele: “Se il PD fosse in grado di fare solo un decimo di quello che i “barbari” della Lega sono stati capaci di fare dal punto di vista politico, non saremmo qui a sorbirci lo spettacolo penoso pre-congressuale”.
Vallo a dire ai cassaintegrati di Malpensa e dintorni, successone della Lega.
Continua Daniele: “Le parole che è lecito usare, per fortuna, non le decide né il governo né Scalfarotto, ma le persone quando le usano”.
Ha perfettamente ragione. Propongo a Ivan e a tutti i democratici di chiamare “Pirlonia” tutto quello che i leghisti chiamano “Padania”. Neologismi per neologismi, l’importante è capirsi. Buona Pirlonia a tutti!
Francesco