17 Febbraio 2006

Nel nome della madre

Diritti

Non è forse tanto lontano il giorno in cui i figli potranno avere il nome della madre anziché quello del padre. Ad auspicarlo è la Corte costituzionale. E questo pur avendo giudicato «tecnicamente inammissibile» il parere richiesto dalla prima sezione civile della Corte di Cassazione, che dubitava della legittimità di diversi articoli del codice civile e dell’ordinamento dello stato civile nella parte in cui si prevede che il figlio legittimo acquisti automaticamente il cognome del padre, anche quando vi sia in proposito una diversa volontà dei coniugi. «L’attuale sistema di attribuzione del cognome è retaggio di una concezione patriarcale della famiglia», scrive la Consulta, di una «tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell’ordinamento e con il valore costituzionale dell’uguaglianza tra uomo e donna». Tuttavia non è possibile dichiarare l’illegittimità delle norme oggi in vigore perché altrimenti si creerebbe un «vuoto di regole»: una «operazione manipolativa esorbitante dai poteri della Corte».La questione nasce dalla richiesta di una coppia che si era vista respingere, dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Milano, la domanda per ottenere che l’atto di nascita della propria figlia minore fosse modificato, imponendo il cognome materno al posto di quello paterno. Ora la Consulta apre la strada per una riforma organica della normativa. E il compito spetta al prossimo Parlamento.
(Fonte: l’Unità, 17 febbraio 2006)