Sono completamente d’accordo con l’analisi di Umberto Eco e voterò dunque per il centro-sinistra, per la Rosa nel pugno o per i Verdi, ma per una questione di pura emergenza democratica. Però non mi candido. Non mi candido perché non credo che questo centro-sinistra, con questo stile e questa cultura politica, possa portare un cambiamento vero nel Paese. Non mi candido perché ho votato per l’abrogazione della legge sulla fecondazione assisitita e non voglio avere niente a che fare con il Comitato Scienza e Vita e con l’Opus Dei. Non mi candido perché credo, poche storie!, che almeno il cinquanta per cento dei nostri ministri e parlamentari dovrebbero essere donne. Non mi candido perché sono gay e vorrei avere pienezza di diritti, e parità con tutti gli altri cittadini di questo paese. Non mi candido perché questa coalizione non approverà la legge sui Pacs (si accettano scommesse). Non mi candido perché, al contrario di Rutelli, ritengo che Ratzinger e Ruini non dovrebbero influenzare la nostra politica. Non mi candido perché credo in un’Italia multirazziale e multiculturale. Non mi candido perché a quarant’anni sarei tra i più giovani parlamentari italiani. Non mi candido perché a star seduto tra Gerardo D’Ambrosio e Bobo Craxi mi girerebbe la testa. E non mi candido perché – a voler vedere – non c’era nessuno spazio per le cose che dico, strette tra il silenzio tombale di alcuni e le offerte di pura testimonianza di altri.
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Ivan Scalfarotto
Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Interno nel Governo Draghi. Deputato di Italia Viva. Mi occupo di democrazia, di diritti e libertà, di enti locali, impresa e affari internazionali.
Ho fondato Parks - Liberi e Uguali.