30 Marzo 2006

Il Contratto

Diario

Se non siete mai stati a Bari non potete sapere davvero quanto brutti e inspiegabili siano i palazzi di Punta Perotti, che domenica saranno finalmente abbattuti. Esistono in Italia una serie di veri e propri orrori che non si riesce davvero a capire come siano venuti su. In strutture come quelle non si sono materializzati solo la bruttezza, l’avidità e il totale disprezzo dell’ambiente: la verità è che quelle vere e proprie porcherie rappresentano anche l’arroganza di chi poteva (e può) platealmente fregarsene della legge, dell’interesse collettivo e anche del buon senso. Io posso costruire una schifezza così enorme in riva al mare (e, figlio mio, tutto questo un giorno sarà tuo), deve aver pensato un giorno qualcuno lì a Punta Perotti – come migliaia di altri italiani, che magari non in dimensioni così colossali ha pensato le stesse cose costruendo villette a distanza minima da templi e resti archeologici, buttando verdi veleni schiumosi nei fiumi, e poi evadendo le tasse e fregando il prossimo in ogni altra guisa.
Io credo sia questa la vera disgrazia che l’attuale governo ci lascia in eredità: una erosione subdola e totale del diritto, l’orgoglio del piccolo (o grande) imbroglio, l’esaltazione dell’interesse privato specie se a scapito della collettività. L’esempio che è stato dato a noi cittadini con le parole (evadere le tasse, se sono troppo alte, è morale) o con il farsi alla grande gli affaracci propri, ha prodotto un vulnus nel nostro sentirci comunità che durerà molto a lungo e le cui tossine smaltiremo forse in venti, forse in cinquant’anni. Anche per questo dovremo tutti difendere la Costituzione Repubblicana del 1948, la legge che ha fatto di noi un popolo e una comunità. Il contratto tra gli italiani, l’unico contratto che conti.