18 Dicembre 2009

La solidarietà e la critica

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Il mio pezzo su L’Unità di Oggi.

“La smorfia di dolore sul viso sanguinante di Berlusconi è un’immagine che resterà a lungo nella memoria degli italiani, quelli che Berlusconi idolatrano e quelli che mai gli affiderebbero il gatto. È un’immagine che resterà perché ha mostrato al Paese, per la prima volta, il volto del capo del governo in una condizione profondamente umana e comune, una condizione finalmente veridica e naturale, sottratta ai lifting, ai ceroni, ai collant tesi sugli obiettivi. L’immagine di un anziano signore sofferente che ha smosso umana solidarietà anche in molti italiani che mai prima d’ora avevano potuto associarlo a qualcosa di reale. Ma è un’immagine che resterà anche per ricordare ai posteri il livello di crisi profonda in cui siamo caduti. In quella smorfia la nostra vita civile – per uno scherzo del destino, quarant’anni dopo, di nuovo a dicembre, di nuovo nel centro di Milano – è parsa agitarsi e sbattersi, scossa da spasmi autonomi e incontrollabili, come gli ultimi respiri di un’enorme bestia sul punto di morire. Se la violenza prende il posto della politica è per definizione una sconfitta per tutti, una partita doppia sbagliata in cui nessuno guadagna, una ferita inferta nelle carni della collettività da qualsiasi parte si stia in questo benedetto paese, sempre diviso in due d’ovunque lo si guardi. Nessuna debolezza, dunque, nel condannare in modo fermissimo i fatti di domenica. Nessun tentennamento nel significare la vicinanza umana all’aggredito e la condanna del gesto folle e vile dell’aggressore. Ma una classe dirigente che si rispetti, io credo, se da un lato ha il dovere collettivo di mostrare coesione umana e rispetto istituzionale, dall’altro ha, mai come davanti al gesto violento e criminale, il dovere di dimostrare al Paese coerenza e coraggio. Il dovere, in altre parole, di provare che la forza delle idee non si piega all’irrompere del sangue sulla scena politica; che il ferimento di un uomo – per quanto importante e visibile – non modifica, se erano fondate, le gravi e sostanziali perplessità sulla sua azione politica. La costernazione per le gravissime parole di Berlusconi davanti all’assemblea del Ppe e per gli attacchi che il capo dell’Esecutivo ha rivolto ai massimi organi di garanzia della Repubblica non possono e non devono certamente essere cancellati dall’attacco vergognoso di un folle. Checché ne pensino dunque molti osservatori, la doverosa visita di Bersani al capo del governo malato e la pacata, ma ferma critica politica al suo operato espressa da Rosy Bindi non sono insomma, secondo la mia opinione, in alcuna contraddizione. È semplicemente quello che ci si dovrebbe aspettare da un partito forte, in un Paese moderno, in un frangente difficile come il nostro.”

4 risposte a “La solidarietà e la critica”

  1. Zanna Bianca ha detto:

    Belle parole, purtroppo però la ferma e legittima critica all’operato del Berlusca fatta dalla Bindi era condidata da un vulnus personalissimo; “Berlusconi non faccia la vittima”.
    Volevo vedere lei come avrebbe reagito con la faccia spaccata.
    Il presidente del PD quello scatto se lo DOVEVA risprmiare; ieri ha dichiarato che “forse ha esagerato”..meglio tardi che mai.
    Credo che in queste tue parole si ravvisi però il classico atteggiamento che ahimè ha tradito le aspettative di tanti moderati nei confronti del PD: il veltroniano “ma anche …”.
    Che significa essere personalmente solidali a berlusconi, ma anche continuare a fare opposizione dura al suo governo? Sono due tavoli di discussione diversi e proprio non paragonabili. E’traspare chiara la volontà di strizzare l’occhio a quel 3-5% di giustizialisti/dipietristi che vorrebbero vedere Mr. B morto o se non altro sofferente o in disgrazia.
    Ed il problema è sempre quello: paura di fare il salto della quaglia, paura di fare quell’unico passo che porterebbe il PD a prendere la sicura maggioranza del paese: chiudere una volta per tutte con la sinistra massimalista, con il fascismo giudiziario e dedicarsi al bene di tutti quegli italiani moderati che non trovando accoglienza in questo partito ondivago, turandosi il naso votano Pdl.
    Siamo sempre lì: il PD che vuole fare? Aggregare la sinistra e un pò di centro o prendersi il centro e la sinistra moderata e ragionevole?
    Attendo la risposta da due anni!

  2. Zanna Bianca ha detto:

    Posso dire una cosa che non c’entra molto ma spero utile? Non si potrebbe fare qualcosa per migliorare le modalità del data entry degli interventi? Non so se altri hanno lo stesso problema ma spesso favorisce errori di digitazione e rende difficile la revisione.
    Grazie e scusate

  3. Sandra Savaglio ha detto:

    Quello che e’ successo e’ conseguenza di una classe politica fallimentare, che si manifesta con toni aggressivi ad ogni occasione. Si puo’ mai pretendere che la gente dia il buon esempio?

    Comunque state accorti: i pazzi sono uniformemente distribuiti, a destra e a sinistra. Prima o poi vola qualche dente anche a sinistra, se i nostri politici non si danno una calmata.

  4. Limatzco ha detto:

    Non condivido il commento di Zanna Bianca. L’esortazione della Bindi a non fare la vittima non aveva risvolti clinici ma politici. Non era un’esortazione a sopportare il dolore ma a non piegare un deprecabile episodio ai propri interessi personali. E sarebbe sbagliato se il PD confondesse le due cose. Quindi solidarietà personale a Berlusconi ma che la bussola rimanga ferma a prima dell’aggressione : niente controriforme della giustizia, niente leggi “ad personam”. Di Pietro e la sinistra massimalista non c’entrano nulla: si tratta di scelte di civiltà democratica che, in un paese normale, sarebbero patrimonio culturale anche della destra.