“Uccide un ladro, condanna a 18 mesi” .La cronaca giudiziaria di Giuseppe Guastella sul Corriere di oggi ci aggiorna sulla vicenda dei gioiellieri, padre e figlio, che uccisero a Milano nell’aprile del 2004 un ladro.
La vita intera, e futura, di un montenegrino “vale” 18 mesi di potenziale reclusione di un italiano che per ucciderlo l’ha rincorso.
Una sola domanda a voi che tanto difendete le norme sul diritto all’autodifesa (in questo caso peraltro non applicate) a voi che ritenete la vita di un ladro valere così poco: siete proprio sicuri che, d’ora in poi, anche per i ladri la vostra vita non valga altrettanto ?
Il valore attribuito alla vita è transitivo, passa da una persona all’altra, da un ceto sociale all’altro, è speculare.
Emanuela Marchiafava
2 risposte a “la legge del taglione”
Veramente anche prima non eravamo tanto sicuri che per i ladri la nostra vita valesse qualcosa. comunque puoi sempre provare a farti rapinare o stuprare… poi ci racconti com’è… forse
Qui si parla del valore della vita tout court, Cara Monica. Perchè vedi, io non sono neppure sicura che la mia stessa vita valga più di quella di un ladro, non ho questa supponenza, non so perchè lui è arrivato fin lì e io invece ho avuto la fortuna di non girare l’angolo.
Intendiamoci: non sto esonerando nessuno nè dalle sue responsabilità nè dal pagamento del fio, a volte ho “solo” la brutta sensazione di straniamento spazio-te mporale, come se vivessi immersa in un mondo di paria e bramini.
E non mi sento un bramino, tu forse sì, visto che lanci auguri eleganti senza peraltro sapere se già non mi ci sono trovata in situazioni analoghe. E se invece sì? Se invece io mi ci fossi già trovata e nonostante questo continuassi a pensarla così? Sei proprio convinta che certe posizioni ideologiche appartengono solo a coloro che le difficoltà non le hanno mai attraversate?
Sbeffeggiare l’uguaglianza dei diritti è un offesa rivolta a tutti coloro che nel mondo hanno sempre combattutto talvolta fino alla morte per conquistarla, mantenerla e garantirla alla società in cui vivevano.
Un caro saluto.