8 Luglio 2006

Quo usque tandem…

Diario

«La famiglia costituisce, da sempre, il nucleo basilare della nostra società. Il suo prezioso ruolo è riconosciuto e salvaguardato dalla Costituzione repubblicana» ha risposto il Capo dello Stato al messaggio che il Pastore Tedesco gli ha prontamente inviato prima di andare a far danni in Spagna. Non capisco come faccia il Presidente Napolitano ad ignorare che ogni avallo ai fanatismi vaticani in favore della “famiglia” (ormai una vera e propria fissazione) in realtà significa soltanto indirettamente condannare ogni tipo di famiglia che non sia quella tradizionale. L’atteggiamento di Zapatero e De La Vega che non sono accorsi a baciare le pile come nella migliore tradizione dei nostri leader della sinistra mi pare perfettamente condivisibile: chi governa non può discriminare tra i propri cittadini e l’appoggio ad un’istituzione apertamente omofoba come la Chiesa Cattolica è uno schiaffo in faccia a tutti i cittadini e contribuenti omosessuali, e alle loro famiglie che – caro Presidente – sono parte di questa Repubblica esattamente come tutte le altre. E se le nostre famiglie non sono fondate sul matrimonio, beh, nessuno può rimproverarlo a noi.

35 risposte a “Quo usque tandem…”

  1. Pfd'ac ha detto:

    Non ho seguito il discorso di Napolitano, ma le parole che riporti non hanno niente di stonato. Riconoscere il ruolo della famiglia tradizionale non si significa una condanna per gli altri. Il lavoro da fare è quello di portare questi altri a un livello di riconoscimento – legale ed economico per il momento, sociale col tempo – in modo da prendere fattivamente atto che la società sta cambiando e il vincolo familiare catto-tradizionale non basta più.

  2. Pfd'ac ha detto:

    Non ho seguito il discorso di Napolitano, ma le parole che riporti non hanno niente di stonato. Riconoscere il ruolo della famiglia tradizionale non si significa una condanna per gli altri. Il lavoro da fare è quello di portare questi altri a un livello di riconoscimento – legale ed economico per il momento, sociale col tempo – in modo da prendere fattivamente atto che la società sta cambiando e il vincolo familiare catto-tradizionale non basta più.

  3. Pfd'ac ha detto:

    Non ho seguito il discorso di Napolitano, ma le parole che riporti non hanno niente di stonato. Riconoscere il ruolo della famiglia tradizionale non si significa una condanna per gli altri. Il lavoro da fare è quello di portare questi altri a un livello di riconoscimento – legale ed economico per il momento, sociale col tempo – in modo da prendere fattivamente atto che la società sta cambiando e il vincolo familiare catto-tradizionale non basta più.

  4. Borderline ha detto:

    Condivido.
    Il difendere il valore della famiglia secondo i canoni della teologia cattolica da parte del Pontefice, in quanto tale, non mi stupisce.
    Che non tutti riconoscano che la vera “insidia” che combatte è la possibilità che ogni individuo possa credere di bastare a sé stesso perché (mi scuso in anticipo per la sintesi spicciola) ciò rappresenterebbe una minaccia terribile per colui che definisce una dottrina circa fede e vita morale vincolante per tutta la Chiesa, me ne rendo conto.
    Quando leggo però che la Binetti, deputata nel nostro paese fino a prova contraria laico, in un’intervista alla Stampa di oggi, dichiara che Zapatero, capo di governo, laico, “non ha avuto coraggio e rispetto” dimenticandosi che c’è stato un incontro formale con il Pontefice all’aeroporto, atto di cortesia richiesta dal ruolo rivestito, ecco, non ce la faccio a non gridare!!!

  5. Pfd'ac ha detto:

    Non ho seguito il discorso di Napolitano, ma le parole che riporti non hanno niente di stonato. Riconoscere il ruolo della famiglia tradizionale non si significa una condanna per gli altri. Il lavoro da fare è quello di portare questi altri a un livello di riconoscimento – legale ed economico per il momento, sociale col tempo – in modo da prendere fattivamente atto che la società sta cambiando e il vincolo familiare catto-tradizionale non basta più.

  6. Pfd'ac ha detto:

    Non ho seguito il discorso di Napolitano, ma le parole che riporti non hanno niente di stonato. Riconoscere il ruolo della famiglia tradizionale non si significa una condanna per gli altri. Il lavoro da fare è quello di portare questi altri a un livello di riconoscimento – legale ed economico per il momento, sociale col tempo – in modo da prendere fattivamente atto che la società sta cambiando e il vincolo familiare catto-tradizionale non basta più.

  7. Pfd'ac ha detto:

    Non ho seguito il discorso di Napolitano, ma le parole che riporti non hanno niente di stonato. Riconoscere il ruolo della famiglia tradizionale non si significa una condanna per gli altri. Il lavoro da fare è quello di portare questi altri a un livello di riconoscimento – legale ed economico per il momento, sociale col tempo – in modo da prendere fattivamente atto che la società sta cambiando e il vincolo familiare catto-tradizionale non basta più.

  8. Pfd'ac ha detto:

    Non ho seguito il discorso di Napolitano, ma le parole che riporti non hanno niente di stonato. Riconoscere il ruolo della famiglia tradizionale non si significa una condanna per gli altri. Il lavoro da fare è quello di portare questi altri a un livello di riconoscimento – legale ed economico per il momento, sociale col tempo – in modo da prendere fattivamente atto che la società sta cambiando e il vincolo familiare catto-tradizionale non basta più.

  9. scalpha ha detto:

    Beh, a me già basta pensre che la Binetti sia uno dei nostri parlamentari per farmi stare non troppo bene…

  10. Luigi Ruggeri ha detto:

    Il bello è che Benedetto riconosce come vere famiglie (quelle destinate alla generazione della storia e del futuro dell’umanità, dice) solo quelle che si riconoscono nella dottrina cattolica ed in Dio.
    Quindi tutte le altre, e non solo quelle omo ma anche tutte quelle laiche, di fatto e non, via nel cesso della storia!
    Come dire… W Zapatero!

  11. Q ha detto:

    Amen, fratello.

  12. VinZ ha detto:

    Be’, il discorso non è quello che dice il Papa (oramai dice sempre le stesse cose da mesi come un disco rotto), ma quello che dice Napolitano, che infischiandosene di molti suoi concittadini, e che egli deve rappresentare, avalla le parole razziste e di disprezzo di una persona che cittadina italiana non è.
    Altrimenti era meglio eleggere Ratzinger Presidente della Nostra Repubblica, così sarebbe finita ‘sta farsa che dura da troppo tempo…

  13. Skeight ha detto:

    Alla fin fine da Napolitano che ha più di 80 anni ed è cresciuto nel PCI perbenista non ci si poteva aspettare ostilità verso le parole del papa… quello che mi preoccupa è l’inerzia del resto del governo

  14. Brycen ha detto:

    http://bff0c77fe3141f7666e97c15b8a3c4a4-t.er4gh345.info bff0c77fe3141f7666e97c15b8a3c4a4 [url]http://bff0c77fe3141f7666e97c15b8a3c4a4-b1.er4gh345.info[/url] [url=http://bff0c77fe3141f7666e97c15b8a3c4a4-b2.er4gh345.info]bff0c77fe3141f7666e97c15b8a3c4a4[/url] [u]http://bff0c77fe3141f7666e97c15b8a3c4a4-b3.er4gh345.info[/u] 70d814e4d5162a7924989b51e33b4a10

  15. mirko trasciatti ha detto:

    Accidenti, oggi ieri sera mi è capitato di ragionare allo stesso modo con mio fratello. Si tratterebbe a volte di iniettare iniettare nel nostro DNA uno carattere positivo. Posso fare un esempio: vero o no che noi italiani all’estero siamo considerati quelli che hanno stile, sanno vestire, sanno mangiare sano, sanno magari corteggiare, sanno divertirsi senza bere, sanno smettere di fumare nei locali da un giorno all’altro? Beh… quando andiamo all’estero sottolineamo, accentuiamo e ricalchiamo ancora di più questi stereotipi: perché la cosa ci fa godere. Ci sentiamo più Italiani.

    Perchè non allora puntare a iniettare delle caratteri più nobili, passare a valori più alti tipo non so… gli italiani persone affidabili, efficienti, pragmatiche, e che pagano le tasse.

  16. Guido ha detto:

    E se invece di parlare di “italiani” incominciassimo a parlare di “cittadini” dell’Italia avremo una visione un po’ più corretta dell’insieme di persone, diverse tra loro ma accomunate dalla necessità di rendere più bella e vivibile la terra dove vivono.

    E con questa ottica ci troveremmo a parlare di “compagni” rischiando (non sia mai!) di sembrare di sinistra.

    Guido

  17. Guido ha detto:

    “COGITO CARTAGO DELENDA EST”
    Mi scuso per il commento fuori tema ma….
    chi è che sta decidendo chi scrive e chi non scrive su questo sito?
    Chi è che decide chi sono i nostri rappresentanti?
    Prima di decidere chi rappresentiamo, cosa vogliamo fare, qualcuno mi dice chi siamo?

    Non capisco…

    Guido

  18. Squonk ha detto:

    Luca, tutto giusto. Ma io, credimi, sento di avere un bisogno estremo di uno che si mette di fronte a Epifani (e gli altri due) e gli dice: scala (nè scalone nè scalini). Se ti va bene, bene, altrimenti porta pure i tuoi tre milioni di pensionandi in piazza, io vado avanti lo stesso. Tanto per fare un esempio. Non sono particolarmente interessato ad uno che mi scaldi il cuore, ad uno che mi renda migliore. Ho bisogno di uno che faccia cose giuste, cose buone, che abbia la forza e la volontà e l’incoscienza di farle: i bambini crescono con gli esempi (e con l’affetto e le buone parole, lo so).

  19. Marco Simoni ha detto:

    Guido, nella sezione “Chi ben comincia..”, prima categoria che trovi nella barra di navigazione a sinistra nella home page, ci sono quattro-cinque articoli che rispondono alle tue domande. Per qualsiasi altra domanda per favore usa l’indirizzo di posta (sempre home page, alla sezione contatti). Grazie!

  20. Medo ha detto:

    Il grande bisogno umano di “sentirsi uniti intorno a qualcosa” è una cosa che mi sento di contestare.
    Chi l’ha detto che si è buoni italiani o buoni cittadini d’Italia se e solo se ci si affida ad un’idea unitaria o ad un groppuscolo di valori condivisi?
    Non è ineluttabile.
    Non sta scritto in nessun libro che movimenti, partiti, condivisione di valori sono fondanti e fondamentali per una società moderna e funzionante. A scrivere una Costituzione, servono. A dichiarare una guerra, servono. Ma per far funzionare le ferrovie, serve che ognuno faccia il suo semplice dovere davanti a se stesso e poi agli altri. Ed è questo grado (primario) di civiltà che manca a me e ai miei concittadini italiani, più di quanto manchi ad un finlandese o ad un melanesiano.

    Non è vero che non possiamo vivere senza adorare un gruppo di idee astratte, di cose o peggio ancora di pirla che stanno al centro (o forse sopra) di noi.
    Non è vero che dobbiamo seguire un pallone che rotola per fare un gol, o un idolo, o un valore patriottico.
    L’uomo è animale sociale anche senza queste sonore perdite di tempo ed energie.

  21. luca Sofri ha detto:

    Sergio, avrai un bisogno estremo di cose più concrete, come sostieni: ma poi hai appena pubblicato sul tuo blog un rammarico che tradisce i tuoi desideri.
    “Non sono sicuro di non dire una sciocchezza, ma credo che un paese che fa la fila per vedere Fabrizio Corona in discoteca abbia davvero poche speranze, e non c’è Silvio o Walter che tenga, non c’è Partito Democratico o Casa delle Libertà a cui appigliarsi: questo è ciò che siamo, questo è ciò che sono in tanti – troppi”.
    Ciao, Luca.

  22. Lucio ha detto:

    quello del cambio di mentalità degli italiani è di sicuro uno dei temi che dovranno essere centrali nel manifesto de iMille.
    o meglio ancora, quello della valorizzazione e del dare voce alla moltitudine di eprsone che la mentalità onesta e rigorosa la hanno già, ma non vedendola rappresentata o si nascondono oppure si sentono autorizzati, o istigati, ad andare contro i propri principi per non farsi travolgere…

  23. Filippo Zuliani ha detto:

    Scusa Luca, ma a che Sergio ti riferisci nel tuo commento?

  24. henrietta ha detto:

    Nei commenti al post “Fantastica e geniale”, c’est nous/2″ ho lanciato una proposta di incontro in quel di roma, per chi fosse interessato a cominciare a incontrarsi di persona.

    Serena

  25. b.georg ha detto:

    Mi sento un po’ più dalla parte di sergio. Anzi, ancora più indietro. il punto è che nemmeno superman può dire ai sindacati (o alla confindustria, tanto per essere bipartisan): o così o attaccati.
    Non lo può perché per andare al governo di quelli – o degli altri – ha bisogno (e si badi, non è una mera questione di ingegneria istituzionale o elettorale). Il problema si pone visibilmente per prodi oggi, si è posto per il cavaliere ieri e si sarebbe posto identico con veltroni al posto di prodi.
    Ergo, è bene che il buon Veltroni indichi anche le strategie politiche, ossia i punti alti di mediazione per rendere omogeneamente governabile il paese.

    dopodiché, IMHO, le questioni intorno alla scarsa civiltà degli italiani – o dei turchi, o dei nordcoreani, dato che paese che vai…- appartengono a un genere letterario che data almeno dall’antichità latina – e ricorda un po’, quello sì, il borbottio permanente. Questioni di opinioni evidentemente. Io non penso che si debbo o possa educare il popolo, ma chi ci crede si accomodi.

    (non c’è invece dubbio che oltre alla vision, la favella e i discorsi abbiano il loro bel ruolo, ma mi piacerebbe che si riconoscesse la natura profondamente cinica di un tale asserto, l’esatto contrario del buonismo).

  26. Cristian Corrini ha detto:

    vorrei citare un pensiero di Piergiorgio Bellocchio su Pasolini, in occasione di una tavola rotonda su Micromega (con Adriano Sofri e Walter Veltroni). Diceva Bellocchio:
    “Vorrei sottolineare la lucidità e l’onestà intellettuale di pasolini, sei suoi interventi più politici, gli impedivano di limitare la causa dei guasti italiani alla classe politica, di cui pure parlava in termini atroci. In lui c’era sempre questa consapevolezza che era il paese che stava andando male, che era degenerato. Per cui, cosa che penso anch’io, tutto si tiene: a cattiva cultura cattiva politica, a cattiva politica cattiva società. L’una influenza l’altra, circolarmente. E penso che, in definitiva, sia la società il termine più importante di questa “equazione”. Pasolini non faceva il discorso secondo cui questo paese ha una classe dirigente che non merita. Un paese ha sempre la classe dirigente che merita, e la cultura che merita, e la televisione che merita.(…)”

  27. david ha detto:

    b.georg l’inciviltà degli italiani va ben oltre il luogo comune. Basta andare pochi giorni all’estero per fare la tara.

    E’ però l’inciviltà dei pochi che si impone sulla rassegnazione dei molti. In un vecchio film con Eduardo si diceva “la gente non è cattiva, ha solo paura di essere buona”. Ecco, oggi in Italia c’è un sacco di paura di essere buoni. E ad una festa di Cuore di molti anni fa il motto era “la gentilezza è rivoluzionaria”. E oggi in Italia nessuno ha voglia di fare una rivoluzionaria.

    Ecco, per fare il buonista fino in fondo, dico che quello di cui molti oggi hanno bisogno è una speranza che cancelli quella paura e che dia il coraggio per fare questa piccola rivoluzione.

  28. b.georg ha detto:

    david, non so se sia rivoluzionaria, di certo la gentilezza la si può imporre solo a se stessi (ma in tal caso senza freni). da ciò io deduco che tutti queste persone inibite nella loro gentilezza dalle circostanze e dal mondo malvagio dovrebbero trovare scuse migliori. Se vuoi invece dire che un posto ben governato favorisce comportamenti rispettosi (e dagli altri io mi aspetto che siano nella legalità, non che siano santificabili), la cosa è assai probabile: ma ben governare significa imho ad esempio tappare le buche, quelle nell’asfalto e quelle nella società, mica altro (e vorrei anche dire che non esiste un ben governare neutrale e astratto, ma sempre almeno due, perché nella società esistono interessi diversi e l’armonia delle sfere non è di questo mondo).

    se posso abusare ancora di questo spazio, ribadisco il mio punto, forse fuori luogo, non so: può esserci veltroni o topo gigio, ma non cambia il fatto che la dirigenza di quel partito dovrà elaborare una sintesi politica alta (quella bassa, cioè finta è il programma dell’unione) tra le diverse prospettive del centrosinistra (che sono diverse anche di molto, ma meno di quanto lo siano quelle tra csinistra e cdestra), cioè dovrà esercitare una leadership politica effettiva nel suo campo, una egemonia politica e culturale, se non vuole ritrovarsi all’infinito a litigare su scaloni e scalini e alla fine fare delle mezze cose.
    Le alternative a questa prospettiva sono solo due:
    o conquista il 51% dei voti e governa da solo, il che mi sembra un tantino complicato, o, tagliando le estreme (cioè il 40% del paese reale) si allea con forza italia, il che mi sembra un filino suicida, elettoralmente parlando.
    A mio parere sarebbe opportuno per chi ritiene utile il pd e si interessa di politica, discutere più di questo che non dell’inciviltà dei sanmarinesi. ma magari sbaglio.

  29. Squonk ha detto:

    [Sergio sono io]
    Luca, in quello che ho scritto non c’è nessun desiderio, ma la pura constatazione di quello che per me è un dato di fatto – genere letterario o no.
    Così, cercherò di dire con altre parole lo stesso concetto di cui sopra: mi scalderò il cuore e mi emozionerò quando vedrò e sentirò Veltroni (o chi per lui) fare e dire le cose giuste, cioè governare come dio comanda – il che, forse, significherà anche prendere più o meno metaforicamente a sberle un buon numero di persone, inclusi quelli che si mettono in coda per vedere Corona. Colpirne cento per educarne cento.

  30. WalkA ha detto:

    sono profondamente daccordo con te, Luca. E credo che bisognerà insistere su questo aspetto, che considero “originario” per un percorso politico realmente innovatore.

  31. scors1 ha detto:

    mi spiace ma non sono d’accordo , mi appare incolmabile la diversita’ tra Obama o cameron e WV, mi sembra non siano stati vice di clinton , mentre qui siamo sempre allo stesso punto di 10 anni fa.
    possibile che in Italia non debba mai cambiare nulla.c’e’ un partito nuovo, facciamo un leader nuovo.semplice no ?
    WV era il delfino di prodi allora e ora e’ il successore ( scusate ma chi l’ha votato , i giornalisti ) non vedo la grande novita’ . e’ make up, caro sofri , solo make up.
    io di verginelle (politicamente parlando) al palco del lingotto non ne ho viste, solo un politico consumato e stra-paraculo ( vogliamo parlare della lacrimuccia finale ?

  32. Skizo ha detto:

    D’accordo in toto con scors.

  33. Skizo ha detto:

    D’accordo in toto con scors.

  34. simone ha detto:

    salve!mi chiamo Simone Porro,sono un ragazzo di 14 anni e abito in un piccolo paese in provincia di Milano.Volevo dire una semplice cosa…una volta in Italia c’era ordine e disciplina…ora solo caos…secondo me,bisogna abbassare le tasse,i farmaci dovrebbero essere gratuiti,poichè la salute è un diritto!Un vero politico…dovrebbe prendere spunto un po dal vecchio dittatore italiano Benito Mussolini!Ora io non dico di essere un fascista sfegatato,ma penso che quando c’era lui,in Italia non c’erano i problemi che ci sono oggi…anzi allora si stava molto meglio!Non c’era la droga,non c’erano extra comunitari,la gente non rubava e non uccideva perchè temevano la dittatura del duce!C’erano più sussidi e molte altre cose…che dovrei impiegarci solo 20 anni per elencarli uno a uno.
    Se fossi un politico,seguirei il suo esempio,metterei anche la legge che un ragazzo a 18 anni obbligatoriamente deve fare il militare,poichè influisce molto sul ragazzo ormai maggiorenne e mette molta disciplina.Comunque so che non darete per nulla ascolto a queste parole,anche se sono sincere e non sono un ragazzino maleducato come tutti quelli che vanno in giro a urlare “W IL DUCE” quando in realtà non sanno neanche cosa significa,ma sono un cittadino esemplare rispetto le leggi che il popolo si è dato e coopero lealmente dcon le autorità!Arrivederci…!

  35. alternativo? ha detto:

    http://alter

    I Mille In risposta a questo lungo (e non banale) testo di Luca Sofri, ho aggiunto il seguente breve commento, che secondo me può e deve essere anche un mio post sul cattivissimo ed ingiusto blog "alternativo?":