Tra pochi giorni compio 45 anni. Stavo per farne 15, trent’anni fa. E’ da allora, ogni volta che ci passo, che mi pare che quello squarcio sul muro della stazione di Bologna sia come una cicatrice. Come una cicatrice sta là, sul corpo dell’Italia, dolorosa e incancellabile.
Il mio pezzo su L’Unità di Oggi. “La smorfia di dolore sul viso sanguinante di Berlusconi è un’immagine che resterà a lungo nella memoria degli italiani, quelli che Berlusconi idolatrano e quelli che mai gli affiderebbero il gatto. È un’immagine che resterà perché ha mostrato al Paese, per la prima volta, il volto del capo […]
Non c’è niente di più potente della smorfia di dolore sul viso sanguinante di Berlusconi per leggere il livello di disperazione in cui siamo sprofondati. La nostra vita civile mi pare agitarsi e sbattersi scossa da spasmi autonomi e incontrollabili, come gli ultimi respiri di una enorme bestia sul punto di morire. Milano, dicembre. Quarant’anni […]